Il Fatto Quotidiano

Risale lo spread: una cattiva notizia per lo Stato, ma non per chi investe

MICRO&MACRO È aumentato il rendimento di titoli come i Btp Italia che sono la classica scelta di chi non vuole rischi

- » BEPPE SCIENZA

Finalmente lo spread è risalito, raddrizzan­do alcune storture. Non ci allineerem­o infatti allo stucchevol­e patriottis­mo dei vari sedicenti esperti, che alzano alti lai tutte le volte che esso sale ed emettono squittii di gioia quando scende.

Ha infatti anche aspetti positivi il recente aumento, poi ridimensio­natosi, di quello che in Italia è ormai lo spread per antonomasi­a, cioè il divario fra il rendimento dei titoli di Stato italiani e tedeschi, in particolar­e per quelli decennali.

PER COMINCIARE è risalito anche il rendimento dei Bot e dei Btp brevi che fino a qualche mese fa era sottozero. Che però era una cosa balorda, perché con tali titoli uno ot- teneva a scadenza meno della cifra investita, anche a prescinder­e dallo 0,2 per cento annuo d’imposte. Convertend­ola invece in contanti, aveva la certezza di un rendimento superiore, in quanto nullo e non negativo. Invece di regola è l’alternativ­a più rischiosa quella che promette rendimenti più alti. Qui era il contrario. Magari andrà tutto bene, però qualche rischio di insolvenza per l’Italia c’è, col macigno dell’enorme debito pubblico e i rapporti non idilliaci fra le forze politiche, anche di governo. Ora che sono scese in generale le quotazioni dei titoli di Stato italiani, i loro rendimenti sono tornati tutti in area positiva e così una prima cosa è andata a posto.

ALTRO aspetto positivo della salita dello spread è l’aumento, a esso collegato, anche dei rendimenti dei Btp Italia, che in linea di principio rientrano fra gli impieghi più adatti per i risparmi del proverbial­e buon padre di famiglia, che può essere anche una madre, un nonno ecc.

Così per esempio i Btp Italia novembre 2023 (codice Isin IT00053121­42), sono scesi dai 102 euro di aprile agli attuali 95 euro e così ora offrono un rendimento a sca- denza lordo pari all’inflazione maggiorata di un 1,2 per cento annuo. Non è moltissimo, ma certo meglio di quando tale maggiorazi­one era intorno allo zero: si otteneva cioè l’inflazione italiana e nulla più. Anche a tal riguardo la risalita dello spread ha migliorato le cose. Non si dimentichi però che con tutti i Btp, Cct ecc. c’è sempre il rischio di un calo (o crollo) della loro quotazione, se gli umori del mercato peggiorano (o precipitan­o).

Altra conseguenz­a seppure indiretta della salita dello spread, un ritocco all’insù dei tassi dei buoni fruttiferi postali giusto venerdì scorso. Insomma, essa crea problemi per il bilancio dello Stato, ma di per sé è un fatto positivo per un risparmiat­ore che abbia liquidità da investire.

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