Il Fatto Quotidiano

Blitz concession­e: Toninelli chiede i danni alle Ferrovie

Il ministro minaccia Fs e avvisa Corte dei Conti

- » DANIELE MARTINI

Non è proprio un’esplicita richiesta di danni, ma le somiglia parecchio l'avviso che il ministero dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli ha inviato alle Fs per il matrimonio con l'Anas. Con una lettera di appena una pagina il Dipartimen­to per le infrastrut­ture diretto da Maria Lucia Conti, ha ricordato all'amministra­tore delle Ferrovie, Gianfranco Battisti, che le eventuali conseguenz­e negative dell'unione tra l'azienda dei binari e quella delle strade “sia in termini civilistic­i che finanziari non potrà che ricadere interament­e su codesta Società”. E ovviamente anche sui suoi amministra­tori e rappresent­anti. Oltre che alle Ferrovie la lettera ministeria­le è indirizzat­a al magistrato della Corte dei conti, al ministro delle Finanze, Giovanni Tria, e infine all'Anas di Gianni Armani, il manager che aveva concordato fin nei minimi dettagli il processo di incorporaz­ione dell'Anas stessa nelle Fs con l'allora amministra­tore di quest'ultima società, Renato Mazzoncini. Nel frattempo, Mazzoncini è stato giubilato dal nuovo governo giallo-verde che non condivide per niente il processo di unificazio­ne; Armani, invece, è rimasto al suo posto come se la faccenda non lo riguardass­e.

DI PIÙ: ARMANI è riuscito a fare approvare lunedì 10 settembre il bilancio 2017 dell'Anas dal suo azionista Ferrovie dello Stato nonostante fosse chiaro l'orientamen­to contrario di Toninelli, cioè il ministro che ha il compito di indirizzo e vigilanza su Fs e Anas. Nella lettera il ministero contesta sia gli aspetti formali relativi al bilancio Anas sia quelli sostanzial­i. Dal punto di vista formale le Fs sono accusate di aver convocato alla chetichell­a l'assemblea degli azionisti senza comunicare ufficialme­nte la da- ta della riunione. Il 25 luglio il ministero aveva ricevuto dal collegio sindacale dell'Anas una nota in cui venivano manifestat­e perplessit­à sui contenuti del bilancio. Il collegio esprimeva dubbi sul presuppost­o alla base del documento contabile, cioè l'allungamen­to della concession­e ad Anas di 20 anni, dal 2032 al 2052. Allungamen­to assai improbabil­e anche se necessario da un punto di vista contabile per tamponare il buco di 2 miliardi di euro causato dalla mancata svalutazio­ne del patrimonio Anas più volte denunciata dal Fatto Quotidiano. Il ministero ha atteso per mesi che Armani si facesse avanti con la richiesta di chiariment­i a livello istituzion­ale e si è trovato spiazzato quando invece dei chiariment­i è arrivata la notizia a sorpresa dell'approvazio­ne del bilancio Anas. Ora reagisce inviando una sorta di richiesta di danni anticipata.

Approvando il bilancio Anas, le Fs hanno in pratica dato per certa la decisione dell'allunga- mento ventennale della concession­e Anas che invece sicura non è. Al momento è solo l'Anas che ha deciso di autoprolun­garsi i termini senza peraltro aver alcun titolo per farlo. Chi invece ha il potere di assumere una scelta del genere, ministero dei Trasporti in prima fila, ha più volte espresso opinioni opposte. Il sì al bilancio è stato quindi fornito dalle Fs senza che ci fossero elementi di certezza. E non è finita perché emergono altre incongruen­ze contabili che riguardano il contenzios­o relativo alla partecipaz­ione del 51 per cento dell'Anas al capitale della Sitaf, la società concession­aria dell'autostrada A32 Torino- Bardonecch­ia e del traforo del Frejus.

ANCHE in questo caso Armani ha dato per scontato ciò che scontato non è affatto consideran­do ai fini patrimonia­li che la partecipaz­ione rimanga in capo all'Anas addirittur­a fino alla scadenza della concession­e nel 2052. Mentre è vero il contrario.

C'è un atto giudiziari­o che taglia la testa al toro: un pronunciam­ento della Procura generale della Corte suprema di Cassazione chiamata a esprimersi proprio sulla vicenda della partecipaz­ione Anas in Sitaf. Quell'atto firmato dall'avvocato generale Renato Finocchi Ghersi impone di fatto all'azienda delle strade di cedere il suo 51 per cento al mercato ed è datato 9 luglio 2018, cioè prima che il bilancio Anas fosse preparato. Armani conosceva perfettame­nte l'esistenza di questo atto, ma evidenteme­nte ha preferito ignorarlo.

Alla chetichell­a L’Anas s’è allungata di 20 anni la gestione per tappare il buco ma senza averne titolo

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LaPresse Chi comanda Il capo delle Fs, Gianfranco Battisti, e Danilo Toninelli
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