Ponte Morandi, la Finanza consegna ai pm altri 40 nomi
Aun mese e due giorni dal crollo del ponte Morandi ( era il 14 agosto alle 11.36), la Procura di Genova aggiorna la lista di chi, nel tempo, ha p ar te ci pato o ha avuto un ruolo nella composizione del progetto di re t ro f i tt i ng , ovvero quei lavori “migliorativi” da 26 milioni di euro che dovevano partire il prossimo ottobre e che avrebbero dovuto mettere in sicurezza la pila 9, quella crollata, e la pila 10, rimasta in piedi ma pericolante sopra le case di via Porro e di via Fillack.
Negli scorsi giorni, il primo gruppo della Guardia di finanza coordinato dal colonnello Ivan Bixio, ha portato al procuratore Francesco Cozzi una black list con 60 nomi. Si tratta di un elenco che in sostanza integra una prima rosa di 25 persone, dalla quale poi sono derivati gli attuali 20 indagati. Come per la prima tornata anche questa volta si è andati a pescare tra funzionari del ministero delle Infrastrutture e trasporti (Mit) e dirigenti di Autostrade (Aspi), oltre a quelli di Spea Engineering, la società che fa capo ad Aspi e che ha avuto l’incarico di scrivere il progetto di retrofitting.
Allo stato, dunque, sono poco meno di 40 i nomi nuovi entrati nel mirino degli investigatori. Nessuno di loro è indagato, ma probabilmente già la prossima settima potrebbero esserci nuove iscrizioni. Il periodo di tempo preso in considerazione è sempre lo stesso: dal 2013 alla data del crollo del viadotto che ha provocato 43 morti. Nella lista compare il nome di Fabio Cerchiai, presidente di Aspi. Una posizione, la sua, in bilico. Allo stato non risulta indagato, anche se, ragionano alla Finanza, il fatto di essere presidente lo lega al progetto di retrofitting. L’analisi delle chat e delle mail interne non ha per il momento rilevanza su questi nomi. Resta, però, decisiva perché dalla lettura la Finanza sta stilando un’altra lista di dirigenti che potrà essere interessante sentire come persone informate sui fatti.