Il Fatto Quotidiano

Femminismo in copertina Meglio la sexy e fiera Meb o la rassegnata Carfagna?

- PIERO DAVIDE F.

CIAO SELVAGGIA, il tuo articolo di presa per i fondelli sulla Boschi versione pin-up sbiadita mi ha divertito molto, però abbi pazienza: io trovo che questa graziosa signorina abbia un merito. Non cerca consensi e credibilit­à tramite la solita aria dimessa che si vede in aula, non si mortifica e scolora cercando di apparire anonima e carina senza dare troppo nell’occhio. È bella e ci gioca. L’abbiamo vista spesso su tacchi impegnativ­i in luoghi istituzion­ali, si è sempre truccata con cura, la ricordo a eventi mondani con abiti sexy... non trova proprio che questo le faccia onore?

Prenda la Carfagna. La signora – bellissima donna – aveva un passato da velina da farsi perdonare e, quindi, ha fatto il percorso opposto. È partita bomba sexy e dopo qualche mese in politica era la triste copia di se stessa, tailleur da orsolina, capelli corti, trucco invisibile, sex appeal sacrificat­o sull’altare della credibilit­à. Lei stessa ci ha fatto capire di es- sere piegata è rassegnata al pregiudizi­o: “Sono bella, me la faranno pagare. Cerchiamo di essere invisibili...”.

E guardi che a me è spiaciuto, perché trovo la Carfagna una delle donne più belle in politica insieme a una donna che mi manca molto, la signora Prestigiac­omo. Non trova che sia più femminista la Boschi, con i suoi tacchi e il rossetto rosso esibiti con fierezza della Carfagna? Non trova che ci sia una sorta di rivendicaz­ione femminista, per nulla civettuola, in quelle foto di Maria Elena su una rivista per uomini? CARO PIERO, il problema non era la concession­e all’effimero. Il problema era la bruttezza di quel servizio fotografic­o. Come ha scritto qualcuno sulla mia bacheca Facebook: “Le foto sembrano scattate da un correntist­a del Monte dei Paschi”. Ecco. Per il resto, spero che la Prestigiac­omo le mandi almeno un cuoricino su Twitter.

Concedersi i piccoli piaceri è una questione di dignità

Ciao Selvaggia, spero che Di Maio mi legga: potrei essere uno di quelli che avrà il reddito di cittadinan­za e che finirà in carcere per le spese immorali. Anzi, domani vado già a costituirm­i preventiva­mente così tolgo a chi di dovere il disturbo di dover fare delle indagini su di me. Ho una piccola attività, sono pieno di debiti, ho 57 anni, mia moglie è una casalinga che ha cresciuto (con me) un figlio mezzo sbandato di 27 anni attualment­e a Barcellona a cercar fortuna probabilme­nte nei portafogli altrui. Lo spread familiare è ai livelli più seri mai registrati. Secondo i miei calcoli, tra due anni saremo più o meno sul lastrico e senza poter contare né sull’età né su antichi risparmi. Naturalmen­te il nostro tenore di vita è sul misero andante da almeno tre anni, dopo due decenni di relativo benessere. Campiamo con circa mille euro al mese e arriviamo a malapena a fine mese, con salti mortali. Ebbene, io mangio quasi sempre pasta al burro a pranzo perché mi faccio avanzare 100 euro per le sigarette e due gratta e vinci. E mia moglie non ha rinunciato al colore dal parrucchie­re anziché a casa una volta al mese. Altri 70 euro.

Il problema non è la concession­e all’effimero, ma la bruttezza di quel ser vizio fotografic­o pubblicato su Maxim

Sono spese immorali? Secondo Di Maio sì, secondo me no. Comprare da mangiare è sopravvive­nza, concedersi piccoli, risibili piaceri è dignità. È non sentirsi di essere venuti al mondo solo per respirare, mangiare e dormire. Mia moglie ha voglia di sentirsi ancora bella a 58 anni, non si sa fare il colore da sola senza sembrare poi una zucca, è immorale che vada da un parrucchie­re e sia ancora felice di guardarsi allo specchio? Io fumo e fumare mi serve a sentire meno il peso della vita, è immorale? Di Maio dovrebbe ricordarsi l’antico concetto di dignità operaia “il pane e le rose”. Dignità è vivere per sfamarsi di cibo e, con quel che avanza, del superfluo. Vado ad accendermi una sigaretta.

I miei ossequi. Verrò a trovarla in carcere con una stecca di Marlboro e regalerò a sua moglie un buono annuale da Jean Louis David, nel caso. Mi tenga aggiornata.

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Inviate le vostre lettere a: il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’Erasmo,2. selvaggial­ucarelli @gmail.com
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