Il Fatto Quotidiano

L’illusione di avere un conto all’estero: il caso dello scudo giuridico svizzero

- » BEPPE SCIENZA www.beppescien­za.it Twitter @beppescien­za

C’è chi pensa di portare i risparmi all’estero, temendo il crac dell’Italia, l’uscita dall’euro, prelievi forzosi, ecc. Così è tornata in auge una trovata dei tempi dell’ultimo scudo per i capitali all’estero (2009). Chi aveva soldi in Svizzera, doveva farli arrivare per forza in Italia. Non poteva lasciarli lì, regolarizz­andoli, perché la Confederaz­ione elvetica non rientrava fra gli Stati collaborat­ivi col fisco italiano.

Al che molte banche elvetiche proposero il cosiddetto scudo giuridico: indirizzav­ano i clienti a società fiduciarie italiane raccontand­o, ma solo a voce, che in tal modo non cambiava praticamen­te nulla, perché i soldi restavano in Svizzera. Molti abboccaron­o.

Per continuare a illuderli, addirittur­a li accompagna­no di tanto in tanto nella banca collegata ticinese (o in altro cantone) e li fanno parlare con un loro compare. E costui ovviamente non gli dice che essi personalme­nte non potrebbero prelevare soldi, né disporre bonifici né compravend­ite di azioni, obbligazio­ni, ecc. dal loro (fantomatic­o) conto a Lugano. È infatti la fiduciaria che ha come sub-depositari­a la banca svizzera. Ma per il cliente ciò è irrilevant­e.

Molte banche italiane (Intesa, Unicredit, Mps, ecc.) sub-depositano titoli per e- sempio presso l’americana State Street o altra società estera, e il risparmiat­ore non ha nessun accesso diretto a quei titoli. Ora lo stesso schema viene proposto da alcune fiduciarie ai risparmiat­ori preoccupat­i, facendogli credere che così il loro patrimonio sarà ben protetto presso una banca svizzera. Invece così non è.

C’È, INFATTI, un aspetto dirimente per capire come stanno le cose. Per le ritenute sugli interessi, le imposte sui capital gain , ecc. provvede a tutto la fiduciaria, come fanno banche e sim? Tecnicamen­te si dice che è sostituto d’imposta e normalment­e è così.

Tutto ciò è comodo, ma implica anche che l’investitor­e deve pensare che liquidità e titoli sono in Italia. Quindi soggetti a eventuali prelievi fiscali o conversion­i forzose in diversa valuta, come se depositati in una banca o sim italiana. Una fiduciaria comporta costi inutili per chi teme il default dell’Italia, l’uscita dall’euro ecc. Dovrebbe semmai aprire un conto a suo nome presso una banca all’estero; e anche questo potrebbe non bastare. Fra l’altro ci sono banche ticinesi, per nulla traballant­i, che per meno di 500 euro l’anno forniscono la documentaz­ione necessaria per dichiarare poi all’Erario italiano i rendimenti ottenuti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy