“Hanno fatto fuori Dilma e Lula ma Haddad vincerà la paura”
CelsoAmorim L’ex ministro degli Esteri e della Difesa dei governi di sinistra brasiliani spiega le chance del candidato contro il populista Bolsonaro
Celso Amorim non pensava di divenire un diplomatico, invece è stato ministro degli Esteri (1993-1994) nel governo di Itamar Franco e poi (2003-2010), con Inacio Lula da Silva; e anche ministro della Difesa (2011-2014) con Dilma Rousseff. È lui ad aver scritto il programma di politica estera di Fernando Haddad, candidato della sinistra alla Presidenziali del 7 ottobre. Nato a Santos, Amorim è presidente del Comitato di solidarietà a Lula per la liberazione dell’ex presidente.
In diplomazia e politica esistono coincidenze e casualità?
Voltaire ha detto: il “caso è la causa sconosciuta degli effetti conosciuti”. È difficile, possono esserci delle piccole casualità, ma nella macro tendenza, il caso non esiste. Nella campagna elettorale di Trump, poi in quella che ha portato la Lega e M5S al potere, e oggi in quella del candidato dell’estrema destra Jair Bolsonaro si avverte la presenza del consigliere americano Steve Bannon. Dietro al movimento populista global promosso da Bannon, c’è Robert Leroy Mercer, il potente amministratore di hedge fund americano che ha patrocinato la campagna elettorale repubblicana. Pensa che la cosiddetta “Destra alternativa” americana può influenzare l'elezione brasiliana? Potrebbe esserci un’influenza. Abbiamo Bolsonaro che cresce, ma direi che la tradizionale destra brasiliana non è molto a suo favore. Penso si tratti qualcosa di più complesso. Prima esisteva un ordine liberale del mondo rappresentato dal Partito democratico, dai Clinton. Noam Chomsky che è stato recentemente in Brasile, spiega come già da tempo il capitale finanziario considera la democrazia come fosse uno scarto, una cosa inutile. Questo vale anche per gli Usa, ma quando si tratta di un Paese in via di sviluppo è ancora più dirompente. Credo che, anche se esistono punti di contatto Trump- Salvin i- Bolsonaro, l’alleanza più tradizionale dei grandi mezzi di comunicazione con il capitale finanziario sia il punto principale. L’impeachmentdella Rousseff e l’inchiesta Lava Jato sui fondi neri della Petrobras iniziano un anno dopo che Edward Snowden e Julian Assange rivelano che la presidente e i suoi principali interlocutori erano spiati dal l’agenzia di sicurezza statunitense Nsa. Non possono esserci coincidenze. Spiavano tutto: la Petrobras il ministero delle Miniere ed Energia e il programma nucleare. È difficile non pensare che tutte queste cose non siano collegate. Teniamo conto della scoperta di grandi riserve petrolifere in Brasile e poi l’organizzazione economica dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, ndr) alternativi a Usa ed Europa. Le persone parlano degli interessi delle multinazionali: esistono, chiaro, ma ancora più importante è l’interesse geo-strategico.
I militari sono ancora una minaccia per la democrazia brasiliana?
Credo vi sia tensione nelle forza armate, ma credo che non c’è interesse e capacità per realizzare un golpe. Ho avuto paura in passato ciò avvenisse, ora non più. Ci sono molti militari che appoggiano Bolsonaro, soprattutto della riserva. Ho trovato interessante che il generale della riserva Joaquim Silva Luna, oggi ministro della Difesa, sia andato in Venezuela per stabilire un dialogo con il governo ed evitare tensioni sui rifugiati venezuelani. L’attacco contro i rifugiati alla frontiera nel Roraima è avvenuto dopo l’incontro di Bolsonaro con Bannon. Credo che non sia una coincidenza. Gli Usa hanno inviato di recente il segretario della Difesa e il vicepresidente, chiedendo al governo d’indurire le relazioni contro il Venezuela. Ciò è allo stesso tempo, un avvertimento anche contro la presenza della Cina nella regione. L’avviso trova eco anche in alcuni settori militari brasiliani. Lula sostiene che finché ci sarà l’embargo economico contro il governo venezuelano il problema dei rifugiati non sarà risolto: è difficile fare qualsiasi transazione finanziaria con il Venezuela a causa dell’embargo americano. Per questo la Cina può prendersi il lusso di ricevere Maduro e offrirgli ampio credito. La Cina è un’alternativa alla dominio americano nella regione.
Come giudica l’a t teg g i amento della giustizia brasiliana nei confronti del Comitato dei diritti umani Onu, che conferma il diritto di Lula a partecipare alle Presidenziali?
Non solo il governo ha ignorato l’Onu, ma anche il potere giudiziario non ha rispettato l’obbligo dei trattati sui diritti umani ratificati con gli organismi internazionali.
Le forze che hanno determinato la cacciata della Rousseff sono ancora attive? E
chi ne fa parte?
Sono una combinazione che include il capitale finanziario internazionale, interessi geo-strategici americani, l’élite conservatrice che non vuole la fine della povertà e infine una parte dei media. Haddad, candidato del Pt vincerà?
Vince! Anche se ciò che è accaduto in è servito per allontanare un’opzione progressista e per farlo hanno dovuto screditare non solo la sinistra, ma tutta la politica. Per questo gli elettori che sono contro il Pt e ormai pensano che la politica sia tutta sbagliata, non voteranno Alckmin ( il candidato liberal-democratico, ndr), ma Bolsonaro, perché lui la pensa come loro. Non so se la sinistra vincerà, ma una cosa è certa: le forze conservatrici che hanno tramato il golpe hanno già perso. Se vincerà Bolsonaro, sarà pessimo, perché produrrà un’instabilità che non interessa nessuno.
L’Ec on om is t ha messo in copertina Bolsonaro indicandolo come una minaccia per Brasile e Sudamerica.
È un chiaro messaggio e mostra ciò che ho detto prima, ossia il sistema che ha applaudito, o era connivente con il golpe, ora è preoccupato, perché un pazzo come Bolsonaro al potere potrebbe allearsi anche con Putin, come avrebbe voluto fare Trump.