Ora Macron scopre la povertà e spera in sondaggi positivi
“Plan pauvreté” da 8 miliardi e reddito universale a chi è in difficoltà. L’istituto Insee: 8,8 milioni di indigenti
Emmanuel Macron tenta di scrollarsi di dosso l’etichetta di “presidente dei ricchi”. Al minimo storico di popolarità, ha presentato ieri il suo plan pauvreté da 8 miliardi di euro in 4 anni per “sradicare la grande povertà” in Francia e annunciato, a sorpresa, in un discorso di un’ora e mezza al Musée de l’Homme, la creazione di un “reddito universale di attività”, molto simile al reddito di cittadinanza dei 5Stelle in Italia.
In Francia chi è senza lavoro e non riceve più sussidi di disoccupazione ha diritto alla Rsa-Revenu de solidarieté active, pari a 550 euro mensili. Nel progetto del governo, la Rsa e le altre prestazioni sociali saranno accorpate in un unico “reddito universale di attività”, destinato a chi ha un reddito inferiore a una certa soglia e solo a certe condizioni: che il destinatario sia iscritto a una formazione o a un percorso di reinserimento professionale e che non rifiuti più di due offerte di lavoro “ragionevoli”.
Il sistema cambia in profondità. Macron mette dei paletti al tradizionale modello di assistenzialismo alla francese che aiuta chi è in difficoltà senza chiedergli nulla in cambio. Il piano anti-povertà prevede anche 50 milioni di euro da investire nell’infanzia.
È IN PROGRAMMA la creazione di 30 mila nuovi posti negli asili, una batteria di misure per aiutare le madri che tornano al lavoro, la distribuzione della colazione a scuola nelle aree più svantaggiate, l’introduzione di pasti a un euro nelle mense scolastiche per le famiglie più povere, l’istruzione obbligatoria fino ai 18 anni.
In Francia, secondo l’istituto di statistica Insee, ci sono 8,8 milioni di poveri. 3 milioni sono i bambini, ovvero 1 su 5. Sono considerate povere le persone sole che guadagnano meno di 1.026 euro mensili e le famiglie con due figli che vivono con meno di 2.131 euro. L’Ipsos indicava alcuni giorni fa che il 27% dei francesi non si può permettere di mangiare frutta e verdura tutti i giorni e che il 19% ha difficoltà a pagare la mensa della scuola. Da dati Eurostat del 2015, il tasso di povertà in Francia è al 13,6%. Di fatto, uno dei più bassi d’Europa, inferiore alla media europea di 17,6%, mentre in Italia è al 19,9% e in Grecia al 21,4%. Macron ha usato ieri delle belle parole: “La povertà non deve essere più er e d i t ar i a ”. Ha anche citato Saint-Exupery: “Quando im- pediamo a un bambino di diventare ciò che vuole, stiamo assassinando Mozart”. C’è da chiedersi quanto queste parole siano strumentali. Il presidente gioca la carta sociale nel tentativo di riconquistare l’opinione pubblica, soprattutto quella più a sinistra. Ma non è detto che i francesi di- mentichino così in fretta i 50 mila euro spesi per acquistare il nuovo servizio di piatti per l’Eliseo. Né che il plan pauvre
té, che doveva essere presentato a luglio, è stato rinviato a causa dei Mondiali di calcio in Russia. Né che la riforma della tassa patrimoniale, una delle prime misure del governo, ha già fatto “regali” per più di 3 miliardi di euro ai più ricchi.
INVECE CHI È in difficoltà oggi prima di poter accedere al nuovo reddito universale promesso da Macron dovrà aspettare più o meno due anni. La legge sarà presentata nel 2020 e, coi tempi del voto, prima che entri in vigore ci vorrà il 2021. A un certo punto Macron, nel suo discorso di ieri, ha definito i poveri l’“ultima ruota del carro che non bisogna dimenticare”. Un’espressione che ne ricorda un’altra e che aveva sollevato tante polemiche appena alcuni mesi fa, quando Macron aveva criticato la “caterva di soldi” che vengono spesi male in sovvenzioni sociali, perché “tanto i poveri restano poveri”.
In vigore nel 2021 La legge doveva essere presentata in luglio ma è slittata a causa dei Mondiali