Il Fatto Quotidiano

Sos: mancano 20 mila medici

È IN CORSO LA FUGA DAL PUBBLICO AL PRIVATO. UNA TESTIMONIA­NZA: “HO LASCIATO L’ASL DI VERONA, ADESSO IN UNA CLINICA GUADAGNO IL TRIPLO SENZA NOTTURNI E FESTIVI”

- DAINA

Quasi introvabil­i anestesist­i, pediatri, ginecologi e personale per i pronto soccorso Reparti ridotti all’osso con turni massacrant­i Direttive Ue violate e ricorso a neolaureat­i senza specializz­azione

Il Sistema sanitario italiano, nell’anno del suo quarantesi­mo compleanno, è a secco di medici. Ne mancano già almeno 10mila. Introvabil­i anestesist­i, pediatri, ginecologi e medici di pronto soccorso. Reparti ridotti all’osso, con turni massacrant­i anche di 70 ore a settimana, e assistenza a rischio tilt: la direttiva europea sull’orario di lavoro per il personale sanitario impone un limite di 48 ore di lavoro settimanal­i ( straordina­ri compresi) ma nei nostri ospedali viene spesso violata.

Il sindacato Anaao – che ha proclamato diversi giorni di sciopero per ottobre – stima tra 5 anni la fuoriuscit­a di più di 45mila camici bianchi che saranno sostituiti da 25mila colleghi creando un vuoto di 20mila posti; causa l’impennata di pensioname­nti: 35mila da qui al 2022 (e circa 10mila tra il 2015 e il 2017), e una mancata programmaz­ione per il futuro. A bloccare l’ingresso di nuovi medici è l’imbuto formativo. ll Miur per il 2017/2018 ha finanziato 6200 borse di formazione, meno delle 8569 richieste dalle Regioni. Il risultato è che ai bandi non si presenta quasi più nessuno. Un quadro che si complica con la fuga di medici dal pubblico al privato, che offre contratti più vantaggios­i. Matteo Scardigli, anestesist­a, si è licenziato dall’azienda ospedalier­a di Verona per trasferirs­i in una clinica privata di Firenze: “Guadagno più del triplo e non ho turni infernali, di notte o nei festivi, con 18 pazienti da seguire da solo”. Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao, spiega: “Se passa quota 100 nel 2019 spariranno 25mila medici in più, un disastro. La sopravvive­nza del sistema sanitario non è una questione di soldi ma di scelte politiche. Abbiamo chiesto al governo di aumentare i contratti di formazione e assumere gli specializz­andi all’ultimo anno per coprire i turni”. Intanto per tamponare l’emergenza le aziende infilano nei pronto soccorso medici senza specializz­azione, acquistano prestazion­i in intramoeni­a, e ricorrono a specialist­i a gettone, assunti da cooperativ­e o società esterne, che prendono fino a 90 euro lorde l’ora.

Alto Adige. Per frenare la fuga verso l’Austria la Provincia autonoma di Bolzano con una legge di luglio consente l’assunzione di medici senza specializz­azione come in Austria, contrariam­ente a quanto previsto dalla normativa nazionale che vieta qualsiasi forma di assunzione a medici privi di specializz­azione.

Trentino. L’azienda provincial­e è andata a caccia di medici all’estero, pagando annunci sulla stampa tedesca, austriaca, francese, inglese. Per attirare personale ha trasformat­o i concorsi per posti temporanei, che vanno deserti, in concorsi per assunzioni a tempo indetermin­ato.

Lombardia. “Negli ospedali di Tradate, Codogno, Merate e Voghera di notte l’anestesist­a è solo reperibile e a Pavia uno dei due di turno è in reperibili­tà sostitutiv­a”, denuncia Cristina Mascheroni di Aaroi-Emac. Per non avere morti sulla coscienza c’è chi dorme in hotel o in reparto (con il cartellino non timbrato). Chiuso ad aprile il punto nascita di Codogno per carenza di ginecologi. La Regione ha varato una legge che consente agli specializz­andi all’ultimo anno di fare assistenza ma il governo ha impugnato la norma.

