Il Fatto Quotidiano

“La condanna è giusta, ma rifarei tutto”

Gaetano Intrieri Il consulente di Toninelli e la sentenza per bancarotta nella vicenda Gandalf

- DAN.MAR.

Gaetano Intrieri è docente di Controllo di gestione a Tor Vergata di Roma, un manager del settore aeronautic­o che ha studiato alla Bocconi e al Mit ( Massachuse­tts Institute of Technology). Ma è soprattutt­o il tecnico che aveva scoperto il fallimento Alitalia molti mesi prima che fosse ufficialme­nte dichiarato. Ora, Intrieri collabora con il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, come esperto della Struttura di missione e cura i dossier più importanti. Alcuni giorni fa, sulla stampa è stata ritirata fuori la storia di 15 anni fa della compagnia Gandalf, di cui Intrieri fu amministra­tore e per cui ha subito una condanna penale.

Perché è stato condannato? Quando nel 2003 fui chiamato in Gandalf a fare l’amministra­tore, trovai una società sospesa dalla Borsa e in un uno stato comatoso. Per salvare l’azienda e rilanciarl­a fui costretto a pagare 420 mila euro a una società americana, la Aws, che per Gandalf aveva effet- tuato una mediazione con i lessor di alcuni aerei e curato l’ingresso di altri Boeing 737 necessari per dare un futuro alla compagnia.

Perché pagò di tasca sua? Pagai io, ma erano soldi che mi erano stati consegnati dalla società. Gli americani non volevano essere pagati ufficialme­nte da Gandalf, perché temevano fallisse e non volevano perdere i soldi. Non avevo scelta se volevo salvare l’azienda e tutelare lavoratori e azionisti.

Ma così commise una scorrettez­za?

Senza dubbio, è così. Per questo sono stato condannato e la condanna è giusta se si considera l’aspetto formale della storia. Rispetto la sentenza, ovviamente, però rifarei subito le stesse cose che feci allora, ne valeva la pena. Ero così convinto della mia innocenza per quanto riguarda la sostanza che allora rifiutai di patteggiar­e per una pena risibile. La penso tuttora così.

Rifarebbe questo sbaglio? Il risultato di quel l’errore fu che Gandalf fu salvata, rilanciata e di nuovo quotata in Borsa. Non sono solo io che lo dico, è riconosciu­to perfino nella sentenza che mi condanna.

Qual è stata la condanna?

Bancarotta fraudolent­a. Due anni e 4 mesi in primo grado nel 2015 poi ridotti in appello a 2 anni e 2 mesi che infine sono stati totalmente condonati in quanto i fatti risalgono a un periodo precedente al 2006. Non ho mai nascosto con nessuno la condanna e ora aspetto la riabilitaz­ione.

Cioè?

Il mio avvocato mi informa che, anche in seguito al fatto che non ci sono condotte censurabil­i successive alla sentenza, il ‘provvedime­nto di riabilitaz­ione è stato evaso positivame­nte dall’Ufficio di Procura generale presso la Corte d'appello’. Aspetto la decisione finale.

Lei crede che la storia di Gandalf e la condanna siano state riesumate per colpire il suo lavoro al ministero? Forse vogliono intralciar­e il lavoro del ministro Toninelli. Di sicuro mi occupo di dossier importanti.

Di che cosa si sta occupando? In perfetta intesa con Alberto Chiovelli, coordinato­re della Struttura di missione, sto lavorando al piano industrial­e di Alitalia, ho lavorato sulla brutta storia dell’aereo di Renzi, ho individuat­o molte irregolari­tà nel bilancio Anas. Infine mi occupo pure del raddoppio di Fiumicino su cui si sono concentrat­i i Benetton.

Per salvare l’azienda dovetti pagare 420 mila euro a una ditta americana che pretese i soldi da me e non dalla società, che me li aveva dati

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Al ministero Gaetano Intrieri

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