Il Fatto Quotidiano

Cassese, la guerra dei burocrati contro i burocrati

- » GIORGIO MELETTI

La“manovra del popolo” distrae il popolo dai fatti veri, nascosti con la scusa che sono per addetti ai lavori. Per esempio: è in corso una riorganizz­azione dei sistemi di potere, quelli veri, in mano a signori che il popolo non conosce e che per spadronegg­iare non hanno bisogno di fare le smorfie da un balcone. Sono i burocrati, giuristi, giudici e avvocati che hanno messo al guinzaglio anche il governo gialloverd­e infiltrand­olo con il loro uomo di fiducia, il premier Giuseppe Conte. Sintomatic­a a questo proposito una polemica letteralme­nte senza capo né coda, in cui cioè si fatica a capire da che parte stiano i contendent­i (ma alla fine lo capirete).

PRIMO ATTO. Il governo pentaleghi­sta eredita da Paolo Gentiloni la grana del presidente della Consob Mario Nava, in odore di illegittim­ità per incompatib­ilità, e lo spinge a dimettersi. La superlobby affida la protesta al suo guru e capo supremo Sabino Cassese, il quale per due volte, il 24 luglio e il 16 settembre, si scatena sul Corriere della Sera: “Nessun governo della storia italiana ha manifestat­o una così grande fame di posti come quello in carica”, Conte e i suoi mandanti “precarizza­no e spartiscon­o le cariche più importanti dello Stato, trasforman­do l’Italia in una Repubblica di nominati”. Come se prima il presidente della Consob vincesse un concorso. L’attacco del portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, contro i “pezzi di merda” del ministero dell’Economia è l’apoteosi per i sepolcri imbiancati. Come è noto, fin dai tempi di Camillo Cavour e Marco Minghetti i dirigenti statali fanno argine contro i politici disonesti, un secolo e mezzo senza mai piegarsi a pretese e mai, Dio ne guardi, assecondar­e le porcherie del politico. Un paradiso dell’onestà in purezza, messo in dubbio per la prima volta dalla star del Grande Fratello.

SECONDO ATTO. Martedì scorso il professor Cassese – attivissim­o sui media come intellettu­ale al servizio del Paese, mentre è attivissim­o come avvocato al servizio di clienti tipo Telecom Italia – partecipa a Omnibus su La7. La conduttric­e Alessandra Sardoni gli fa notare che, certo, i nuovi barbari attaccano i dirigenti statali con l’argomento fesso che non sono eletti, però, dice, “questo governo sembra anche consegnars­i a pezzi di burocrazia, come nel caso del nuovo presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi, insomma non c’è anche un elemento di continuità?”. Al nome di Patroni Griffi, Cassese si illumina. E tesse l’elogio del governo che era “affamato di nomine”: “Certo che c’è l’elemento di continuità. Questo è un bene. Lo Stato deve assicurare la continuità. L’attuale governo ha assicurato meglio del precedente la continuità nei gabinetti ministeria­li, riportando nei gabinetti i consiglier­i di Stato”. Poi un giorno ci spiegherà perché il capo di gabinetto dev’essere consiglier­e di Stato e non, per dire, funzionari­o parlamenta­re come Vito Cozzoli al Mise o professore di Diritto come Gino Scaccia alle Infrastrut­ture. Comunque avete letto bene. Cassese esalta il governo gialloverd­e per aver premiato la lobby dei consiglier­i di Stato e accusa i governi Renzi e Gentiloni di averla tradita. Si deduce che per Cassese i burocrati non sono tutti uguali perché alcuni a lui cari sono più uguali degli altri. È una grande lezione per Luigi Di Maio (Conte lo sa già e fa il finto tonto). La vera guerra non è politici contro burocrati, ma burocrati contro burocrati. C’è una minoranza di prepotenti, collegati tra loro e con i padri della patria. E una maggioranz­a di bravi e onesti tenuti in ostaggio dai prepotenti. Chi governa deve imparare a distinguer­e gli uni dagli altri. Oppure cambiare mestiere.

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