“Sono Samir, sono italiano e combatto per l’Isis”
Bougana, arrestato dall’esercito curdo, arruolava combattenti e gestiva il traffico di armi
“Mi
chiamo Samir Bougana e vengo dall’Italia”. Inizia così, in un italiano perfetto, la confessione davanti ai combattenti curdi siriani delle Unità di protezione del popolo (Ypg) del trentenne italiano di genitori marocchini che 3 anni fa si arruolò nell’Isis diventando, secondo le prime notizie arrivate dalla Siria, responsabile per l’organizzazione terroristica islamica dell’a pprovvigionamento di armi via Turchia. Catturato lo scorso 27 agosto nei pressi di Raqqa dalla milizia che costituisce la spina dorsale delle Forze siriane democratiche - l’esercito di combattenti arabi e curdi, sostenuto dagli Stati Uniti, autore della disfatta dell’Isis nel nord-est della Siria - Bougana è il primo italiano ad ammettere di essere stato un membro dell’Isis.
Durante la confessione registrata e postata su Youtube, il jihadista, nato e cresciuto in Italia fino all’età di 16 anni, spiega senza tradire emozione e preoccupazione di aver trascorso gli ultimi 3 anni della sua vita in Siria dove era arrivato con la moglie tedesca e le figlie passando dalla Turchia. Ed è in Turchia che stava tentando di tornare con la famiglia quando è stato arrestato dai curdi.
Sempre per sua ammissione, una volta arrivato nel paese sarebbe andato a chiedere protezione e rimpatrio al consolato italiano. Dalla Farnesina non sono arrivate delucidazioni in merito ma è auspicabile che gli inquirenti italiani siano già al lavoro per capire se Bougana avesse mantenuto contatti con l’Italia dopo essersi trasferito in Germania quando era poco più di un adolescente.
Contatti che magari sarebbero rimasti attivi anche dopo la sua decisione di entrare nelle fila dei combattenti dell’Isis. A quel punto andrà capito se lo jihadista aveva deciso di ritornare in Italia, anziché in Germania (paese natale della moglie) per continuare la lotta con una cellula oggi dormiente, come ha raccomandato alle sue trup- pe in disarmo, nel suo ultimo discorso diffuso via internet un paio di settimane fa, il Califfo Al Baghdadi, a quanto pare sopravvissuto alla debacle in Iraq e Siria.
Dopo la dissoluzione dello Stato Islamico con la caduta di Raqqa, il nostro connazionale sarebbe rimasto nascosto in quella sacca di resistenza che si trova al confine con lìIraq attorno all’ultimo caposaldo di Hajin.
SECONDO l’a nt i t e r r o r i s m o curdo l’uomo, si faceva chiamare con i nomi di battaglia di Abu Hureyre al Muhajir o Abu Abdullah al Muhajir e aveva un ruolo importante nell’organizzazione terroristica. Sarebbe stato infatti anche uno dei coordinatori dei mercenari stranieri del Califfato. Del resto Al Mijahir è il soprannome di battaglia che molti foreign fighters avevano adottato.
Qualora venisse confermato che ha avuto questi ruoli cruciali nell’or gan izzazione, l’aria tranquilla e lo spirito collaborativo, confermato dai suoi custodi curdi, che mostra nel video risulterà ancora più impressionante. Insomma per salvarsi sembra stia svuotando il sacco senza remore, fornendo dettagli circa il funzionamento dell’Isis e il suo rapporto con l’estero.
Bougana aveva vissuto anche a Cremona, ma l’ultima residenza nota era a Canneto sull’Oglio. Il motivo per cui decise di andarsene in Germania nel 2012 non lo ha spiegato nel video. Secondo la legge internazionale, a cui l’Italia aderisce, i combattenti di organizzazioni terroristiche anche straniere, una volta rientrati nel paese d'origine, devono essere processati.
Ero un membro dell’Is. Sono stato in Siria per 2 o 3 anni. Poi ho deciso di andarmene Ho preso mia moglie e le mie figlie per riportarle in Italia
SAMIR BOUGANA