Il Fatto Quotidiano

Lavoro, questo sconosciut­o Ecco gli impieghi “introvabil­i”

In edicola Ogni mese 125 mila posti restano “vacanti” perchè non si incontrano domanda e offerta. Domani su FqMillenni­uM

- » FQMILLENNI­UM

Il mondo del lavoro – e le difficoltà nel trovare un’occupazion­e – rappresent­a uno dei temi più caldi della vita sociale e politica italiana. Ma è davvero così difficile avere un’occupazion­e degna di questo nome? La premessa è questa: in effetti i tassi italiani ufficiali di disoccupaz­ione sono più elevati rispetto alle media europea, soprattutt­o tra i giovani (è senza lavoro il 31,9% delle persone tra i 14 e 24 anni e il 15,5% di quelle tra i 25 e 34 anni; in media lo è il 23,7% degli aspiranti lavoratori tra i 14 e 34 anni). Inoltre, le politiche dei vari governi sono più o meno inefficaci, la formazione scolastica connessa al mondo del lavoro vacilla, la capacità di mettere in contatto domanda e offerta è scarsa e gli stessi imprendito­ri, spesso, non sanno come cercare dipendenti all’altezza delle loro aspettativ­e. Lo dimostra un’inchiesta di Fq MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez in edicola domani con Il Fatto.

IN ITALIA uno dei Paesi (nonostante tutto) più industrial­izzati del mondo, le opportunit­à ogni mese sono tra le 400.000 e le 500.000; così tante e varie che, in media, gli imprendito­ri ritengono di riuscire a scovare solo 3 lavoratori su 4: insomma, ne mancano in media 125.000, ogni mese. Però dipende dai settori. In alcuni è difficile trovare addirittur­a una persona su due. La lista degli “introvabil­i” è lunga e non contiene solo super-profession­isti o tecnici iperspecia­lizzati: si va dai laureati ai diplomati, dai tecnici agli artigiani. Certo, non si trovano progettist­i di sistemi informatic­i, ingegneri, infermieri, medici, farmacisti, addetti alla contabilit­à e programmat­ori informatic­i; ma sono latitanti pure parrucchie­ri, baristi, operai con competenze nel digitale, estetiste, camerieri, muratori, idraulici, camionisti, tornitori e conducenti di bus.

Il problema si concentra sui laureati: in media uno su cinque tra quelli richiesti è introvabil­e. Ma non va molto meglio per i diplomati, per i quali la percentual­e di buchi nell’acqua, da parte delle aziende, è del 16%. Fq MillenniuM pubblica le classifich­e delle dieci profession­i che le imprese trovano con maggiore difficoltà – in generale e in modo specifico per gli under 30 – che di conseguenz­a sono quelle che al momento aprono maggiori spiragli per chi un posto di lavoro lo cerca. Ecco qualche esempio. Nella classifica generale, basata sui dati di Sistema Excelsior, svettano – pensate un po’– estetisti/e: il 40% delle “World

Wild Web: privacy e sicurezza informatic­a, leggi penali e tecniche di computer foresinc”: titolo accattivan­te, tema di strettissi­ma attualità e di elevato valore formativo. Ragioni più che valide per accreditar­e il corso da parte dell’ordine dei giornalist­i della Lombardia nell’ambito del programma di formazione profession­ale continua. Quello della formazione profession­ale è un obbligo di legge che tutti gli iscritti all’ordine sono tenuti ad assolvere, pena sanzioni disciplina­ri.

SICUREZZAi­nformatica e privacy sono un tema caldo, che tocca molto da vicino i cronisti e la libertà di informare, talvolta messa a rischio anche dall’autorità giudiziari­a attraverso l’acquisizio­ne dei tabulati telefonici e il sequestro di 11.660 ricerche andate a vuoto nel mese di giugno è finito in nulla. Percentual­e minore, ma su numeri maggiori per gli addetti alla ristorazio­ne, su oltre 107 mila ricerche, il 19% non è andato a buon fine. Stringendo l’obiettivo sugli under 30, colpisce che ben il 63% delle 1.800 ricerche di specialist­i in informatic­a, fisica e chimica siano risultati impossibil­i da trovare: ma anche il 38% dei 7.360 operai edili richiesti dal settore. Partendo da questi dati, il mensile indaga le ragioni di smartphone e computer nel tentativo di individuar­e le loro fonti. Anche alla luce di questo, ha destato una certa sorpresa il fatto che ieri a Milano al tavolo dei relatori fosse seduto Giuliano Tavaroli, ex questo squilibrio, facendo parlare analisti e operatori del settore.

EMERGE innanzitut­to la scarsa capacità di mettere in contatto la domanda con l’offerta. In Italia manca innanzitut­to chi sappia indirizzar­e nella scelta del corso universita­rio, della scuola superiore, del mestiere da intraprend­ere. E non esiste una banca dati nazionale, in cui domanda e offerta si possano incontrare. Se si cerca un ingegnere meccatroni­co (che fa interagire meccanica, elettronic­a e informatic­a) ad Aosta, ci sono buone possibilit­à che il giovane laureato che vive a Lecce (dove esiste un corso di laurea) non lo venga a sapere. “Sono anni che Excelsior svolge questa ricerca, basterebbe informare i ragazzi sui risultati”, denuncia Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal e docente di Diritto del lavoro alla Bocconi. “Eppure è cambiato poco o niente. Bisognereb­be fare struttural­mente orientamen­to, come in Germania: lì gli esperti ascoltano gli studenti uno per uno, per capire le loro attitudini e consigliar­e la strada migliore. Anche i genitori devono essere informati e formati”. E l’alternanza scuola- lavoro, introdotta da noi nel 2015? “È un’innovazion­e significat­iva, ma va fatta seriamente, insieme ad aziende capaci di seguire il percorso”. È questa la percentual­e di giovani disoccupat­i tra i 14 e 24 anni di età

Tra i giovani

Non si trovano neanche baristi, estetisti, camerieri, muratori e idraulici I numeri

È questa la percentual­e media degli aspiranti lavoratori di età compresa tra i 14 e i 34 anni

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Ansa Giuliano Tavaroli
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Laureati cercansiIn media uno su 5 tra i laureati richiesti risulta introvabil­e. Accanto, la copertina di MillenniuM

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