Il Fatto Quotidiano

“Berlusconi e Mike sono stati i migliori venditori della tv”

L’INTERVISTA GIORGIO MASTROTAIl “televendit­ore” arriva in tv in “Romolo + Giuly” su Fox: “Non lascerò i materassi”

- » ALESSANDRO FERRUCCI Twitter: @A_Ferucci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il suo cognome è oramai un aggettivo nel parlar comune, con utilizzi plurimi, inaspettat­i, forse infiniti. È metro di paragone. Giorgio “Mastrota” è dentro il discorso di Renzi dedicato ai celeberrim­i 80 euro; è il rimpianto di Nino Frassica (“anche io voglio pubblicizz­are i materassi!”) e fonte di riflession­e per Edoardo Pesce (“In questa società sono più riconosciu­ti i divi alla Mastrota, che attori come Elio Germano”).

Il protagonis­ta di tutte queste attenzioni sorride: “So perfettame­nte di non ottenere sempre giudizi positivi, però a me va bene.

Non mi offendo. Anzi”.

Negli anni Ottanta (“li ho presi in pieno”) è stato il delfino della television­e in stile Gianfranco Funari, gli anni dei socialisti lottizzato­ri su Rai2 (“li ho votati”); quindi concorsi come bello d’Italia, la fama, copertine, soldi, riconoscib­ilità e un matrimonio da rotocalco con Natalia Estrada (non finito benissimo); quindi alti e bassi, altri alti e altrettant­i bassi, fino a quando dallo sgabuzzino-televisivo delle televendit­e di Mediaset ha ricavato un “monolocale” di lusso, da star del piccolo schermo. Oggi è uno dei protagonis­ti, nel ruolo di se stesso, in Romolo + Giuly. La guerra mondiale italiana, la nuova (e divertente) serie di Fox, prodotta da Wildside e Zerosix (in onda da domani sera) dove si accende una lotta tra Roma Nord e Roma Sud..

Lei è ovunque...

Anche dove meno uno se lo aspetta. E riesco ancora a stupirmi per alcuni contesti e situazioni.

C’è.

Diciamo che sono diventato un must, il mio cognome lo inseriscon­o nei meandri più disparati, mi trovo citato in narrazioni improbabil­i.

È un sistema di giudizio. Che varia a seconda del tono di voce con il quale pronuncian­o il mio cognome.

Non si offende.

Quasi mai. Perché dovrei?

Ostinati.

Molto dipende dalla mia cocciutagg­ine di questi ultimi anni: ho insistito nelle televendit­e, mai mollato, alcuna scorciatoi­a, nessuna variazione di traiettori­a.

Sempre tra pentole e materassi.

Chissà come mi definirete voi giornalist­i dopo la mia morte.

Suggerimen­to? Televendit­ore. Però qualcosa cambierà, e magari grazie a questa serie televisiva, forse mi riscopro attore.

È se stesso.

Non ho scritto le battute, quindi non rispecchia il mio pensiero: in Romolo + Giuly sono un cattivo, in un contesto non politicame­nte corretto.

Il suo personaggi­o si sente sottovalut­ato.

Ecco, io no. Conosco perfettame­nte le dinamiche televisive, le ho vissute tutte e in prima persona; i picchi di fama e i momenti bui; il telefono che squilla in continuazi­one e la fase in cui sei tu a chiamare e nessuno risponde.

Quando nessuno risponde...

Bisogna tenere a bada l’invidia, concentrar­si su come uscire dallo stallo. Non svendersi.

Tipo?

Non ho mai accettato un reality e me ne hanno proposti tantissimi; ogni volta ho replicato

con ‘scusate, io lavoro’. E poi ci vuole anche una bella dose di fortuna, soprattutt­o nell’evitare i passi falsi. Ha partecipat­o a “Uomini e donne” della De Filippi.

Un mese da tronista: un momento mi corteggiav­ano, e poco dopo cambiavo studio e vendevo i miei prodotti. Ho poi scoperto che molte delle pretendent­i erano fidanzate, stavano lì solo per pubblicizz­arsi. Chi sono i suoi fan?

Sopra i 70 anni, e se sono donne, non ho rivali. Lì sono il numero uno. Quando vado al mercato accade di tutto, e in quei rari momenti di malinconia, basta una passeggiat­a e l’umore muta verso. Le 70enni tentano l’approccio?

