Il fratello sparito tra i coriandoli
Anticipiamo il nuovo romanzo di Teresa Ciabatti
Era inverno quando mio fratello sparì. La mamma mi aveva chiesto di tenerlo per mano. Dunque è da questa mano che si è staccato. E dunque se avessi stretto più forte, se solo avessi stretto fino a fargli male pur di non perderlo in mezzo alla gente che spingeva, e alla cascata di coriandoli, se solo io, Noemi, nove anni appena compiuti, aves- si stretto fortissimo. Torno a quel giorno sperando di scoprire nuovi dettagli, invece rimane tutto indefinito, come l’intera infanzia prima della sparizione: una sequela di immagini slegate, a volte brevi scene che non risolvono alcun mistero. Eccoci in estate, sotto l’albero del nostro giardino. Lo senti il fresco? Chiedo io. All’ombra del mandorlo, io amo mio fratello.
Pubblichiamo alcuni stralci de ll ’ incipit di “Ma tr ig na ”, l’ultimo romanzo di Teresa Ciabatti, da oggi in libreria.
Era inverno quando mio fratello sparì. La mamma mi aveva chiesto di tenerlo per mano. Dunque è da questa mano che si è staccato. E dunque se avessi stretto più forte, se solo avessi stretto fino a fargli male pur di non perderlo in mezzo alla gente che spingeva, e alla cascata di coriandoli, se solo io, Noemi, nove anni appena compiuti, avessi stretto fortissimo.
Torno a quel giorno sperando di scoprire nuovi dettagli, invece rimane tutto indefinito, come l’intera infanzia prima della sparizione: una sequela di immagini slegate, a volte brevi scene che non risolvono alcun mistero. Eccoci in estate, sotto l’albero del nostro giardino. Lo senti il fresco? Chiedo io. All’ombra del mandorlo, io amo mio fratello. Mi pare così piccolo e indifeso prima che scatti in piedi e si precipiti sul prato, allora laggiù, con la luce del sole che lo illumina, torna a essere un impostore, uno stupido che urla un fiore un fiore, quando è solo una cartaccia. Sì, sotto quella luce lui è la persona che mi ha rubato il posto, non proprio un posto che avevo ma il posto che sarebbe potuto essere mio, se lui non fosse mai nato. Così riprendo a sperare che gli succeda qualcosa: cadere, scivolare. Foglie secche, di nuovo inverno.
AL MOMENTO
della sparizione Andrea aveva sei anni. Che bambino bellissimo, si ferma- vano le persone per strada. Da chi avrà preso gli occhi azzurri? E perché, la padronanza di linguaggio? Si vede che è un bambino speciale. Mettendogli una mano sulla testa, la mamma replicava: sì. Lo pettinava, capelli d’oro, mormorava spazzolandolo di fronte allo specchio che rimandava l’immagine di un angelo, un putto, e io in un angolo. Seduta sul bordo della vasca, sulla tazza del water. [...] Questo non voleva dire che amasse Andrea più di quanto amasse me, amava entrambi, giuro, ripetevo agli adulti che m’interrogavano. […]
Ai microfoni delle televisioni, davanti alle telecamere, la mamma dichiarava: ha solo sei anni, riportatelo a casa. Era certa che fosse stato rapito. Un bambino così bello fa gola a molti (testuale). Considerata la nostra condizione econo- mica, lo scopo di estorsione venne scartato. Quanti minori sparivano ogni anno? Venduti a famiglie che non potevano avere figli. O peggio, molto peggio... […]
Mamma non riusciva a mangiare, non le andava giù niente, diceva, quasi le si fosse chiusa la gola, non lo stomaco. Allora io le tagliavo il prosciutto a cubetti. Per mesi mia madre si era nutrita di cubetti di prosciutto che faceva sciogliere in bocca senza masticare. […]
DI COLPO
eccola trasformarsi in accusatrice. Eccola sfuggire al controllo della zia e apparire in giardino. [...] “Voglio dire una cosa” socchiudendo gli occhi come in trance. “Io penso che ci siano donne... io credo che una di quelle donne... qualcuna che non ha figli, io penso che una donna abbia preso mio figlio”. [...]
All’inizio i sospetti ricaddero sui componenti della famiglia. […] Nella stanza del commissariato (attenzione: nella mia memoria ingannevole, non garantisco che le cose siano andate così, non fidatevi), mi domandano: corrispondeva a verità che nostra madre non ci avesse allattato al seno? E ancora: avevo notato cambiamenti recenti nel suo umore? Allegria, rabbia? L’avevo mai sorpresa al telefono, provocando in lei reazioni brusche, come chiudere di scatto la telefonata, o urlare di allontanarmi? Avevo mai visto la mamma con persone sconosciute? E anche: alla polisportiva, nella folla di maschere, mi era capitato di notare una persona, magari uomo, che parlasse con lei? Sempre alla polisportiva, ricordavo se si fosse allontanata anche solo per un istante? Scuotevo la testa, non ricordavo. Io non ricordo. Però sì, non ci aveva allattato al seno. Significava qualcosa? […] E dunque: se volevano portarmi a dire che eravamo trascurati, non ci sarebbero riusciti. Pettinati, puliti, spiccavamo tra gli altri. Molletta rosa intonata al golf, cappotto blu di Andrea. […] Sì, era vero, poliziotti: lei non si alzava, rimaneva sdraiata dalla mattina alla sera, assicurandosi però che non fossimo soli. Mai ci avrebbe lasciati senza controllo. La zia, dal canto suo, tendeva a giustificarla. Si è trasferita per amore, abituata com’era alla città. […] Il risultato identico: lei a occuparsi di figli non suoi. Eppure quanto era felice, lo ricordo. A spingerci sulle altalene, in alto, più in alto, con le punte dei piedi a toccare le foglie degli alberi, a urlare di eccitazione, e meraviglia, il cielo sopra di noi limpido, carico di nubi, sole coperto, sole a picco, novembre, luglio.