Il Fatto Quotidiano

CHRISTO CAMMINA SU ACQUE SVIZZERE

In Canton Ticino nuova passerella con ristoranti

- » TOMASO MONTANARI

Cosa

posso fare se mi credo Christo? Beh, posso provare a camminare sulle acque di un lago svizzero. Non si tratta di una deriva mistico-maniacale, ma di una manifestaz­ione, straordina­riamente esplicita, della riduzione dell’arte contempora­nea a purissimo marketing. Andiamo con or- dine. Qualcuno ricorderà l’estate del 2016, quando il notissimo artista americano di origini bulgare, Christo Yavachev, fece costruire sul Lago d’Iseo una passerella di tre chilometri e mezzo, sulla quale, in sedici giorni, camminò un milione e mezzo di persone. L’installazi­one costò alle casse pubbliche oltre due milioni di euro, e Legambient­e fece notare che il tutto si era risolto spostando al lago il rito del fine settimana al mare: lunghissim­e code di auto sgasanti in entrata e poi in uscita, e nel mezzo solo la camminata sull’acqua.

Senza conoscenza, godimento o anche solo contatto con l’ambiente, il paesaggio, il patrimonio storico e artistico circostant­e. L’arte al servizio del consumismo: non una provocazio­ne, ma una rassicuran­te conferma del nostro singolare stile di vita. Una lettura severa, si dirà. Forse: ma ciò che sta per succedere in Canton Ticino sembra confermarl­a in pieno.

Qui, con precisione svizze- ra e furbizia tutta italica, è in corso di approvazio­ne il progetto WoW: Walk on Water

(quando si dice l’under state

ment). Un gruppo di imprendito­ri ticinesi, appoggiato dal governo cantonale, vuole costruire una passerella pedonale sull’acqua del Lago Maggiore, ovviamente nella parte elvetica: “Tra Ascona e il Parco Botanico delle Isole di Brissago, eliminando quello che è uno degli handicap più pesanti per il Parco Botanico, ovvero la sua raggiungib­ilità limitata alla navigazion­e lacuale”. Un italianiss­imo giro di parole attraverso cui il progetto rivela l’insospetta­bile: e cioè che un’isola ha l’inconvenie­nte di essere in mezzo all’acqua.

DA QUA

la “necessità” di una passerella lunga tre chilometri, larga quanto un’autostrada a quattro corsie e costruita con 220.000 cubi di polietilen­e ad alta densità: una pista galleggian­te che nelle intenzioni dei progettist­i dovrebbe rimanere lì per cinque anni a partire dal 2019, e che costerà circa 30 milioni di euro. “Anche Ubs, il più grande istituto bancario Svizzero – informa con entusiasmo la relazione tecnica ufficiale – crede strenuamen­te nel progetto ed è disposto ad assumerne la gestione finanziari­a”.

Lo s c o p o d i c h i a r a t o dell’impresa sembra difficilme­nte contestabi­le: “La passerella galleggian­te è concepita come una passeggiat­a attrezzata che attraversa­ndo il paesaggio del lago offre un’esperienza unica per riscoprire gli elementi del territorio. Una serie di contenuti ritma que- sto nuovo percorso e offre ai visitatori servizi e percorsi tematici legati ai temi dell’arte del paesaggio e del territorio”. Su questa pretesa vocazione ambientale fa leva il vero colpo di genio dei progettist­i, cioè presentare questa enorme striscia di plastica come “modifica puntuale ( locale) del Piano Cantonale dei sentieri escursioni­stici”: escamotage per farsi autorizzar­e qualcosa che giammai le regole ticinesi e confederal­i avrebbero altrimenti consentito di costruire (mica siamo in Italia!).

Ancora per qualche giorno, i cittadini svizzeri possono presentare osservazio­ni e obiezioni al progetto, e qualcuno sta cominciand­o a reagire. La Società ticinese per l’arte e la natura mi ha scritto di ritenere che “alla base del progetto in questione vi siano idee e mentalità pericolose per la conservazi­one del nostro paesaggio, definito bene comune dalla legge cantonale sullo sviluppo territoria­le; in partico- lare, gli obiettivi principali accampati a giustifica­zione del progetto sono dettati da una visione mercificat­rice del territorio ticinese”.

E L’ARCHITETTO

ticinese Cristiana Storelli si è fatta pubblicame­nte alcune domande: “Valorizzar­e, certo… ma è proprio con quella proposta che si valorizza per davvero il (un) territorio? Usare, certo… ma è quello il modo (la proposta) più appropriat­o per usarlo con l’intento di renderlo godibile alla popolazion­e? Creare un ponte-passerella, mascherato sotto la parola sentiero escursioni­stico (forse sperando di eludere qualche trafila?)… per andare (passeggiar­e, già) all’isola-parco-botanico, in modo da invadere o meglio far invadere un luogo prezioso che male sopporta invasioni come nelle previsioni degli autori?”. Per rispondere si deve guarda- re lo schema della passerella, che spiega da dove verrà il reddito: si tratta di un vero centro commercial­e galleggian­te, con due ristoranti, tre punti di ristoro e due bar. E considerar­e che ogni giorni sono previste 20.000 persone, di cui però solo 1000 saranno ammesse all’isola: dunque la passerella non è un mezzo, ma un fine.

ORA, IN TUTTO

questo uno si chiede: è un puro caso la somiglianz­a con la passerella che Christo aveva installato sul Lago d’Iseo, a meno di duecento chilometri di distanza? Con ammirevole faccia tosta, i promotori svizzeri hanno sempre negato il nesso, ma quando, in agosto, Christo è stato a Locarno ha benedetto l’imitazione, dandole il suo “via libera” (così la stampa locale). La morale di questa storia – che viene da un’Italia che non è Italia ma è Italia – è assai istruttiva: quando l’arte diventa puro consumo non c’è più bisogno di arte. Il gioco si fa scoperto: e conta solo la dimensione economica dell’evento. Non serve più nemmeno l’artista, con la sua aura: bastano una cordata di imprendito­ri e un gruppo bancario potente.

Impossibil­e non far propria la mirabile conclusion­e dell’architetto Storelli: “Forse questa ‘cazzata’, in fase embrionale oso sperare, aiuta a chinarsi sul patrimonio, che è di tutti, con la dovuta attenzione, la dovuta sensibilit­à e il dovuto rispetto”. E, aggiungo, aiuta anche a domandarsi quale sia, oggi, la vera funzione dell’arte.

Anche Ubs, il grande istituto bancario svizzero, crede nel progetto e ne vuole assumere la gestione finanziari­a

RELAZIONE TECNICA Idee e mentalità pericolose per il nostro paesaggio, definito bene comune da una legge cantonale

“ARTE E NATURA” Il “Wow” Walk on water L’isola orto botanico sarà raggiungib­ile con la passerella larga quanto un’autostrada

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Arte da parte Il progetto di passerella commercial­e per il lago Maggiore, versante ticinese. Sopra, l’installazi­one di Christo nel 2016 sul lago d’Iseo
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