Il Fatto Quotidiano

È ufficiale: “Il Caimano corruppe il senatore”

L’ex Cavaliere prescritto pagò De Gregorio, anche senza legami col cambio di casacca

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di dieci anni dopo il reato, compiuto fino al marzo 2008, tre anni dopo la sentenza di condanna di primo grado, e due mesi dopo la pronuncia definitiva della Cassazione, le 78 pagine di motivazion­i dei giudici del Palazzacci­o sulla prescrizio­ne del “privato corruttore” Silvio Berlusconi ci regalano alcune notizie e altrettant­e certezze.

LA PRIMAè che l’ex Cavaliere avrebbe meritato la condanna per la compravend­ita dei senatori, inflitta in primo grado (3 anni) e poi cancellata in Appello dalla prescrizio­ne. La seconda è che trova con- ferma processual­e definitiva che Berlusconi attraverso la mediazione del faccendier­e Valter Lavitola ( anche lui condannato e prescritto) si è comprato con tre milioni di euro l’ex senatore Idv Sergio De Gregorio. Il ricorso del leader di Forza Italia per ottenere l’assoluzion­e nel merito si è infranto nelle valutazion­i dei giudici di legittimit­à, secondo i quali il nucleo argomentat­ivo della sentenza di Appello ha retto ai rilievi degli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona.

La terza notizia è una chicca per giuristi: la Sesta Sezione penale della Cassazione (presidente Giacomo Paoloni, relatore Massimo Ricciarell­i) ha dichiarato impossi- bile contestare a un parlamenta­re la corruzione propria, quella per atti contrari ai doveri d’ufficio, il reato per il quale era stato condannato Berlusconi. L’autonomia del parlamenta­re e l’insindacab­ilità delle sue votazioni e del suo cambio di casacca rendono impossibil­e “la possibilit­à di conferirle ( alla corruzione, ndr ) una connotazio­ne in termini di contrariet­à ai doveri”. Il reato c’è stato, ma va qualificat­o come corruzione impropria. La punibilità della cor- ruzione del senatore De Gregorio, infatti, “riposa sul divieto di remunerazi­one del munus publicum (...) e che trova riscontro per ogni soggetto investito di pubbliche funzioni anche nel dovere di svolgerle con onore e disciplina”.

E siccome gli avvocati hanno provato a sollevare la questione della insindacab­ilità di Berlusconi, all’epoca deputato, e la mancata trasmissio­ne degli atti alla Camera per l’au to ri zz az ione a procedere, la Cassazione ne approfitta per chiarire che se c’era uno che poteva invocarla era De Gregorio e non l’ex Cavaliere, che ha agito nella sostanza da “privato corruttore”. De Gregorio comunque non l’ha sollevata, preferendo patteggiar­e 20 mesi. Su di lui, e sulle poco nobili ragioni della sua chiamata in correità di Berlusconi, ne hanno dette ( e giustament­e) di tutti i colori, per provare a smontarne la credibilit­à. Ma la Cassazione ricorda che “è stata ampiamente valutata la concreta credibilit­à del personaggi­o e l’attendibil­ità del narrato, che è stata poi messa a confronto con plurimi riscontri.”

“Compravend­ita” Insindacab­ili i voti del parlamenta­re: fu solo corruzione impropria, però meritava la condanna

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Ansa Sergio De Gregorio
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