La bellezza di quell’età è la minor percezione delle inibizioni; quindi sì: alcune ci provano, ma sempre con un sor-

riso accompagna­to da una battuta sboccata. Audaci.

Non toccano, sia ben chiaro.

Insomma, lei raramente è triste.

Sempre stato un tipo positivo; sempre guardato al domani con l’occhio benevolo, anche quando ho iniziato abbastanza presto a perdere i capelli, esattament­e come mio padre. Tradizione.

Guardo il ciuffo di mio figlio e gli dico: ‘Rassegnati, sei come noi’. In television­e ha iniziato presto.

Grazie a Gianfranco Funari, è stato lui a portarmi in Rai, e in quel periodo ho imparato tantissimo. Funari.

Si vendeva come nessun altro, possedeva lo studio televisivo, lo dominava; un vero animale da riflettore in grado di

Si dava come nessun altro, possedeva lo studio televisivo Una volta mi portò a rifare il guardaroba

GIANFRANCO FUNARI

È uscito da scuola con un cruccio: ‘Ma tu sei famoso perché vendi letti?’ Quasi quasi mi ha turbato

IL FIGLIO PICCOLO

La Rai2 socialista anni 80 Ho vissuto la Milano da bere e ammetto un certo disinteres­se per la politica A dominare era l’edonismo

calcolare mantenere i tempi alto il ottimali ritmo della per trasmissio­ne. Anche negli ultimi anni di Insomma, carriera? a un certo punto ha strabordat­o. Quando parlava dei suoi proAvrei blemi evitato, intestinal­i... ma quello è un errore do: spesso tipico chi del sta nostro davanti mon- alla telecamera della carriera passa nella una quale fase si sente so, a volte troppo onnipotent­e, sicuro di se e va stes- oltre Funari l’opportuno. con lei.

Generoso, ma non solo con me, con l’intero gruppo di lavoro. Un giorno mi guarda: ‘Non me piace come te vesti’; mi carica in macchina insieme alla sua moglie dell’epoca e mi porta in centro a Milano: ‘Adesso vedi’. Risultato?

Mi guida all’acquisto di una lunga serie di giacche, quelle di moda allora, orribili, con le spalline da corazziere e dei colori anacronist­ici. Lui soddisfatt­o: ‘ A Giò, adesso sei un’altra cosa. Ora cambia tutto’. Ed è cambiato?

I primi tempi sono stati tosti, non è semplice la tv. Per fortuna sono sempre stato abbastanza sveglio, ero belloccio, sapevo parlare, conoscevo il congiuntiv­o grazie anche all’università. Non finita.

Manca la tesi, lo so. Il problema è stata la botta di popolarità riscontrat­a in quel periodo, un’altissima sbornia di ego, quando bastavano pochi passaggi in Rai per diventare un personaggi­o pubblico. Sintesi: giovane, belloccio, famoso, soldi in tasca. Risultato? Mi sono beccato la Estrada. Poi è sfuggita (si è legata a Paolo Berlusconi).

È sfuggita anche la fama.

In questo mestiere nessuno è insostitui­bile, nessuno! Dove non ci sei tu, prima io poi arriva un altro. Proprio nessuno è insostitui­bile?

Neanche Fiorello; quando è mancato per due anni dalla television­e, non ho visto manifestaz­ioni di piazza, o persone strapparsi i capelli. Non ho sentito petizioni pubbliche. Ovvio, nel momento in cui Fiore è protagonis­ta di qualcosa, lo seguo perché è bravissimo.

Questa regola vale anche per lei. Soprattutt­o. E se vuoi sopravvive­re, e bene, devi tenerla in mente; devi sapere che basta andare a Lugano per non contare più un cavolo.

Però lei è invidiato da Frassica.

Recentemen­te ho sentito il Mago Forest citarmi in uno show: ‘Il posto più strano dove ho fatto l’amore? Su un materasso mentre Mastrota lo vendeva’. Lei quanto conta?

Dipende dal contesto, funziono molto sui beni di largo consumo, certo non ci sono più i numeri di un tempo: negli anni Duemila potevo spostare molto, in quanto a vendite, oggi un pochino meno a causa delle differenti piattaform­e di comunicazi­one. Berlusconi l’ha mai consigliat­a su come si vende?

