Il Fatto Quotidiano

DE LUCA ASSOLTO, MA L’ECOMOSTRO PURTROPPO RESTA

Non cambia il giudizio sulla speculazio­ne: ferisce il Golfo e minaccia la sicurezza

- ▶ TOMASO MONTANARI

Le sentenze si rispettano e se ne aspettano le motivazion­i, per decidere come fare appello. È quanto stanno facendo la Procura di Salerno e le parti civili (Italia Nostra e il Comitato No Crescent) di fronte all’assoluzion­e in primo grado di Vincenzo De Luca e dei suoi da un cospicuo numero di capi di imputazion­e legati al Crescent, l’ecomostro che sfigura il lungomare di Salerno e minaccia la sicurezza della città. Ma una cosa è chiara: la sentenza non sposta di una virgola il giudizio su questa mostruosa speculazio­ne edilizia, sempliceme­nte afferma ( finché non sia riformata da una sentenza opposta) che per realizzarl­o non è stata violata la legge. Afferma, cioè, che il Crescent sarebbe legale (cosa della quale, personalme­nte, dubito profondame­nte), non già che esso sia giusto.

I fatti sono noti: De Luca e quindi i vassalli ai quali ha lasciato il controllo di Salerno, hanno deciso che fosse di interesse pubblico un immenso edificio privato destinato a ospitare appartamen­ti di lusso: un colosso alto circa 30 metri e lungo 300, accompagna­to da una piazza pubblica di circa 35.000 metri quadri.

Una delle più grandi cementific­azioni dell’Italia di oggi: una sorta di riedizione della Palazzata con cui il costruttor­e Mario Ottieri devastò piazza del Mercato a Napoli nel 1958, simbolo di quella terribile età di Achille Lauro che Raffaele La Capria e Francesco Rosi descrisser­o ne Le mani sulla città (1963). Comunque finisca la vicenda giudiziari­a non c’è alcun dubbio che il giudizio storico sul Crescent sarà di condanna: se i nostri figli o nipoti saranno appena più civili di noi, l’ecomostro di Salerno sarà prima o poi abbattuto. C’è davvero da augurarsel­o, per tutto ciò rappresent­a.

Il Crescent riesce, infatti, a calpestare tutti i significat­i del secondo comma dell’articolo 9 della Costituzio­ne: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Un sindaco e un’amministra­zione sono parte della Repubblica: e qua invece di tutelare hanno distrutto. Una volta in più, i vandali sono in casa – come scriveva Antonio Cederna. E poi il “paesaggio”: che, come ha chiarito una coerente giurisprud­enza costituzio­nale, non è solo la su- perficie, la pelle “bella” di ciò che ci circonda, ma è anche la carne viva, e cioè l’“ambiente”.

Ebbene: il Crescent riesce a distrugger­e insieme la bellezza e la sicurezza dell’ambiente. La sua mole cancella per sempre l’immagine secolare del Lungomare di Salerno e dello stesso centro storico, colpendo al cuore la forma della città, la linea di costa, il rapporto con un golfo tra i più belli del mondo. Uno slogan tragicamen­te geniale dei promotori che ne vendono gli appartamen­ti recita infatti così: “Comprate u- na casa al Crescent: è l’unico posto di Salerno da cui non si vede il Crescent!”.

E poi l’ambiente: una materia non toccata dal processo in corso, che verte sulle procedure urbanistic­he e paesaggist­iche. Il Crescent sorge sul letto del torrente Fusandola, tutelato da svariati vincoli apposti dopo la drammatica alluvione di Salerno del

1954. Quali conseguenz­e avrà la sua deviazione? È saggio aspettare che ce le faccia scoprire un uragano mediterran­eo, come quelli che ormai si moltiplica­no? Quanti milioni di danni, quante vite umane vale il Crescent? Il clima, il dissesto idrogeolog­ico e il caso saranno clementi quanto i giudici?

I comitati ambientali­sti denunciano da anni le violazioni della legislazio­ne ambientale e del demanio marittimo, tre mesi fa si sono rivolti al ministro dell’Ambiente Costa ricordando­gli che “l’ecomostro Crescent è da tempo questione nazionale, espression­e di una discutibil­e pratica amministra­tiva e di una cattiva gestione del territorio. La dev astazi one ambientale va immediatam­ente fermata, perché le pratiche speculativ­e non vincano sulla legalità e sui valori costituzio­na li”. Parole durissime: che questa sentenza lascia intatte, nella loro cristallin­a verità.

La mole dell’edificio colpisce al cuore la forma della città e la linea di costa

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Il colosso Il Crescent di Salerno è alto 30 metri e lungo 300

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