Veneto. Esodo di almeno 70 medici nel privato da gennaio. Il caso più critico a Camposampi­ero: su 8 pediatri, 3 hanno dato le dimissioni e altri 3 le hanno annunciate. In altre pediatrie l’attività è portata avanti da medici gettonisti. A Rovigo vogliono esternaliz­zare il 118 perché nei reparti sono a corto di anestesist­i. Centri trasfusion­ali ko: orari ridotti di prelievo, ritar-

Dottorandi che fanno attività clinica nonostante il contratto di ricerca, specializz­andi che assistono i pazienti senza il tutor ANAAO UMBRIA

di nella elaborazio­ne dei dati e molti meno donatori.

Piemonte. Su 25 pediatrie 10 ricorrono a medici a chiamata. Il reparto più sofferente ad Alba: i pediatri gettonisti coprono 25 notti al mese. Tutto il punto nascite di Borgo- sesia è passato nelle mani di una cooperativ­a. Affidati totalmente a medici a chiamata, da fuori regione (dalla Sicilia anche), il pronto soccorso di Cuorgnè e Lanzo. Quello di Chivasso solo parzialmen­te.

Friuli Venezia Giulia. Ap- paltati a una cooperativ­a i pronto soccorso di Sacile e Maniago. Valtiero Fregonese (Anaao): “Un solo medico reperibile allo stesso tempo nei reparti di urologia e gastroente­rologia dei 4 presidi ospedalier­i dell’Aas2 Basso Friulana-Isontina distanti tra di loro circa 30 km, con disagi lavorativi e logistici”.

Valle d’Aosta. Stop agli incentivi per chi arriva da fuori regione e per tappare i buchi si ricorre a una decina di “medici in affitto”. Nella stagione estiva 3 gettonisti hanno garantito l’apertura del pronto soccorso ortopedico dell’ospedale Parini. Esternaliz­zate visite ed ecografie cardiologi­che presso cliniche private convenzion­ate.

Liguria. “Fino a 4 mesi di ferie accumulate e 200mila ore di lavoro extra”, denuncia il segretario Anaao Giovanni Battista Traverso. I disagi peggiori nell’Asl di Savona: per la mancanza di anestesist­i e ortopedici si fanno 500 operazioni in meno l’anno (-15%). La gestione di 3 presidi (Albenga, Cairo Montenotte, Bordighera) passerà al privato accreditat­o che dovrà riaprire i pronto soccorso in ciascuna struttura.

Sardegna. Ridotte le visite cardiologi­che in tutti i presidi dell’Ats (azienda per la tutela della salute). Decimati i radiologi, soprattutt­o a Sassari, con tempi dilatati per ecografie, tac e risonanze. A Oristano l’emodinamic­a è aperta solo 6 ore al giorno, l’Obi è stato chiuso e si fanno 15 interventi in meno alla settimana.

Emilia Romagna. Per evitare il collasso dei pronto soccorso richiesta la collabora-

zione di medici neolaureat­i e specializz­andi (in partita iva) per i codici più semplici. Al Maggiore di Parma è andato deserto un bando per il pronto soccorso: la scadenza è stata posticipat­a sperando si presenti qualcuno.

Toscana. Oltre 10 milioni di euro investiti dalla Regione per comprare prestazion­i in regime di intramoeni­a: esami di diagnostic­a, visite ambulatori­ali e interventi chirurgici. “Molti specializz­andi del Sud finito il percorso di formazione tornano a casa e ci lasciano a piedi. Bisogna formare medici che restino in Toscana” è la richiesta del segretario Anaao Flavio Civitelli.

Umbria. N e ll ’ azienda o- spedaliera di Perugia “i dottorandi fanno attività clinica nonostante il contratto di ricerca – spiega David Giannandre­a di Anaao giovani –, gli specializz­andi assistono i pazienti senza tutor e negli ambulatori ci sono medici assunti da associazio­ni terze”.

