LE ACCUSE AD ASIA: C’È CHI SI OPPONE AL CAMBIAMENTO
Asia Argento tempo fa ha denunciato per pubblici proclami di essere stata stuprata anni prima dal potentissimoWeinstein, padrone della Miramax. La cosa ha scatenato in primis nel mondo cinematografico, e non solo in America, effetti dirompenti somiglianti alle proteste femministe degli anni Settanta. Carriere di registi, produttori e attori di fama planetaria sono state a causa di quelle dichiarazioni per mesi legate a un filo. D’altra parte Hollywood ha spesso originato scandali di natura sessuale: parlo di scandali; perciò fatti mai così dirompenti e diffusi a livello mondiale.
IN VERITÀ la nostra Asia – una sorta di Edmund Kean dello schermo, e in quanto tale assai scomoda perché realmente anticonvenzionale, niente a che vedere per intenderci con il conformismo di quelle composte famigliole di attori romani oggi imperanti nelle sale cinematografiche – all’inizio si era limitata a confermare sui social l’inchiesta giornalistica del figlio biologico di Mia Farrow e Woody Allen, tra i più accaniti accusatori del padre. Poi, con una serie di interviste supportate nei contenuti da parecchie attrici del calibro di Gwyneth Paltrow e Angelina Jolie, la Argento è assurta a simbolo di una ribellione talmente vasta da disintegrare il maschilismo silenzioso ma domi- nante nelle major cinematografiche: la sua denuncia ha pian piano assunto le forme di un grande fatto culturale e rivoluzionario. Di qui la nascita del movimento mondiale #metoo, che ha spinto migliaia di donne a raccontare le molestie subite. Weinstein si è così trovato con il pancione a terra, accusato a Los Angeles e a Londra di molestie sessuali da ben 70 donne: non ha potuto che consegnarsi alla polizia. Secondo i procuratori di Manhattan si tratterebbe di stupri di primo e terzo grado.
Beh, dopo questo terremoto non poteva mancare l’onda di ritorno. Siccome nessuno è profeta in patria, proprio nel nostro Paese hanno cominciato a punire la coraggiosa attrice: le hanno tolto un po’ di lavoro per delle accuse riguardanti la seduzione di un minore. Accuse artatamente costruite? Non è che era diventato necessario limitare i danni di una nuova insorgenza femminista? Diciamo le cose come stanno: l’“effetto Asia” era andato dritto dritto contro il mondo di tutti i potenti, dal capo ufficio al regista televisivo, dal padrone del negozio al direttore del supermercato. Insomma un pugno nello stomaco di chi vuole approfittare delle sue dipendenti e che, se rifiutato, può lasciarle senza lavoro. Anche se fossero in parte confermate, le recenti accuse verso Asia non sminuirebbero affatto l’importanza simbolica del suo atteggiamento che solo i nostri tempi hanno trasformato in una dichiarazione di guerra contro il potere maschile. Che poi una vittima di violenze possa essa stessa trasformarsi, malgré soi, in carnefice non cancella affatto la veridicità e la gravità dello stupro primigenio. Peraltro la Argento ha negato “ogni addebito” scaturito dalle parole di una modella, una improbabile star piombata improvvisamente nell’agone. Vien fatto di pensare che difficilmente Asia avrebbe ingaggiato un titanico scontro con la Miramax – la più importante casa produttrice cinematografica del mondo – sapendosi gravata di un tale peso nel suo passato ed esposta pertanto a ricatti e ritorsioni.
BENNETT CHI?
Non è che era diventato necessario limitare i danni di una nuova insorgenza femminista contro il mondo di tutti i potenti?
ATTI SESSUALI, violenze, stupri sono materia assai delicata per i tribunali perché investono il concetto di attendibilità della parte offesa e la formazione della prova. Ma, in casi come questi, dove imputato e vittima hanno calcato entrambi la scena, la partita non si gioca certo in una austera aula di tribunale ma nel convincimento dei singoli cittadini dove non c’è spazio per il potente di turno. Una cosa è certa: dopo la denuncia di Asia, sembra incredibile, il mondo è cambiato.
* Procuratore della Repubblica
di Trieste