L’Italia libera e nuova di Matera che Di Maio dovrebbe leggere
BOOK BOOKS Il progetto del visionario Olivetti per l’emergenza dei Sassi
Stiamo parlando di un libro su Matera ( La voce di Matera, Storie di La M ar t el la , di Francesco Paolo Francione, Edizioni di Comunità) e dobbiamo ricordare subito tre notizie che danno un senso all’argomento (parlare di Matera) in questo strano tempo italiano. La prima notizia è che Matera sarà nel 2019 la Capitale mondiale della Cultura. La seconda è che non si ha per ora alcuna seria informazione del come e con chi il Paese Italia e la città Matera si stiano preparando per questo evento. La terza notizia è che il vice primo ministro italiano Di Maio, in una delle sue passeggiate con cortigiani e scorta, che sembra siano la sola attività pubblica sia dell’uno sia dell’altro vice di governo (o così vengono filmate per il tg ) sembra sia stato ascoltato chiedere al presidente della Regione Puglia Emiliano: “E per Matera che cosa stai facendo?”. Facile spargere pettegolezzi di governo e sostenere che uno dei vice presidenti del Consiglio non sappia dove stia Matera. Però è una ragione in più per sperare che La voce di Matera, circoli e arrivi su certi tavoli dove la realtà (tranne che per l’impegno a perseguitare gli immigrati ) sembra sia lontanissima. La voce di Matera è come un diario, scritto decenni dopo, di un evento straordinario e gran- dioso in cui una opposizione cattiva e rivoluzionaria (il Pci) legata all’Urss, e un governo conservatore e succube della Chiesa, legato agli Usa, hanno lavorato insieme a dare alla città ciò che nei comizi di allora si chiamava “casa e lavoro”. Matera era un nascere di nuovo, dove le case erano sassi e la terra da lavorare era arida e lontana. È ad Adriano Olivetti che “buoni” e“cattivi” della storia di Matera si rivolgono per creare il nuovo quartiere ( La Martella) a cui l’ing. Adriano stava già pensando e disegnando con i suoi architetti. Scorrete ( e poi fatalmente leggete) le 260 pagine de La Voce di Matera e vi troverete una Italia oggi ignota e perduta in cui un borgo con case, scuole e cinema, nasce in tre anni, e in cui tutto ciò che la civiltà di un Paese può dare, viene dato senza trucchi e senza inganni, e i naturali scontri politici (Togliatti e De Gasperi) lasciano spazio al fabbricare nuove case e nuove vite. È una storia in cui tutte le promesse vengono mantenute, narrata dalle voci di chi era bambino allora. Rassicurate Luigi Di Maio. Almeno una cosa per Matera è stata fatta. Sappiamo che non legge. Ma potrebbe fare una eccezione per poi parlarne nella prossima passeggiata tv.