Ecco la App per ricevere il reddito di cittadinanza
L’applicazione raccoglie i dati del cittadino, ora è in fase sperimentale in 7 Comuni
Una applicazione nata per riunire tutti i servizi della Pubblica amministrazione in un'unica piattaforma e che potrebbe essere estesa anche al Reddito di cittadinanza, come annunciato nei giorni scorsi in una intervista al Corriere della Sera dal commissario per il Digitale uscente, Diego Piacentini. Abbiamo provato ad approfondire di cosa si tratta, come nasce questa applicazione e come dovrebbe funzionare. Il progetto è in fase di sviluppo avanzato, è nato prima dell’arrivo di questo governo, tanto che in estate sono iniziati i primi test con un numero limitato di cittadini e in sette comuni – tra cui Milano, Torino, Palermo, Cagliari, ma anche più piccoli – e sette amministrazioni. L’app si può scaricare sullo smartphone; si dovrebbe da lì poter accedere alla cartella sanitaria per con- sultare i propri referti e il fascicolo sanitario, con tanto di alert quando ne è disponibile uno nuovo. E ancora: si può prenotare l’ appuntamento per il rilascio della carta d’identità elettronica e l’attivazione della notifica per ricordarlo. O l’avviso della scadenza della tassa sui rifiuti con tanto di importo e possibilità di pagare tramite la app.
LA SICUREZZA è garantita dall’accesso tramite Spid, il sistema di identità digitale che identifica in modo univoco il cittadino. Sarà quindi rilasciato un pin di cinque cifre o sarà possibile utilizzare il riconoscimento dell’impronta digitale. Ci sarà una cartella messaggi dove ricevere le comunicazioni da parte della Pa, dalle scadenze in arrivo alle comunicazioni sulla viabilità del proprio comune (se ad esempio una strada è interrotta o se c’è una deviazione). Si potrà collegare la propria carta di credito/debito (o più di una) oppure il proprio conto bancario e pagare direttamente le tasse dovute alla Pa reinserendo il Pin o l’impronta digitale, ottenendo poi la ricevuta di pagamento e consultando lo storico dei pagamenti. Trami- te la app sarà possibile anche avere eventuali rimborsi, sempre sullo stesso conto. Si potrà stabilire il proprio domicilio digitale, tramite Pec, per le comunicazioni di carattere legale sarà possibile anche richiedere e ricevere, quindi scaricare, i certificati, pagando gli eventuali diritti di segreteria con lo stesso procedimento. Perché tutto questo è applicabile al reddito di cittadinanza, come a qualsiasi altro sostegno del welfare? Perché implica la possibilità di riunire in un'unica sorgente, in un unico posto, tutti i dati che riguardano il singolo cittadino di cui la Pubblica amministrazione è in possesso (o meglio, di rendere comunicanti i dati in possesso ai singoli enti/ministeri) e quindi anche di riuscire a capire se quel cittadino sia o meno titolato a ricevere il reddito di cittadinanza che potrebbe poi essere concesso tramite questo canale. Meno chiari sono però gli ultimi due step a cui fa riferimento Piacentini, ovvero “il controllo del passaggio dei soldi dal cittadino al mercato” e “la valutazione a posteriori della pol ic y” attraverso i big data. Abbiamo chiesto al team digitale una spiegazione, ma nel momento in cui scriviamo l’articolo non c’è stata risposta.
Finora, un monitoraggio simile è stato effettuato per le due principali distribuzioni di bonus ai cittadini: i 500 euro distribuiti dal governo Renzi ai neo 18enni e quelli destinati agli insegnanti, il cosiddetto bonus docenti, che vincolavano la spesa del bonus a determinate categorie di prodotti o a una serie di pun- ti vendita online che dovevano però accreditarsi al sistema. Ovviamente si tratta di un progetto che potrà essere pienamente efficace solo quando tutte le Pa si adegueranno alle iniziative già avviate, da Spid all’Anagrafe Nazionale Digitale (a cui sono connessi tutti i databasedelle altre amministrazioni e che quindi è una base essenziale) al momento – come più volte raccontato – ancora indietro nonostante l’accelerazione degli ultimi anni. La proiezione è che entro la fine del 2019 abbia aderito all’Anagrafe l’80% dei Comuni italiani, con l’idea di disincentivare chi vorrà rimanere analogico.
Smartphone Con il software si potrà erogare anche il sussidio, oltreché chiedere fascicolo sanitario e altri documenti