Sulla Diciotti governo diviso: ora Salvini smentisce Conte
L’INCHIESTA Distonie Per il premier l’esecutivo sapeva che la Guardia costiera avrebbe soccorso la nave dalla sera del 15 agosto Il leghista: “Non è vero”
La domanda è semplice. La risposta è netta. E la conclusione è inevitabile: o ha mentito il premier Giuseppe Conte, quando due giorni fa ha esposto la relazione del governo sul caso Diciotti, oppure mente il ministro dell’In t e r n o Matteo Salvini. Un fatto è certo: le ricostruzioni, all’interno dell’esecutivo, sono discordanti. Abbiamo chiesto a Salvini: “Il Viminale fu allertato sui soccorsi che la Guardia costiera intendeva effettuare – come sostiene Conte dinanzi al Parlamento – alle 20.24 del 15 agosto scorso?”. In altre parole: Salvini sapeva – come sostiene Conte – che la Guardia costiera si stava adoperando per il soccorso dei migranti a bordo del barcone poi saliti sul pattugliatore Diciotti?
LA RISPOSTA del ministro del l’Interno è categorica: “No ”. Salvini spiega: “Il Viminale fu informato a proposito di un natante che si stava muovendo in acque Sar maltesi. Il coordinamento delle operazioni di monitoraggio era stato assunto formalmente dalle autorità maltesi”. Non si tratta di un dettaglio secondario. Il Viminale ha sempre sostenuto – coerentemente con la linea politica e comunicativa di Salvini – che la Guardia costiera, attivando i soccorsi del barcone, peraltro ancora in acque Sar maltesi, s’era mossa a insaputa del ministero dell’Interno. E infatti Salvini – annunciando che non avrebbe fornito indicazioni per lo sbarco – prese immediatamente le distanze dall’intervento in mare. Sarebbe interessante, non soltanto per i suoi elettori, scoprire che in quelle ore aveva invece avallato, o quantomeno non osteggiato, il soccorso. Anche perché quel soccorso fu provvidenziale ed evitò una vera e propria strage.
Le parole pronunciate da Conte dinanzi al Senato sono chiare: “Il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto – dice il premier nella sua relazione alle Camere – valutava come probabile la necessità di un intervento di soccorso” e “alle ore 20.24 del 15 agosto… allertava in via preventiva le altre autorità italiane di riferimento, comunican- do le proprie intenzioni e richiedendo altresì, come da prassi, al dicastero dell’Interno, qualora si fosse verificato l’ingresso in area di responsabilità Sar italiana, l’a ss e gn azione del porto di sbarco dei naufraghi”.
Secondo Conte, quindi, il Viminale fu allertato e messo al corrente della situazione già alle 20.24 del 15 agosto. Salvini era quindi al corrente del salvataggio sin dalle fasi in cui veniva pianificato. Versione radicalmente smentita dal vice premier. Il ministro dell’Interno, interpellato dal Fatto, aggiunge: “Con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ( dal quale dipende la Guardia costiera, ndr) e i suoi funzionari né io né i miei uffici abbiamo avuto alcuna interlocuzione. Neanche a voce. Senza alcuna comunicazione intermedia, la mattina successiva il Viminale era stato informato che la Guardia costiera italiana, su presupposta omissione di soccorso dei maltesi, era intervenuta in acque Sar maltesi”.
Salvini continua a smentire di essere stato coinvolto in quelle ore nell’operazione soccorsi e nella richiesta di un porto dove sbarcare: “Tredici persone – prosegue – erano state fatte sbarcare a Lampedusa per motivi sanitari. Tutto era stato fatto dalla Guardia costiera per propria esclusiva competenza e iniziativa”. Fonti del ministero delle Infrastrutture confermano che in quei frangenti nessuna interlocuzione, né scritta né a voce, vi fu con il Viminale. Le comunicazioni – spiegano dal ministero delle Infrastrutture – iniziano nel momento in cui la Guardia costiera chiede al Viminale l’indicazione del porto in cui far sbarcare i migranti a bordo della Diciotti.
ED È PROPRIOquesto il punto: Conte sostiene che la Guardia costiera inizia a chiedere al Viminale l’indicazione del porto di sbarco già alle 20.24 del 15 agosto. Il Viminale smentisce. Ma allora: su quali basi il premier sostiene il contrario? E perché sul punto Conte e Salvini si smentiscono a vicenda? Non si tratta di un dettaglio ininfluente anche alla luce delle indagini in corso su Salvini, accusato di sequestro di persona proprio per aver concesso il Pos ( Place of safety) soltanto il 25 agosto, consentendo lo sbarco dei migranti a Catania. Secondo la versione di Conte, smentita da Salvini, la prima richiesta di un porto sicuro dove sbarcare, avviene quindi 10 giorni prima, già alle 20.24 del 15 agosto.
C’è un altro fatto certo – oltre a questa chiara contraddizione – nei fatti ricostruiti dal premier dinanzi al Parlamento: “Senza l’intervento della nostra Guardia costiera – ha spiegato Conte – molte di queste persone sarebbero morte”. Abbiamo chiesto a Salvini cosa farebbe oggi, se ci trovassimo nella stessa identica situazione: appoggerebbe l’intervento della Guardia costiera e della Diciotti o no? La domanda è semplice. La risposta è chiaramente evasiva: “Ho sempre raccomandato la salvaguardia della vita in mare e la tutela dei più vulnerabili, donne, bambini e malati. Ma allo stesso tempo intendo assicurare sempre la tutela dei confini nazionali e della sicurezza dei cittadini”. Eppure - come dice Conte - è stato l’intervento della Guardia Costiera a evitare una strage. Una verità che per Salvini - considerata la risposta - pare scomoda anche a posteriori.
La domanda Mente il ministro o il presidente? La risposta interessa pure ai magistrati Alle 20.45 del 15 agosto la Guardia costiera comunicò le proprie intenzioni al Viminale GIUSEPPE
CONTE Il Viminale fu informato solo di un natante che si stava muovendo in acque Sar maltesi MATTEO SALVINI