Don Camillo, Peppona e il santo che suda
Il vescovo chiede cautela, la sindaca vuole il miracolo (e i turisti)
Sea Napoli San Gennaro scioglie il sangue, ad Agira, paesino della Sicilia agricola in provincia di Enna, la statua di San Filippo suda. E il “miracolo”, ripreso in video dai fedeli e spedito su WhatsApp, oltre a scatenare la “corsa al prodigio” divide sindaco e curia, ribaltando gli schemi di Guare- schi: qui è don Camillo, il vescovo di Nicosia Salvatore Muratore, a frenare gli entusiasmi, manifestando scetticismo e chiudendo la statua in sacrestia vietandola alle masse di fedeli giunte anche dalle province di Catania e Messina per venerare il “santo nero” migrante, protettore del paese che arrivò d a l l ’ A f r i c a per combattere il paganesimo nel Primo secolo dopo Cristo. Ma il sindaco Pd Maria Gaetana Greco, già deputato alla Camera, non ci sta, e vuole denunciare il vescovo al Pontefice: “Scriverò al Vaticano”.
Se a Napoli San Gennaro scioglie il sangue, ad Agira, paesino della Sicilia agricola in provincia di Enna, la statua di San Filippo suda. E il “miracolo”, ripreso in video dai fedeli e spedito su WhatsApp, oltre a scatenare la “corsa al prodigio” divide sindaco e curia, ribaltando gli schemi di Guareschi: qui è don Camillo, il vescovo di Nicosia Salvatore Muratore, a frenare gli entusiasmi, ma nif es tan do scetticismo e chiudendo la statua in sacrestia vietandola alle masse di fedeli giunte anche dalle province di Catania e Messina per venerare il “santo nero” m igran te, protettore del paese che arrivò dall’Africa per combattere il paganesimo nel Primo secolo dopo Cristo. Ma il sindaco Pd Maria Gaetana Gre- co, già deputato alla Camera, non ci sta, e vuole denunciare il vescovo al Pontefice: “Scriverò al Vaticano – dice indignata – non penso che papa Francesco sia d’accordo con la scelta della diocesi che vieta ai fedeli di pregare davanti a San Filippo”. Per lei, già vicina a Mirello Crisafulli convertita oggi ad Articolo 1, e capace di votare alla Camera a favore d e ll ’ arresto di Francantonio Genovese contravvenendo la disciplina di partito, nessun dubbio: “San Filippo ha riportato la speranza in questa terra martoriata. Miracolo o meno, che male c’è nel far vedere la statua a tutti?”, rilancia, specie se, come aggiunge il primo cittadino, come tanti in Sicilia promotori in chiave turistica dei “paesi albergo’’, “anche solo due autobus di pellegrini al giorno potrebbero essere u- na grande occasione per la nostra comunità’’.
Intanto sono centinaia le persone che si accalcano ogni giorno davanti le reliquie del santo, che sostituiscono nella venerazione dei fedeli la statua chiusa in sacrestia dal parroco della Reale Ab- bazia, don Giuseppe La Giusa, in attesa che la commissione nominata dal vescovo concluda gli accertamenti iniziati sul liquido che sembra colare dalle guance del santo. La prima lacrimazione risale al 20 settembre, ma la stessa sindaca ha raccolto le confidenze dei fedeli che hanno visto scendere lacrime anche alla fine di luglio e agli inizi di settembre, suscitando l’interesse della chiesa ortodossa, che divide con i cattolici la venerazione dello stesso santo, e provocando un primo appello, disatteso, alla riservatezza.
CON IL VIDEO su WhatsApp la notizia della lacrimazione si è diffusa rapidamente nonostante le cautele e lo scetticismo del vescovo attestato sulla linea del Vaticano, molto cauta di fronte alle lacrime delle statue sacre e altri fenomeni analoghi, al punto da considerare ancora oggi un “prodigio’’ e non un “miracolo’’ lo scioglimento a Napoli del sangue di San Gennaro. Per contribuire alla soluzione del mistero è stata lo stesso sindaco Maria Greco a proporre al vescovo l’intervento di un esperto dei carabinieri del Ris, il reparto scientifico di eccellenza dell’Arma, ma in questo caso l’offerta è stata rifiutata. Poteva essere utile a chiarire ciò che ha scritto Rosanna Chiaramonte sulla pagina Facebook del sindaco: “Oggi ho visto in Tv che nell’orecchio di San Filippo c’era un apparecchietto, non credo (che il santo, ndr) fosse sordo’’.
Il paradosso Invertito in nome di un’insperata opportunità turistica lo schema di Guareschi