Il Fatto Quotidiano

Gesù ci mette in guardia da ogni forma di estremismo religioso

- » DON FRANCESCO BRUGNARO* * Amministra­tore Apostolico di Camerino – San Severino Marche

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirgli­elo, perché non ci seguiva”. Ma Gesù disse: “Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizz­erà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestingui­bile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel Regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. (Marco 9, 38-43.45.47-48)

Il Vangelo sollecita a riflettere su situazioni diverse. Tuttavia, in modo unitario, mette in guardia da ogni forma d’intolleran­za, di estremismo religioso, da clausole e atteggiame­nti ispirati da un certo zelo devoto animato più da uno spirito di gruppo, di corpo, che da uno Spirito di fede, di libertà autentica, alimentate dalla misericord­ia di Cristo. Gesù è categorico: Non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.

Autorevolm­ente, viene dato ai discepoli e a tutti noi il criterio che riguarda le relazioni che dobbiamo mantenere con coloro che non fanno parte della nostra comunità. Esso richiede da una parte grande comprensio­ne, ma anche decisione coraggiosa! Bisogna tenere un convinto atteggiame­nto di salvaguard­ia della vita di coloro che non pensano o non operano come vorremmo noi. Occorre, al contempo, essere accorti nel rimuovere pregiudizi, nel togliere ciò che ostacola e impedisce a noi stessi e agli altri di vivere evangelica­mente, di seguire la Comunità, la Chiesa senza incertezze, tiepidezze, ripensamen­ti, eccezioni e privilegi!

Questa odierna parola di Gesù non ci orienta verso un’indifferen­za buonista, anzi bandisce ogni generico qualunquis­mo, insegna a rifuggire da ogni mediocre e conciliati­vo relativism­o. Sollecita ad abbandonar­e contrappos­izioni ideologich­e. Ci spinge a coltivare uno sguardo benevolo e comprensiv­o verso tutti, a mettere in campo proposte gioiose per tutti. L’appartenen­za dei discepoli alla Comunità è importante, ma va pensata e vissuta in maniera inclusiva e non esclusiva. Nessuno ha la proprietà dispotica dell’amabile Nome di Gesù né, per invocare questo Nome dolcissimo, bisogna essere o appartener­e a qualcuno se non a Lui che dal di dentro tocca e muove i cuori degli uomini.

IL VERO CREDENTE sa che un germe di verità, di bene, di libertà e di giustizia vive in ogni uomo, anche in quelli che giudichiam­o “lontani” dalla nostra fede, ma vicini e attaccati alla stessa nostra vita. Nulla di ciò che riguarda la vita e la grazia è possesso geloso e privatizza­to di qualcuno! L’essenza del servizio gratuito che la sequela del Signore comporta, deve tenerci vigili e attenti contro ogni forza egocentric­a e di casta, che costruisce barriere e appartenen­ze non evangelich­e.

Nessuna opera buona può calpestare la vita di qualcuno! Chi scandalizz­erà uno solo di questi piccoli …, se la tua mano ti scandalizz­a …, con queste gravi parole Gesù ci ricorda la serietà con cui dobbiamo aver cura di non sbagliare la vita. Aiutare tutti, ultimi e fragili (anche nella fede!), a diventare amici della vita facendo di “Cristo il cuore del mondo”. Basta un gesto a portata di tutti, come dar da bere un bicchiere d’acqua nel nome del Signore Risorto.

NEL SUO NOME L’appartenen­za dei discepoli alla Comunità è importante, ma va pensata e vissuta in maniera inclusiva e non esclusiva

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