Genova: tornano sul ponte Toto, Anas e Gavio (che finanziò Toti)
Il governo riscriverà il testo per consentire ai concessionari di partecipare alla ricostruzione
La trattativa tra governo e commissario straordinario sulle modifiche parlamentari al decreto per Genova prosegue, ma l’esito inizia a intuirsi. Come Il Fatto ha già raccontato, il sindaco Marco Bucci, prima di accettare, aveva chiesto che fosse rimosso il divieto di partecipare alla ricostruzione per le aziende collegate alle concessionarie delle corsie: il niet grillino su Autostrade per l’Italia ( e cioè Pavimental e Spea) non è aggirabile e allora Bucci – ma anche il suo sponsor Giovanni Toti e gli alleati della Lega – s’è attestato su “chi non ha avuto a che fare col ponte Morandi non può esse- re escluso”. Che si vada in questa direzione lo ammette, in sostanza, lo stesso ministro Danilo Toninelli in un’intervista alla Stampa:“Autostrade non ricostruirà quel ponte, che ha fatto cadere per sete di profitto. Questo è certo. Vedremo se non restringere troppo il raggio d’azione ad altri”.
Fonti di governo fanno sapere che il decreto, che sta per iniziare il suo iter parlamentare, dovrebbe essere modificato in questo senso (oltre che per aumentare i fondi concessi a Genova e, in particolare, al porto). E quindi chi tornerà in ballo? Soprattutto tre grandi aziende, attualmente escluse, potranno partecipare con speranze alla procedura negoziata – cioè su invito del commissario – descritta dal decreto: Itinere dei Gavio; la Toto costruzioni; la società pubblica Anas.
Legami imbarazzanti L’azienda piemontese ha finanziato la Fondazione di Toti (e l’elezione di Bucci)
PER COMEè scritto il testo oggi sarebbero tutte e tre escluse, insieme ad altre imprese che avrebbero le capacità tecniche ed economiche per ricostruire il ponte. In Italia – spiega una fonte del ministero delle Infrastrutture – a queste condizioni ci sarebbe un’azienda molto favorita per l’assegnazione dei lavori: la Cimolai, società di Pordenone con un fatturato da 362 milioni di euro. Il decreto, insomma, rischierebbe di partorire un bando su misura. Soluzione indesiderata. Anche perché – dicono dal ministero – l’obiettivo ora è “isolare” Autostrade e evitare di saldare i suoi interessi a quelli degli altri concessionari.
La preoccupazione è forse sensata, ma magari avrebbe dovuto cogliere il governo nella lunga fase di scrittura del decreto, prima e dopo la sua approvazione in Consiglio dei ministri. C’è un altro proble- ma: se il decreto sarà riscritto e alla fine dovesse spuntarla il gruppo Gavio sarebbe, come vedremo, assai imbarazzante per il commissario Bucci. La possibilità esiste e non è piccola visto che i Gavio già operano nel territorio ligure da protagonisti: gestiscono, attraverso loro controllate, la A12 Sestri Levante- Livorno-La Spezia come pure la A6 Torino-Savona e, soprattutto, la A10 (quella del Morandi) nel tratto che va da Savona a Ventimiglia. Sarebbe dunque più che titolata, la loro Itinere, a lavorare alla ricostruzione del ponte, ma metterebbe il commissario in una posizione delicata.
Come ha scritto l’Espresso, i Gavio sono stati infatti tra i grandi finanziatori della Fondazione Change di Toti. Il 28 ottobre 2016 gli hanno bonifico 15 mila euro attraverso Terminal San Giorgio Srl, società del Gruppo nel porto di Genova; a giugno 2017 altri 20mila euro sono stati donati da un’altra azienda del gruppo (Autoservice 24). Cosa c’entra Bucci? Non solo Toti è il suo padrino politico, ma la fondazione Change ha contribuito alla campagna elettorale che lo ha portato al municipio di Genova con una donazione da 102mila euro.