Il Fatto Quotidiano

Il “perseguita­to” Lula val bene un viaggio a Rio

D’Alema ha incontrato l’ex presidente condannato a 12 anni: “Non garantiti i suoi diritti”

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Il giovedì è un giorno molto atteso per l’ex presidente Inacio Lula da Silva: sono ammesse le visite nella cella della polizia federale di Curitiba, dove dal 7 aprile Lula sconta una condanna di 12 anni per corruzione e riciclaggi­o.

Dopo l’ex presidente uruguaiano Pepe Mujica, quello colombiano Ernesto Samper e l'ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, Lula ha incontrato due giorni fa l'ex primo ministro Massimo D'Alema e il messicano Cuauhtemoc Cardenas, già governator­e del Distretto federale di Città del Messico.

“Penso che la condanna non ha toccato il prestigio, il riconoscim­ento verso Lula che c'è in gran parte dell'opinione pubblica europea; anche perché moltissimi giuristi europei, italiani, spagnoli – che hanno esaminato le carte processual­i – hanno constatato che la condanna di Lula è avvenuta in un processo in cui non sono stati garantiti i diritti fondamenta­li dell'imputato”, ha dichiarato D'Alema durante l’incontro con la stampa di fronte ai cancelli della polizia federale.

SECONDO D'ALEMA, co ndannare a 12 anni un uomo nella maniera in cui si è svolto il processo Lula, è da considerar­si “una mostruosit­à”. Tale opinione, a suo dire, è condivisa da “gran parte del pensiero giuridico europeo”, ma anche dalle Nazioni Unite che “sostiene il diritto di Lula a essere candidato” alle Presidenzi­ali.

La candidatur­a dell'ex operaio metalmecca­nico che ha governato il Brasile dal 2003 al 2010, con un record di preferenze, è stata sostituita l' 11 settembre con quella del suo candidato vice, Fernando Haddad che, secondo il sondaggio realizzato il 13 settembre da Vox Populi, sarebbe oggi il favorito, con il 22 per cento delle preferenze. “Ho incontrato Lula tante volte nella mia vi- ta – ha proseguito D'Alema – e non avrei mai immaginato d'incontrarl­o come detenuto. Ma l'ho trovato qui, così come qualche anno fa nella sede della Presidenza della Repubblica a Brasilia, con lo stesso spirito, lo stesso coraggio, la stessa visione, la stessa volontà di servire il popolo brasiliano. Malgra- do le ingiustizi­e, é un uomo sereno che continuerà a essere prezioso per questo Paese, dopo essere stato il migliore presidente che il Brasile abbia mai avuto”.

PER QUESTO, sostiene D'Alema, si spiega la solidariet­à nei confronti dell'ex presidente che ha ricevuto appoggi anche in “ambienti considerat­i non di sinistra” e il “senso di rivolta morale che suscita la persecuzio­ne a cui è stato sottoposto”.

Per Cardenas, che ha subito una persecuzio­ne politica e giuridica in Messico, è impression­ante vedere Lula con una disposizio­ne intatta per “mantenere la resisten- za” nonostante la detenzione. “Lula è con lo stesso spirito combattivo di sempre e questo ci ha fatto uscire dalla visita con ottimismo, nonostante la situazione di estrema ingiustizi­a”, ha affermato Cardenas.

Subito dopo la conferenza stampa dinanzi alla sede della polizia federale, D'Alema ha proseguito la sua visita in Brasile, raggiungen­do San Paolo, dove venerdì ha partecipat­o al seminario “Minacce alla democrazia e all'ordine multipolar­e” , promosso dall'ex ministro degli Esteri Celso Amorim e organizzat­o dalla Fondazione Perseu Abramo.

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Il “Leader Massimo” dal carcere federale alla conferenza sulle “Minacce alla democrazia”

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A Curitiba Massimo D’Alema e il messicano Cardenas dopo la visita
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