L’Autorità portuale ci ripensa: “2018 in crescita”
DanniGiovedì il presidente Signorini, dopo una conferenza stampa con Aponte (Msc), cambia versione sui dati di traffico
Martedì mattina Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità Portuale di Genova e uomo di fiducia del presidente della Regione Giovanni Toti, dopo aver ascoltato le richieste del mondo economico genovese di emendare il decreto sul post Morandi, dichiarava: “Le proiezioni fatte con gli spedizionieri calcolano perdite su base annua del 20-25% per alcuni terminal. In generale, le previsioni più conservative sono fra il -6% e -10%”.
Secondo la Camera di Commercio, ci sono danni per 400 milioni dichiarati da duemila imprese della città, di cui il porto è il principale polmone economico. Il Fatto, la mattina dopo, riferiva la cosa osando rammentare la necessità di documentare qualunque pretesa risarcitoria (la delegazione suggeriva ad esempio di ristorare gli autotrasportatori a piè di lista e non a fronte di do- cumentazione comprovante le spese supplementari) ed evidenziando lo iato fra alcune richieste dell’Autorità Portuale e lo stato dell’arte sui dati di traffico oggi disponibili: tanto più che, in tempi di risorse scarse, c’è il rischio di dirottare risorse da dove servono a dove non sono necessari.
APRITI CIELO. Limitandoci al mondo politico: “Vergognoso” tuonava Toti, stigmatizzando le “offese” rivolte dal nostro giornale fra gli altri “agli operatori del porto. Disagi e perdite sono allarmanti, lo dicono i numeri”. Un “insulto alla sofferenza dei genovesi” rincarava il capogruppo in Regione del Pd, Giovanni Lunardon: si ignora “la botta che ha preso il principale porto italiano in questi due mesi (-30%) e il calo stimato nel 15% dei traf- fici il prossimo anno”.
Giovedì, però, al termine di una conferenza stampa, lo stesso Signorini dichiarava: “Ho sempre detto che sarei stato contento di chiudere in pari il 2018, ma le parole di Aponte e Spinelli mi fanno pensare che potremmo chiudere anche con una leggera crescita”. O a Montecitorio c’era un sosia o tutti i suoi timori sono stati spazzati via in poche ore da Gianluigi Aponte. Il patron di MSC, secondo colosso armatoriale-terminalistico al mondo, è il primo player dello scalo ligure. Il tycoon vi si è radicato quando a presiedere l’Authority c’era l’ex assessore del dem Burlando, Luigi Merlo, assunto a mandato concluso. E ha esteso la sua presenza col nuovo corso politico, dove viene accolto col tappeto rosso ad ogni comparsata.
Poco prima di Signorini, e fdavanti a Toti, aveva parlato proprio Aponte: “Grazie al tempestivo intervento istituzionale Genova non ha subito alcun contraccolpo. Se ci fosse stato un ingorgo logistico, ce ne saremmo andati, noi come gli altri. E invece siamo rimasti e Genova non ha perso un contenitore, anzi li ha aumentati”. “Il calo estivo è dovuto al rallentamento cinese e ai dazi di Trump, a ottobre recuperiamo”, gli ha fatto eco Aldo Spinelli, altro big del porto e socio di Aponte.
A quel balsamo, non solo Signorini s’è fatto più ottimista, pure Toti, funambolico, chiosava: “Il crollo del Morandi è stata una ferita dolorosissima. Ma non comporta una curva di declino per il sistema portuale genovese e ligure, che continuerà a crescere”. Un ottimismo che – stavolta lo diciamo al contrario – andrà verificato anche questo alla prova di dati certi.
Le polemiche
“Il Fatto” attaccato per aver scritto: aspettare numeri certi per chiedere fondi per il Porto Vale anche ora