Il Fatto Quotidiano

Molestie: “Bergoglio ricevette la denuncia e vi mostro la prova”

La denuncia sulle violenze subite arrivò nel 2014 alla Segreteria di Stato-Affari generali

- ▶ ÁLVAREZ E OLIVA

La lettera è scritta a mano. Riporta la data del 3 dicembre 2013. Julieta Añazco – la donna di La Plata, Buenos Aires, che ieri col Fatto Quotidiano ha ricordato drammatica­mente lo stupro subito, a soli sette anni, dal prete argentino Ricardo Giménez più di trent’anni fa, e il silenzio che Papa Bergoglio avrebbe tenuto sulla vicenda – ha la prova di come in Vaticano non potessero non sapere.

Il Fatto è venuto in possesso del testo originale della lettera, di cui Julieta aveva conservato copia, ma soprattutt­o della ricevuta di ritorno della posta prioritari­a con cui il documento venne spedito dalla donna, il 23 dicembre 2013. Bergoglio era stato eletto Pontefice qualche mese prima. E di fronte a quel Papa che “veniva quasi dalla fine del mondo”, che veniva dalla sua stessa Argentina, Julieta, insieme ad altre donne vittime di Giménez, prende carta e penna.

“Oggi abbiamo tutte tra i 35 e i 55 anni – si legge nella lettera, indirizzat­a direttamen­te a Papa Francesco –, ma eravamo bimbe trai 4 e i 10 anni quando il sacerdote della Chiesa Cattolica Héctor Ricardo Giménez abusò sessualmen­te di noi. Alcune sono state picchiate. Molte di noi sono oggi in cura psicologic­a e psichiatri­ca. Molte hanno cercato di suicidarsi perché per noi el Padre Ricardo era quasi un Dio, e nella testolina di noi bam- bine, come eravamo al tempo, Dio non poteva fare certe cose. Eppure questo uomo abusava sessualmen­te di noi nel nome di Dio. Questo uomo, che oggi indossa ancora l’abito talare e ha 80 anni, è un pericolo per la società”. Poi la donna rivolge la sua richiesta: “Chiediamo un pro- cesso ecclesiast­ico per tutti i sacerdoti che abusano di un minore. Aspettiamo presto una risposta da Lei, Sua Santità, perché sappiamo della sua lotta contro i casi di pedofilia nella Chiesa”.

Il timbro di ricezione dell’ufficio postale della Città del Vaticano porta la data del 14 gen- naio 2014, quindi poche settimane dopo l’invio da parte di Julieta. Ma che la lettera sia giunta a destinazio­ne lo prova anche un altro timbro: quello degli Affari generali della Segreteria di Stato vaticano. Quindi, parliamo del cardinale Giovanni Angelo Becciu, Sostituto alla Segreteria di Stato fino a pochi mesi fa, quando Bergoglio ha nominato per questo ruolo il Monsignor Edgar Peña Parra.

Becciu proprio due giorni fa, in un’intervista a Tv 2000, si è scagliato nuovamente contro i preti pedofili, arrivando a proporre test psicologic­i a cui sottoporre i seminarist­i. “Era inimmagina­bile pensare che questa sporcizia fosse così diffusa”, ha detto. “È un tale flagello che ci ha messo anche in crisi sul tipo di Chiesa che finora abbiamo concepito: non possiamo essere tolleranti e non vederne la mostruosit­à”.

Ma intanto Julieta, come anche le altre donne, aspetta. Da anni. Fino a quando ancora?

Destinazio­ne raggiunta ”Aspettiamo una risposta da Lei, Sua Santità Chiediamo un processo per tutti i preti pedofili”

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 ??  ?? Ricevuta di ritorno con tanto di timbro vaticano della lettera spedita il 23.12.2013 (sopra, alcuni stralci) dalla donna
Ricevuta di ritorno con tanto di timbro vaticano della lettera spedita il 23.12.2013 (sopra, alcuni stralci) dalla donna

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