La Guardia costiera smentisce il “capitano”
Sulla
ricostruzione del caso Diciotti ogni giorno emerge una verità nuova che smentisce la precedente. Non sarebbe interessante se, proprio su questo caso, non si fosse verificata una spaccatura immediata con la Guardia costiera da parte del Viminale con Salvini che, il 16 agosto, alle 12.30, comunicava: “Una nave della Capitaneria di Porto italiana, senza che al Viminale ne fossimo informati, ha imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi, per dirigere verso l'Italia”.
IL CONCETTOè chiaro: il Viminale, in quell’intervento, non ha avuto alcun ruolo. Dalla Guardia costiera non è stato neanche informato. E non si tratta soltanto di una comunicazione operativa. È soprattutto un messaggio politico: Salvini sottolinea che la sua posizione sull'immigrazione è intransigente e che resta quella promessa – innanzitutto - ai suoi elettori. In quel momento, peraltro, Salvini non è ancora indagato per sequestro di persona aggravato, come accadrà giorni più tardi, quando il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, aprirà il fascicolo poi approdato al tribunale dei ministri di Palermo. Il punto è che quattro giorni fa, dinanzi al Senato, relazionando sul
“Caso Diciotti”, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha fornito una diversa versione dei fatti: la Guardia Costiera – sostiene il premier in Parlamento – avvertì il Viminale del probabile soccorso, chieden- do indicazioni sull'eventuale porto di sbarco, già il 15 agosto alle 20.24. Una versione ben diversa da quella fornita da Salvini nell'immediatezza. Una versione che legittima un sospetto: Salvini sapeva delle operazioni di salvataggio ma, per fini propagandistici, fingeva di ignorarlo? E – se sapeva – era d'accordo o contrario? Domande legittime proprio alla luce delle sue dichiarazioni del giorno 16: la nave della capitaneria di porto ha agito senza che il Viminale nel fosse informato.
Conte spiega al Senato che invece il Viminale era informato, smentendo Salvini che, a sua volta, interpellato dal Fatto, ieri ha smentito il premier: “Non siamo stati in- formati. Il Viminale fu informato a proposito di un natante che si stava muovendo in acque maltesi. Senza comunicazione intermedia ( quindi neanche a voce, ndr) la mattina successiva il Viminale era stato informato che la Guardia Costiera italiana era intervenuta in acque maltesi. Tutto era stato fatto dalla Guardia Costiera per propria esclusiva competenza e iniziativa”. E quindi: sul punto Salvini smentisce Conte che l'ha appena smentito.
Il Fatto ieri ha contattato la Guardia Costiera per capire chi, tra Conte e Salvini, stia dicendo il vero. Ecco la risposta: “In caso di unità con migranti in situazioni di pericolo, di cui si abbia notizia del possibile ingresso in acque Sar italiane, può accadere che, ancora prima di operare, o completare le operazioni di soccorso, vi sia un'interlocuzione prelimina- re, di carattere tecnico operativo, allo scopo di preallertare i competenti referenti tecnici del Viminale”. È quel che p avvenuto il 15 agosto? La risposta è“Sì, ma non con il ministro né con il suo capo di gabinetto, ma con uffici del Viminale di livello intermedio”.
IN SINTESI: il Viminale, al contrario di quel che sostiene Salvini, era informato. Forse non lo era il ministro, forse la catena di comando si era interrotta, ma fonti interne alla Guardia Costiera confermano la versione di Conte e smentiscono quella di Salvini. Ma il ministero dell'Interno, al quale abbiamo comunicato questa ennesima versione dei fatti, anche questa volta non arretra di un millimetro, replicando con pochissime parole: “Il Viminale nega questa ricostruzione. E conferma quanto riferito al Fatto sulla vicenda”.
La replica
Il leader della Lega nega decisamente quanto affermato anche da Conte in Senato