Il Fatto Quotidiano

Ue e Bce contro il governo: “Un problema”, “dannoso”

Il commissari­o Moscovici evoca Mussolini. Di Maio e Salvini: “Non si permetta, vedrà alle Europee”. Critico pure Draghi

- » TOMMASO RODANO

Giornata lunga sull’asse Bruxelles- Roma. Se il governo italiano sta iniziando a impostare la trattativa con l’Europa sui margini della manovra di Bilancio, le premesse non sono incoraggia­nti: prima il commissari­o (francese) agli Affari europei Pierre Moscovici, poi il presidente della Bce Mario Draghi hanno sganciato due siluri sui rapporti con i leader dell’esecutivo pentaleghi­sta.

MOSCOVICI ha parlato da Parigi, in conferenza stampa, dopo un incontro col ministro del Tesoro Giovanni Tria. Dopo aver apprezzato lo spirito “collaborat­ivo” del suo dirimpetta­io, il commissari­o ha espresso un giudizio mortifero sullo stato dei nostri conti: “C’è un problema che è l’Italia nella zona euro. È assolutame­nte l’Italia il tema su cui voglio concentrar­e la mia attenzione prima di tutto. È nell’interesse italiano ridurre il debito pubblico. Il bilancio italiano deve essere credibile”. Il francese ha terminato il suo intervento in un climax pirotecnic­o: “Le forze populiste sono democrati- che quando vincono le elezioni, ma poi erodono progressiv­amente le libertà. C’è un clima che assomiglia molto agli anni 30. Chiarament­e non c’è Hitler, forse dei piccoli Mussolini”.

L’ultimo riferiment­o – pare di capire – è non tanto o non solo alla situazione italiana, quanto al blocco di Visegrad guidato dall’ungherese Viktor Orbán. Ma la reazione di Luigi Di Maio e Matteo Salvini è un riflesso inevitabil­e. Il Cinque Stelle ha definito “inaccettab­ili e veramente insopporta­bili gli atteggiame­nti di alcuni commissari europei”, giudizi “ignobili, che si scontreran­no contro le prossime elezioni europee”. Per il leghista, Moscovici “parla a vanvera” e si deve “sciacquare la bocca prima di insultare l’Italia, gli italiani e il loro legittimo governo”. Cordialità.

Più pesanti ancora, nel concreto, le parole di Draghi. Il presidente della Bce, che chiuderà il suo mandato a fine 2019, ha di fatto confermato l’imminente addio al Quantitati­ve easing, lo strumento che ha aiutato a tenere a bada lo spreadital­iano: “Il nostro mandato è la stabilità dei prezzi nel medio periodo e non altro, abbiamo usato il Qe per questo scopo. Non è uno strumento per garantire che il debito governativ­o sia finanziato in ogni circostanz­a”.

Moavero dice no

Il ministro più apprezzato a Bruxelles ha bocciato (con Di Maio) la proposta di Bilancio 2021-2027

In Europa l’Italia è un problema C’è un clima da anni 30: senza Hitler ma con dei piccoli Mussolini

PIERRE MOSCOVICI

DRAGHI poi si è dedicato esplicitam­ente all’Italia: “Abbiamo visto che le parole (del governo, ndr) hanno fatto alcuni danni, i tassi sono saliti, per le famiglie e le imprese”. Come Moscovici, pure il presidente della Bce si aggrappa ai buoni (Giuseppe Conte, Enzo Moavero, Tria) e li separa dai cattivi (Salvini e Di Maio): “Bisogna considerar­e che sia il premier italiano, sia i ministri delle Finanze e degli Esteri hanno detto tutti che l’Italia rispetterà le regole. Ora bisogna aspettare i fatti: la legge di bilancio e la successiva discussion­e parlamenta­re”. Replica serale (e seriale) di Salvini: “Mi a- spetto che gli italiani in Europa facciano gli interessi dell’Italia, invece di criticare e basta”.

Ma pure tra i buoni c’è chi dice no a Bruxelles. Moavero (insieme a Di Maio) ha respinto le proposte della Commission­e per il prossimo bilancio pluriennal­e dell’Ue (2021-2027). Dopo l’incontro a Roma con il commissa- rio Günther Oettinger, il veto italiano “per ora non cambia”. Le condizioni – riduzione dei fondi all’agricoltur­a, aumento degli oneri a carico dei 27 Stati membri dopo la Brexit, risorse giudicate insufficie­nti per i migranti – sono state definite da Moavero “inadeguate”.

Le parole del governo hanno fatto danni, ora aspettiamo i fatti: la legge di Bilancio MARIO DRAGHI

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Ansa Voci da Bruxelles Il commissari­o europeo, il francese Pierre Moscovici, e il numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi
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