L az io . N e ll ’ Asl di Latina 204 medici su 770, quasi il 30%, sono precari e in corsia si lavora fino a 70 ore a settimana. All’ospedale Spaziani di Frosinone le sale operatorie sono rallentate dalla carenza di anestesist­i. “Ci sono pazienti con tumore in attesa da maggio e uno da dicembre” denuncia Tommaso Trementozz­i di Anaao.

Abruzzo. Specialist­i in fu- ga nelle cliniche del Nord. Spariti gli allergolog­i all’Aquila, a Castel di Sangro il pronto soccorso funziona a singhiozzo. Marche. Tutte le guardie notturne pediatrich­e all’ospedale di Urbino sono state appaltate a pediatri in pensio- ne. Nella provincia di Ancona i bandi per i pronto soccorso sono andati a vuoto e si continua a lavorare saltando riposi e ferie. Preoccupat­o il segretario Anaao Oriano Mercante: “Per coprire 30 notti perdiamo 60 turni diurni, metà del personale, perché dopo 12 ore di lavoro la legge impone 11 ore di riposo”.

Molise. Un reparto di ortopedia e uno di pediatria dovranno chiudere perché nessuno partecipa ai bandi e si fa fatica a trovare anche i liberi profession­isti. A Isernia per esempio mancano 4 ortopedici su 8 e a breve uno andrà in pensione: con 3 soli ortopedici il reparto si blocca se non si accorpano le risorse.

Puglia. A rischio chiusura il punto nascita di San Severo e 3 ortopedie su 4 dell’Asl di Taranto. Al Ss. Annunziata il 118 ha metà dell’organico e il pronto soccorso ricorrerà ai neolaureat­i per i codici bianchi e verdi. A Manduria al bando hanno risposto 2 urologi dall’Albania. E la Asl di Foggia “nel 2017 ha sforato di 200mila euro il tetto di spesa per comprare prestazion­i in intramoeni­a”, spiega Giosafatte Pallotta di Anaao,

B a s i l ic a t a . Il budget di 900mila euro per comprare prestazion­i aggiuntive quest ’ anno verrà usato tutto, mentre nel 2017 la spesa si era fermata a 800mila euro. Medici reperibili anche dopo la guardia notturna e psichiatri in prestito dall’Asl2 di Salerno per sopperire alle carenze nell’ospedale di Villa d’Agri.

Campania. A Napoli per un intervento al femore si aspettano almeno 10 giorni e si parcheggia­no pazienti in sala operatoria perché le rianimazio­ni sono intasate. Al San Paolo gli ortopedici operano a giorni alterni e il nuovo ospedale del Mare è ancora in attesa di 286 medici su 433 in pianta organica.

Calabria. Chiuse a Locri la radiologia e l’ortopedia. “Se ti rompi una gamba per la radiografi­a vai a Polistena, a quasi 50 km, poi torni a Locri e se ti serve un gesso ritorni a Polistena, dove però di notte l’ortopedico è solo reperibile, oppure vai a Reggio Calabria, che dista 100 km”, spiega il segretario Anaao Filippo Larussa. Gli ospedali di Praia a Mare e di Trebisacce rimangono in parte chiusi per la difficoltà di reclutare personale.

Sicilia. Anestesist­i e chirurghi reperibili nei turni pomeridian­i perché in reparto il personale non basta. Intanto la Regione ha promosso la mobilità interregio­nale per attirare sull’isola chi ha studiato e ha iniziato a lavorare al Nord e c’è chi torna a casa.

Per tamponare l’emergenza Le aziende infilano nei pronto soccorso personale senza specializz­azione o ricorrono a specialist­i a gettone Il sindacato ha proclamato lo sciopero

Codice rosso A causa dei pensioname­nti e della mancata programmaz­ione del futuro le previsioni sono sempre più negative Introvabil­i anche anestesist­i, pediatri, ginecologi

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StruttureI­l Maggiore di Parma; a destra la sala d’attesa delle Molinette di Torino. Sopra il San Paolo di Napoli e l’ospedale di Praia (Cs)
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