MA MOSCOVICI DICE LA VERITÀ
Che cosa c’è che non va nella frase del Commissario europeo Moscovici (“Vedo in giro tanti piccoli Mussolin i”) che ha provocato reazioni violente e risentite sia dai due vicepremier della nostra Repubblica, sia da pattuglie di giornalisti italiani (si segnala la pronta e risentita difesa della Patria da parte di Mentana in Tv), benché la frase non fosse sull’Italia ma sull’aria che tira in Europa? Vi sono varie versioni della frase di Moscovici e ne cito alcune. “C’è paura. In giro non c’è Hitler ma forse dei piccoli Mussolini” ( Repubblica, 14 settembre ). Oppure: “Chiaramente non c’è Hitler ma, per quanto riguarda dei piccoli Mussolini, beh questo resta da verificare”( Il Corriere della Sera, id). Oppure: “C’è un clima che assomiglia molto agli anni Trenta. Certo non dobbiamo esagerare, chiaramente non c’è Hitler, forse dei piccoli Mussolini” ( Il Messaggero, stesso giorno).
ORA VEDIAMO alcune reazioni giornalistiche italiane. Per capire che cosa abbia provocato il senso di indignazione che dilaga di testata in testata, suggerisco di rileggere, accanto a ogni spunto di commento, la frase incriminata. Corriere della Sera: “Parole durissime nella forma, che suscitano l’immediata reazione dei due vicepresidenti e di fatto co-gestori del governo giallo-verde, visto da molte cancel- lerie come populista e pericoloso. ‘Il commissario Moscovici parla a vanvera di tanti piccoli Mussolini in giro per l’Europa. Si sciacqui la bocca prima di insultare l’Italia, gli italiani e il loro legittimo governo’, è lo sfogo di Matteo Salvini. Non meno piccata la replica di Luigi Di Maio: ‘Si permettono di dire che in Italia ci sono tanti piccoli Mussolini. Non se lo devono permettere. Ci siamo sentiti scherniti da questo mix di politichese e supponenza’”. Il Messaggero, 14 settembre: “Sbanda Pierre Moscovici quando evoca un passato irripetibile. Usa il fascismo per offendere l’Italia. Le fonti hanno chiarito che la battuta sui ‘ piccoli Mussolini’ va letta nel contesto della situazione europea in generale. Ma la sbandata di Moscovici non è facile da rimediare”. Forse. Ma non così impossibile co- me la sbandata italiana. L’intera sequenza, infatti, comincia con una situazione che, sul versante nazionale, diventa subito ridicola. Ognuno dei due vicepresidenti del Consiglio del nostro Paese, che non si riuniscono mai quando si tratta di nominare il commissario per il ponte di Genova, reagisce separatamente e prontamente quando qualcuno evoca lo stile mussoliniano di alcuni governi (senza dire quali, come richiede l’effetto retorico) e grida concitato a tutti, indicando se stesso: “Come si permette di darmi del fascista?” Per Moscovici è facile far notare che parlava in generale, come dire “brutti tempi” o “momento difficile”. Per Di Maio e Salvini impossibile uscire dalla trappola. Si parlava di fascisti e loro si sono prontamente candidati (“è chiaro che stanno parlando di me”) e prontamente dichiarati offesi. A questo punto, Moscovici non ha altro da aggiungere, visto che piccoli Mussolini europei, come il leader polacco Kaczynski, che è, e non si vergogna, un duce adeguatamente cattivo ma un po’ basso di statura. E il primo ministro ungherese Orbán, più nazista che fascista, niente affatto imbarazzato di esserlo, che è appena stato dichiarato, con voto schiacciate dal Parlamento europeo “dittatore dell’an no ”, non vivono sotto copertura, si dichiarano volentieri per quello che sono (Orbán minaccia l’Europa se l’Europa, di cui fa parte, gli tocca la patria), provocano con piacere e si vantano dalla somiglianza. Perché dovremmo far torto a queste persone, che vogliono, nel loro piccolo, sembrare il duce e non trovano affatto offensivo il paragone? Tutta da spiegare resta la storia italiana.
IL VICECAPO DEL GOVERNO5Stelle avrebbe diritto di offendersi a essere definito fascista, solo se il suo dipendente Toninelli, M5S, ministro della Repubblica ma devoto di Salvini, non avesse chiuso i porti italiani senza preavviso. E solo se avesse rifiutato il giro di vite sugli immigrati. Il caso del vicecapo del governo leghista è più semplice perché il ministro si vanta continuamente delle decisioni adottate senza la copertura di alcuna legge, si vanta di essere indagato per sequestro di persona, è orgoglioso dell’articolo del Time che lo descrive come lo zar dell’immigrazione in Italia, colui che si dichiara dalla parte degli spioni russi e uno “che ha per missione la distruzione dell’Unione europea”. Se le cose stanno così, come può dichiararsi offeso dalle miti dichiarazioni di Moscovici e perché il Commissario europeo dovrebbe “sciacquarsi la bocca” (come dicono i ragazzini di terza media, quando stanno per picchiarsi) prima di parlare dell’Italia”? Cosa c’è di patriottico e sacro nella lunga tortura inflitta ai sopravvissuti della nave Diciotti, incluse donne stuprate, uomini torturati e bambini rimasti soli?