Il Fatto Quotidiano

Bus di tute blu per Marchionne

Cerimonia di commemoraz­ione per il manager di Fca morto

- » SIMONE BAUDUCCO

“Sergio,

hai insegnato a tutti noi a pensare diversamen­te e ad avere il coraggio di cambiare e di fare senza avere paura. Riposa in pace, amico mio”. È la voce spezzata dal dolore del presidente del gruppo Fca, John Elkann, a chiudere la messa in ricordo di Sergio Marchionne, morto il 25 luglio, che si è tenuta ieri mattina a Torino. Una cerimonia sobria, in stile sabaudo. Con il silenzio rotto soltanto dagli applausi a fine messa.

TRA I BANCHI della chiesa, i vertici del gruppo siedono a pochi metri di distanza dalle tute blu. Loro, gli operai, sono arrivati ieri mattina, dopo aver viaggiato nella notte sui pullman organizzat­i dalle diverse aziende del gruppo. Arrivano da tutta Italia: Monza, Foggia, Jesi, Pomigliano. Tutti in tuta, ognuno con i colori del proprio stabilimen­to. “Era come un amico e un fratello, un grande uomo che ci ha dato la possibilit­à di mangiare a tutti, anche se tanti lo hanno criticato, ma sono solo vigliacchi, ci ha aiutati tutti”, racconta un operaio entrando in chiesa. Le vicende che hanno scosso i rapporti con i sindacati, Cgil in primis, dal referendum, alla cassa integrazio­ne, fino agli operai li- cenziati a Pomigliano, restano sullo sfondo. Sono considerat­i al massimo “un prezzo da pagare necessario, ci è ritornato indietro dieci volte tanto. Sono state scelte importanti e coraggiose che hanno reso la nostra azienda sempre più competitiv­a”, commenta un altro operaio dello stabilimen­to Maserati sul sagrato del duomo. Dopo di lui entrano in chiesa la compagna, Manuela Battezzato, i familiari, il nuovo ad Mike Manley, i dirigenti del gruppo Juventus e di Exor, oltre a due ex presidenti del Consiglio, Mario Monti e Matteo Renzi. L’ex segretario del Pd ha polemizzat­o per l’assenza dell’esecutivo: “Mi è dispiaciut­o non vedere nessun esponente del governo, la figura di Marchionne avrebbe meritano una presenza”. Presente, invece, la sindaca di Torino Chiara Appendino e il leghista Mario Borghezio.

“SE FOSSE con noi, Marchionne sarebbe un agente del cambiament­o – commenta il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparin­o, all’uscita della chiesa – ma il mio dubbio è che questo governo sia davvero del cambiament­o, ma non voglio mischiare il sacro con il profano”. Durante la funzione, il vescovo Nosiglia ricorda l’intelligen­za del manager ritenuta “anche spregiudic­ata”, aggiungend­o che “Marchionne ha ricostruit­o il senso della fabbrica in rapporto alla città”. La funzione si chiude con il ricordo commosso di Elkann del “suo amico Sergio, che diceva di essere un metalmecca­nico. Era consapevol­e che da solo non avrebbe raggiunto i traguardi che ha tagliato”.

La chiesa inizia a svuotarsi. I familiari e le autorità escono dal lato sottraendo­si alle telecamere, mentre dall’us cita principale sfilano per primi proprio gli operai. Qualcuno rimane fuori dalla chiesa per provare a fotografar­e Chiellini e le altre celebrità del calcio. I lavoratori iniziano a riunirsi in piccoli gruppi attorno ai cartelli con il nome dell’azienda di provenienz­a. Fuori dal sagrato, i capigruppo fanno l’appello per controllar­e che tutti ci siano. I bus sono pronti per ripartire.

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Ansa Operai alla cerimonia di commemoraz­ione per Marchionne

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