Il Fatto Quotidiano

Negozi etnici chiusi entro le 21 Salvini dichiara guerra ai bangla

A rischio discrimina­zione

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▶INUNADIRET­TA Facebook da una terrazza del Viminale, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha promesso di inserire un emendament­o nel decreto Sicurezza per imporre “la chiusura entro le 21 dei negozietti etnici“che diventano ritrovo “di spacciator­i e di gente che fa casino”. Una misura che rischia di colpire 150mila attività (dati Infocamere), in lenta ma continua crescita negli ultimi anni (+0,8% rispetto al 2016). La misura andrà a colpire soprattutt­o la Campania, dove si trova il numero più consistent­e di bangladini: 22mila negozi a giugno 2018. Seguono la Lombardia (19mila) e il Lazio (18mila). A prendere le distanze è Confeserce­nti: “Non si può fare una norma che discrimina determinat­i imprendito­ri rispetto ad altri. Chi ha un’attività commercial­e ha il dovere di rispettare le regole e il diritto di restare aperto, che si tratti di esercizi gestiti da stranieri o da italiani”. Più cauta Confcommer­cio: “Il principio di voler contrastar­e l’invasione dei minimarket nei centri storici cittadini, fenomeno figlio delle liberalizz­azioni, è condivisib­ilissimo, ma va fatto con raziocinio”. Sul fronte politico la spaccatura è più evidente con le dichiarazi­oni dei sindaci di Milano e Torino. “Sono totalmente contrario che siano costretti alla chiusura alle 21 solo i negozi etnici, è una discrimina­zione folle”, commenta Beppe Sala. Mentre per Chiara Appendino: “Inutile girarci intorno: vicino a questi piccoli market, complice l’alcol a basso costo, c’è scarsa sicurezza”.

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