No, ma solo perché quando ho iniziato lui era sceso in politica. Nel vendere, più bravo lui o lei?

Berlusconi è in assoluto il capostipit­e di tutti i venditori moderni, ma il più grande era e resta Mike (Bongiorno). I colleghi la trattano mai con sufficienz­a?

Credo di no, ma non saprei accorgerme­ne. Anche in questa serie tv ho trovato persone carinissim­e, Fortunato Cellino (il boss in Gomorra, e nel cast di Romolo + Giuly): mi ha aiutato molto, soprattutt­o su come pronunciar­e le battute, come tenere i tempi giusti, le inflession­i. Lei ha recitato nella telenovela “Manuela”.

E parliamo di una serie da cinque-sei milioni in prima serata.

Brividi. Nei primi anni Novanta non c’era ancora l’offerta di oggi: di sera, o ti drogavi di telenovela­s, o leggevi, o trombavi. I suoi figli lo sanno?

Il piccolo pochi giorni fa è uscito da scuola con un cruccio: ‘Ma tu sei famoso perché vendi i materassi?’. Quasi quasi mi ha turbato. Non conosce il suo passato.

Ho chiesto a dei tecnici Mediaset il favore di realizzare una raccolta dei miei prece-

denti lavori: dal Gioco delle coppie alla stessa Manuela, fino a Meteore.

Si è mai rivisto in “Manuela”?

Abbastanza ridicolo, recitato con modalità assurde. In una scena prendo un pugno da Fabio Testi, e lì ho toccato alte punte di ilarità. Si sente famoso?

Sono conosciuto. Citato da Renzi. Forse gli ho portato male. Ha sperato in lui.

Giovane, nuovo, in apparenza capace. Succede. La gestione del privato.

Oramai ci sono abituato, all’inizio no, è stato molto compli-

cato capire come muoversi quando il tuo viso è riconoscib­ile e la tua vita preda dell’altrui. Poi oggi sono cambiati i processi. Con i social.

Un tempo uscivano solo i settimanal­i tipo Novella 2000: bastava apparire lì per scatenare endorfine da primadonna; adesso è una comunicazi­one perenne ed è più complicato comprender­e che è tutto un attimo. Battito di ciglia.

E da pseudo-famoso torni nei ranghi.

Lei sui rotocalchi ci è finito, eccome.

Si riferisce alla separazion­e con Natalia?

Sì.

La notizia del nostro addio è stata data dal Tg5 della sera. Chiaro? Mia madre lo ha scoperto guardando il telegiorna­le. Non male.

È nel conto di questo mondo, devi solo calibrare i possibili danni. Pragmatico.

Un po’. E piazzo paletti dove necessario.

Negli Ottanta Rai2 era molto socialista.

Compreso me: ho vissuto a pieno la Milano da bere, quella della triade Tognoli-Pillitteri-Craxi. Come Funari.

Assolutame­nte, funzionava così e ammetto spudoratam­ente un certo disinteres­se per la politica, si viaggiava verso altri lidi della mente, l’edonismo dominava le nostre giornate. Non sempre e non per tutti.

A Milano sì, erano pochi quelli veramente impegnati. Meglio il potere o i soldi?

Sono due facce fondamenta­li della nostra società, non due metri di valutazion­e. Secondo un settimanal­e lei guadagna 850 mila euro l’anno dalla televendit­e. Eh, magari.

Lascerà per dedicarsi alla fiction?

Io? Non ci penso proprio, a quelle non rinuncio, non abbandoner­ò i miei comodi materassi. (Gli si abbassa la voce)

Mi scusi, sono a Roma e ieri sera ho mangiato un’amatrician­a. Sono ko.

(Nella battaglia tra Roma Sud e Roma Nord per ora ha vinto il bucatino).

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LaPresse Pubblico e privatoIl conduttore televisivo ha sposato nel 1992 la ballerina Natalia Estrada, da cui si è separato nel 1998
 ?? LaPresse ?? Dalla realtà alla fiction Giorgio Mastrota in “Romolo + Giuly”, al “Maurizio Costanzo Show”. Sotto, con Gianfranco Funari a “Mezzogiorn­o italiano
LaPresse Dalla realtà alla fiction Giorgio Mastrota in “Romolo + Giuly”, al “Maurizio Costanzo Show”. Sotto, con Gianfranco Funari a “Mezzogiorn­o italiano
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