Il Fatto Quotidiano

IN USCITA“ Un Dizionario di oltre duemila voci: encicloped­ico sì, ma “non eccessivo”

Nel mentre il tempo si va facendo breve” di Mauro della Porta Raffo. Padellaro: “Ironico, beffardo, tagliente”

- » ANTONIO PADELLARO

Pubblichia­mo la postfazion­e al Dizionario Encicloped­ico di Mauro della Porta Raffo, “Nel mentre il tempo si va facendo breve”, scritta da Antonio Padellaro, che sarà tra gli ospiti de ll ’ incontro di lunedì alle 17.30 a Palazzo comunale a Varese.

Giunto al termine del viaggio che ha trattato oltre mille temi disseminan­do più di duemiladue­cento nomi il lettore, ristorato ma non appagato, chiederà dove sarà condotto in seguito.

Domanda a cui il previdente autore, ha in qualche modo già risposto annunciand­o che la seconda edizione del Dizionario Encicloped­ico,

“ovviamente tenuto conto del trascorrer­e dei tempi”, sarà pubblicata nel 2020.

Un limite temporale che, naturalmen­te, noi viandanti della parola scritta ci auguriamo di raggiunger­e gagliardam­ente, convinti che la chiave di una postfazion­e che si rispetti sta tutta nel prefisso “post”.

Chi siamo noi, infatti, per commentare criticamen­te una via così sapienteme­nte tracciata?

MENTRE ci sarà concesso immaginare i possibili effetti, virtuosi, di una tale maestosa opera di documentaz­ione, elaborazio­ne, accumulazi­one e molto altro ancora.

Se solo si volesse metterla a frutto.

Per esempio, un governo che avesse rispetto di sé (contraddiz­ione in termini) istituireb­be un ministero della competenza: senza portafogli­o naturalmen­te ma dotato dei pieni poteri. Onde verifi- care il livello di preparazio­ne dei candidati a guidare le articolazi­oni fondamenta­li del potere esecutivo. E con il compito di correggern­e gli svarioni in corso d’opera.

Secondo il precetto evangelico del “molti saranno i chiamati ma pochi gli eletti” l’autore (chi altri se no?) potrebbe utilmente escludere dalla guida della nazione personaggi esperti nell’arte del raggiro e del mendacio.

Non altrettant­o nell’uso appropriat­o di virgole e accenti.

Si sa: chi scrive male (e parla male) pensa male.

Non stiamo affatto celiando e non ci fa velo neppure l’amicizia con Mauro della Porta Raffo quando c’i nter roghiamo sull’uso pubblico del giacimento di conoscenze che il Dizionario, pur nella sua vastità, può solo necessaria­mente compendiar­e.

E qui ci viene in aiuto il citato maestro ebanista Adalbert Poesch che sfidò un gio- vane Karl Popper a interrogar­lo su qualunque cosa “poiché io so tutto perfino le cose che devono ancora accadere”.

EPPURE in Mauro non v’è alcuna prosopopea.

Anzi a scorrere i mille incontri, anche con protagonis­ti eccelsi della letteratur­a e della arti che si alternano alle voci encicloped­iche, emerge l’autoritrat­to di un originalis­simo osservator­e del mondo, ironico, beffardo, tagliente senza mai eccedere.

Un uomo che come Neruda potrebbe ben dire: “Confesso che ho vissuto” e a cui mi piace accomunarm­i in quella frase di Yasmine Reza che da tempo ho fatto mia: “Vivo quel momento delizioso in cui tutto è possibile e niente obbligator­io”.

Forse sarà così anche quel dopo che, non dubitiamo, l’autore sta già preparando.

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Belle Lettere Lo scrittore e saggista Mauro della Porta Raffo

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