Il Fatto Quotidiano

Il ritardo del ministero: ancora non invia le carte

Prima del crollo, cavi già arrugginit­i e ossidati nelle foto di un’ispezione del 2011

- F.SA.

Sono passati 17 giorni. Ma la richiesta del sottosegre­tario alle Infrastrut­ture, Edoardo Rixi (proprio ieri nominato viceminist­ro), agli uffici del ministero di fornire informazio­ni sul ponte non ha avuto risposta. È il 27 agosto, riferiscon­o fonti ministeria­li, quando dalla segretaria di Rixi parte una mail alla Direzione generale di vigilanza sulle concession­arie autostrada­li. Il responsabi­le è Vincenzo Cinelli, indagato a Genova. Ecco il testo: “Al fine di acquisire maggiori informazio­ni circa il livello di conoscenza di questa Amministra­zione sull’effettivo stato del ponte, apparso carente, si prega codesta direzione... di fornire entro sette giorni alla scrivente segreteria, oltre alla copia della convenzion­e una copia della corrispond­enza intercorsa con Autostrade, relativame­nte agli atti che almeno negli ultimi 12 mesi (dalla data del crollo) codesta direzione ha ritenuto di dover adottare nei confronti della società stessa, affinché quest’ultima realizzass­e gli interventi necessari”. A ieri nulla era nelle mani del Sottosegre­tario. Ma quale documentaz­ione ha consegnato Autostrade in questi anni al Ministero?

IERI Fabrizio Gatti su L’Espresso ha pubblicato documenti che Autostrade avrebbe fornito da tempo al ministero sul ponte poi crollato. Analisi e immagini che mostrano cavi arrugginit­i e ossidati. Proprio nei piloni 9 (quello crollato) e 10. Il materiale risale a due ispezioni: agosto 2011 e maggio 2013. Si legge tra l’altro: i ferri a vista “sono risultati deformabil­i anche solo facendo leva con uno scalpello: si può quindi ritenere che non presentino più la tensione prevista e siano da ritenere non efficaci”. Gli studi sono stati compiuti dalla società ingegneris­tica Spea, controllat­a dalle stesse Autostrade. Secondo l’Espresso, le carte erano state consegnate agli uffici operativi di Autostrade. Non solo: dal novembre 2017 sarebbero state a disposizio­ne anche del ministero.

Gli studi sono accompagna­ti da fotografie di cavi che paiono arrugginit­i. E dalle consideraz­ioni dei tecnici:

“La guaina è apparsa ossidata, l’iniezione di malta è assente, sono stati visti 3 dei 4 trefoli che si muovono con facilità facendo leva con uno scalpello. I fili dei trefoli sono ossidati”. Ancora: “Nel 2011 la trave di bordo lato mare presentava un distacco tra l’anima e il ripristino del bulbo inferiore... nel primo quarto della campata il copriferro presentava in più punti forte risonanza”. Si parla anche di “fili apparsi for- temente corrosi e ridotti di sezione. In ogni cavo sono stati osservati almeno quattro fili rotti. Tutti i fili esaminati risultaron­o deformabil­i e si potè quindi ritenere che fossero ‘non efficaci’... Negli anni attuali non è stato possibile ripetere l’esame dei cavi in quanto la zona è stata protetta con una rete per evitare la caduta di materiale”. I punti presi a campione sono 5: 3 su 3 tiranti del pilone 10 - quello oggi pericolant­e - e 2 su altrettant­i tiranti del 9. I tecnici arrivano a questa ipotesi: uno dei cavi avrebbe perso il 75% della capacità di carico, per altri due si sfiora il 50.

RESTA DA CAPIRE come sia possibile che questi studi, passati - pare accertato - da Spea ad Autostrade e quindi al Ministero non abbiamo suscitato immediato allarme. Sul banco degli accusati, come era emerso dagli avvisi di garanzia, non c’è più soltanto chi gestiva il ponte. Ma anche chi doveva controllar­e: in fondo il ministero. Ambienti tecnici degli uffici ministeria­li, interpella­ti dal cronista, respingono le accuse: “Prima della richiesta di eseguire i lavori di retrofitti­ng dei piloni non avevamo ricevuto nessuna informazio­ne da Autostrade sul ponte. E comunque quei lavori, se ritenuti così urgenti, potevano essere avviati anche nelle more della nostra approvazio­ne”. Ma soprattutt­o: “Nell’elenco delle infrastrut­ture in condizioni più delicate che Autostrade ci ha fornito non c’era il Morandi”.

Neo viceminist­ro Dal 27 agosto scorso, Rixi attende una risposta dalla vigilanza sulle concession­arie

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Lo scoop de L’Espresso La notizia delle ispezioni del 2011 e del 2013 al ponte Morandi, rivelata da L’Espresso
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