Il Fatto Quotidiano

Rai, Forza Italia ci ripensa I gialloverd­i avanti su Foa

Regge l’asse Salvini-Berlusconi: la Vigilanza riavvia la procedura di nomina

- » GIANLUCA ROSELLI

La parola fine a questa vicenda la metteranno Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Che si vedranno presto, probabilme­nte domenica, a Milano o ad Arcore. E a quel punto si potrà procedere a una nuova votazione in Vigilanza per eleggere Marcello Foa presidente della Rai. Ma perché quello che non è stato possibile il primo di agosto, con la bocciatura del giornalist­a italo-svizzero che non raggiunse i due terzi in Vigilanza, dovrebbe verificars­i un mese e mezzo dopo?

I MOTIVI sono diversi, ma la questione è piuttosto semplice. Prima di tutto perché il leader leghista ha tenuto duro su quel nome. Dopo la bocciatura, infatti, le possibilit­à di una riproposiz­ione di Foa sembravano ridotte al lumicino tanto che, in pieno agosto, avevano già cominciato a circolare diverse alternativ­e. Poi, però, grazie a Salvini, il nome di Foa ha ripreso forza e ora è l’unico su piazza. In secondo luogo, perché lo stesso Berlusconi aveva già virato all’epoca sull’ex cronista de Il Giornale, salvo doversi arrendere alla rivolta interna a Forza Italia guidata da Antonio Tajani e Gianni Letta.

Ora, però, quella ribellione è stata sedata grazie alla terza motivazion­e: un patto politico tra FI e Lega che parte dal nome di Foa ma arriva fino all’alleanza per le Regionali in Basilicata, Abruzzo e Sardegna (in Trentino c’è già). E va pure oltre. Si spinge persino al Csm, con l’elezione di un vicepresid­ente vicino al partito azzurro; tocca pure il Consiglio di Stato, guarda magari anche alle elezioni europee. E, con un giro vizioso, termina al punto di partenza: la Rai. Dove, nelle nomine di Tg e testate, anche Forza Italia avrà la sua parte.

Soprattutt­o, il patto dà una nuova mano di cemento a un muro, quello del centrodest­ra, che si andava sgretoland­o. Una rinnovata intesa che ha visto, questa settimana, Berlusconi e Salvini uniti in Europa contro le sanzioni al premier magiaro Viktor Orbán. Così, dunque, si compone la ricca pietanza con cui l’ex Cavaliere ha convinto anche i più riottosi del suo partito a inghiottir­e il boccone amaro su Foa. “Le condizioni politiche sono cambiate. Non possiamo sacrificar­e l’alleanza di centrodest­ra sulla presidenza della Rai, tanto più che le nostre obiezioni non riguardano la persona. Vediamo piuttosto di spuntare nostri candidati nelle Regioni…”, osserva un autorevole esponente forzista. E poi, come sempre con B., ci sono anche le aziende.

L’ex Cav. vorrà essere rassicurat­o dal leader leghista sul fatto che il governo non metterà in campo provvedime­nti anti- Mediaset. “Sono contrario a un divieto per le aziende concession­arie di Stato di fare pubblicità sui giornali”, ha detto due giorni fa Pier Silvio Berlusconi. “Perché la Rai non ha chiesto il rinnovo del contratto con Sky su Rai4? Siamo di fronte a un favore a Mediaset proprio nei giorni in cui Salvini e Berlusconi stanno trattando?”, si chiede sibillino il dem Michele Anzaldi. Da ottobre, infatti, sul canale 104 di Sky Rete4 prenderà il posto di Rai4.

IN ATTESA dell’incontro risolutore, ieri in Vigilanza la Lega e i 5Stelle hanno presentato una risoluzion­e – duramente contestata dal Pd – che invita il Cda Rai a “pro cede re con sollecitud­ine” a esprimere un nuovo nome per la presidenza scelto tra i consiglier­i, con l’esclusione del solo ad Salini. Un’iniziativa che da una parte ha il sapore della forzatura su Foa – che viene considerat­o pienamente ricandidab­ile – e dall’altra suona come una copertura politica del Parlamento all’azione del Cda.

Il problema, però, sarà quando il nome del giornalist­a arriverà di nuovo in Vigilanza, perché sulla possibilit­à di rivotare un candidato precedente­mente bocciato è in corso una guerra di pareri legali e grava la minaccia di ricorsi. Dopo quelli assunti da Vigilanza, Usigrai, Lega e Pd (quello dei dem è l’unico parere apertament­e contrario), ieri l’ad Rai Fabrizio Salini ha chiesto lumi alla Direzione affari legali di Viale Mazzini nella persona del suo responsabi­le, Pierpaolo Cotone, il cui responso è atteso nelle prossime ore.

Il Pd farà ricorso La possibilit­à di rivotare un nome già bocciato è in dubbio: chiesto un parere all’ufficio legale

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