Al-Sisi, dittatore da docufilm Nuovo colpo ai diritti umani
Il presidente egiziano Abdel Fattah al- Sisi, ossia il “Nostro uomo al Cairo”. È lui il protagonista del docufilm Our man in Cairo in onda stasera su Sky Atlantic ( 21,15), co- prodotto con Arte e Zdf. La storia degli ultimi 5 anni di terrore in cui è piombato l’Egitto dopo i moti rivoluzionari del 2011 e le prime elezioni libere, l’anno successivo, vinte dai Fratelli Musulmani di Mohamed Morsi, oggi in prigione. La prima visione in Italia arriva dopo la sentenza emessa ieri dal tribunale del Cairo nei confronti di Amal Fathy, moglie di Mohamed Lotfy, il numero due della Commissione egiziana per i diritti e la libertà (Ecrf). La Fathy, in carcere dall’ 11 maggio scorso, è stata condannata a due anni di reclusione, 10 mila lire egiziane di multa e altre 20 mila per la cauzione e dunque la sospensione della pena nel cosiddetto caso Maadi. Si tratta della pubblicazione di un video sui social considerato ‘pericoloso per la pace pubblica’. Resta in piedi l’altro caso, la presunta affiliazione a un gruppo politico ormai disciolto, discusso il prossimo 14 ottobre. Un duro colpo per lei, i suoi cari e per la famiglia di Giulio Regeni che all’Ecrf si è affidata sin dai giorni successivi alla morte del ricercatore friulano. “L’Egitto deve essere ricostruito e protetto dai suoi figli, è una profezia della storia. Lunga vita all’Egitto”. Al-Sisi, un dittatore senza scrupoli capace di far rimpiangere l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, ha fatto della violenza, della repressione e della paura i suoi strumenti di potere. “Persona sgradita”, non per i i leader mondiali, disposti a dichiarare la loro stima verso un militare al comando con un Golpe su commissione. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha confermato di avere “f a nt a st iche relazioni con l’Egitto” e di “apprezzare quanto stia facendo al-Sisi”, mentre è risaputa la stretta collaborazione con il leader russo Vladimir Putin, specie sullo strategico nodo libico.