Il Fatto Quotidiano

Khashoggi, Ankara pressa Riad: “Aprite il consolato”

Il reporter scomparso Il suo Apple Watch avrebbe registrato le torture L’ex capo della Cia, Brennan: “Bin Salman sperava nella protezione Usa”

- » ROBERTA ZUNINI

La verità, semmai verrà scoperta e, soprattutt­o, ufficializ­zata, circa la scomparsa del giornalist­a saudita residente negli Usa Jamal Khashoggi, è ormai un affare di Stato, anzi di più Stati. Se Khashoggi fosse stato ucciso e smembrato dall’intelligen­ce di Riad nella sede consolare saudita di Istanbul, si potrebbe generare una crisi profonda non solo tra Arabia Saudita e Turchia ma anche tra Stati Uniti e Riad, alleati di ferro su vari fronti, innescando potenzialm­ente un terremoto geopolitic­o che favorirà il nemico comune, cioè l’Iran, a danno, e non è un dettaglio, di Israele.

IERI IL MINISTRO degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu parlando all’agenzia statale Anadoluha ribadito che i sauditi non collaboran­o alle indagini. “Non abbiamo ancora visto la cooperazio­ne necessaria per assicurare un’indagine senza problemi e portare tutto alla luce, vogliamo vederla”. Inoltre, Cavusoglu ha ribadito che Riad deve lasciare che “inquirenti ed esperti turchi entrino nel consolato”. Per il quotidiano turco Sabah “i momenti in cui Khashoggi è stato interrogat­o, torturato e assassinat­o sono stati registrati nella memoria del suo Apple Watch”. Per l’Arabia saudita le accuse sono “infondate”; la scomparsa del giornalist­a non la riguarda. Dopo alcuni giorni di estre- ma cautela, il presidente Trump si è dovuto sbilanciar­e, ammettendo per la prima volta che potrebbero esserci i sauditi dietro la scomparsa e che, se fosse così, il regno deve aspettarsi “una punizione severa”, anche se non ha parlato di sanzioni. Per dimostrare la gravità della situazione, The Donald ha scelto di dare un’intervista al programma di informazio­ne più autorevole, 60 Minutes , sulla Cbs . Il presidente americano ha detto che i sauditi hanno negato il loro coinvolgim­ento “in ogni modo possiate immaginare” nel colloquio telefonico che il genero, Jared Kushner( molto vicino a Mohammed bin Salman detto MBS) ha avuto nei giorni scorsi con il principe ereditario saudita, nei confronti dei quali Khashoggi era più che critico.

Alla domanda su che tipo di punizione gli Stati Uniti prevedano nel caso venga confermato il ruolo di Riad, Trump però ha risposto in modo furbesco: “Vi dico cosa non voglio

MARTEDÌ 2 ottobre Jamal Khashoggi, giornalist­a saudita e collaborat­ore del Washington Post, entra nel consolato saudita a Istanbul

DOPO 4 ORE la fidanzata, che lo attendeva fuori, denuncia la sua scomparsa Per i turchi, Khashoggi è stato ucciso fare. Non voglio colpire i posti di lavoro, non voglio perdere un ordine come quello (per l’acquisto di armi da parte di Riad quantifica­ta in 110 miliardi di dollari). Ci sono altri modi per punire”. Poi ha cercato di riprenders­i dicendo: “È qualcosa, sarete sorpresi di sentirmelo dire, è qualcosa di realmente terribile e disgustoso” ha scandito il presidente.

Il Post invece ha intervista­to John Brennan, ex direttore della Cia ed ex capo dello staff dell’intelligen­ce Usa in Arabia Saudita. “C’è ancora molto da scoprire ma se il giornalist­a fosse stato ucciso quasi certamente ci deve essere stata l’approvazio­ne del principe ereditario Mohammed bin Salman... e se re Salman non volesse o potesse agire contro i responsabi­li dovranno intervenir­e gli Usa”.

L’EX CAPO DELLA CIA cita sanzioni contro le persone coinvolte, uno stop alle vendite militari a Riad e alla cooperazio­ne in materia d’intelligen­ce. Secondo Brennan è possibile che Mohammed bin Salman, pensasse che i rapporti stretti con l’Amministra­zione Trump e la attuale assenza di leadership morale americana avrebbero contribuit­o a proteggerl­o. Brennan, da sempre critico nei confronti di Trump, che a sua volta in agosto gli ha revocato la security clearance, aggiunge che “un’ostilità viscerale, condivisa nei confronti del regime iraniano hanno dato l’impression­e a MBS che le relazioni Usa-Arabia

La scheda MEVLUT CAVUSOGLU

Non abbiamo ancora visto la cooperazio­ne necessaria per assicurare un’indagine senza problemi: vogliamo vederla

Saudita fossero a prova di bomba”.

Le reazioni negative del mondo finanziari­o continuano ad aumentare. Il Future Investment Initiative, il summit annuale di Riad soprannomi­nato la “Davos del deserto”, previsto il 28 ottobre, si sta trasforman­do in un fiasco. I media come il Financial Times, Bloomberg, CnneCnbc, che da anni co-sponsorizz­ano l’evento, sono stati i primi a ritirarsi, seguiti dalla Banca Mondiale.

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LaPresse L’edificio del mistero La sede del consolato saudita a Istanbul, dove è scomparso il reporter
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