DIRITTO DI REPLICA
Noi giornalisti risultati idonei al concorsone Rai 2015 vorremmo replicare all’articolo pubblicato sul Fatto del 27 settembre a firma di Ilaria Proietti. La collega estrapola una parte della risposta della Rai a un ’ interrogazione parlamentare presentata dall’On. Mirella Liuzzi (M5S) e lascia intendere che non abbiamo ragione di chiedere l’assunzione in Rai perché “non idon e i”. Mancherebbe pertanto il “presupposto indispensabile per le assunzioni del nuovo contratto di servizio”. Una conclusione in realtà non presente nella risposta di Viale Mazzini a Liuzzi. In nessuno dei documenti pubblici sul concorso si dice che non siamo risultati idonei alla selezione. Nella risposta contraddittoria all’interrogazione, la Rai riferisce che, su 392 classificati, inizialmente – come previsto dal bando – sono stati chiamati i primi cento (così da garantire “un livello qualitativo adeguato dei partecipanti”). Poi però la Rai ha cambiato idea, scorrendo la classifica fino al numero 201. Anche nella seconda parte della graduatoria, evidentemente, il livello qualitativo era adeguato (idoneo). La stessa Rai, quando le abbiamo chiesto di poter accedere agli atti del concorso, ha respinto per due volte la nostra istanza, dimostrando una mancanza di trasparenza che ci ha dato da pensare. Ora questa vicenda è nelle mani del Tar del Lazio. Da veri outsider abbiamo portato a termine una dura selezione: a esaminarci è stata una commissione prestigiosa guidata da Ferruccio De Bortoli. Chiediamo che venga rispettato il diritto che abbiamo maturato e che la Rai non torni a criteri di selezione opachi.
In riferimento all’articolo “R iprendiamoci le autostrade” a firma Dario Ballotta e Giorgio Ragazzi, pubblicato il 28 settembre, va sottolineata una grave inesattezza: Anas dal 2012 non è più la concedente della rete autostradale.
A partire dall’ottobre del 2012, sono state trasferite al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tutte le attività di controllo della gestione delle autostrade e vigilanza sull’esecuzione dei lavori di costruzione delle opere date in concessione. Va inoltre evidenziato che appare del tutto gratuita la valutazione degli autori secondo cui Anas “mal si presta a gestire autostrade in house per conto dello stato”.
L’azienda, infatti, gestisce circa 30.000 km di rete viaria, nell’ambito dei quali oltre 1.700 km di autostrade a pedaggio e non (anche tramite partecipate). Ricordiamo tra quelle gratuite il Grande Raccordo Anulare di Roma (che ha una media di 166 mila veicoli al giorno, con un traffico 5 volte superiore alla media delle autostrade a pedaggio), l’aut ostr ada Roma-Aeroporto di Fiumicino e le autostrade siciliane A19, A29 (sulle quali sono in corso importanti piani di riqualificazione) e la Catania-Siracusa e, tra quelle a pedaggio, il Passante di Mestre in Veneto e l’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia e il Traforo autostradale del Frejus in Piemonte. Infine, gestisce autostrade all’estero come ad esempio la tratta dell’Autostrada M4 (227 km) tra Rostov e Krasnodar in Russia. UFFICIO STAMPA ANAS
È ben vero che a partire dal 2012 sono state trasferite dall’Anas al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tutte le attività di controllo della gestione delle autostrade.
Il fatto però che l’Anas continui a percepire buona parte dei canoni di concessione pagati dai concessionari, e anche le rate per la concessione dell’Autostrada dei Parchi, può indurre a far confusione sui relativi ruoli.
Che il concedente sia direttamente il ministero giustifica l’eventuale decisione di riassumere la gestione delle autostrade “in house”, senza bisogno di porle in gara, anche se potrebbe essere utile costituire un ente pubblico ad hoc per evitare il coinvolgimento diretto del ministero. Non abbiamo espresso alcun giudizio negativo sulle capacità dell’Anas di gestire la manutenzione delle autostrade che tornassero a gestione diretta dello Stato, ma riteniamo che sarebbe preferibile farne oggetto di gare aperte anche a imprese private. G. R.