Il giovane profeta Langer e la crudeltà d’Europa
C’era una volta Alexander Langer, un giovane uomo che veniva d al l’estremo Nord Est italiano-tedesco del Tirolo, ed è diventato un personaggio indimenticabile e unico nella storia contemporanea europea, la nostra storia. Dal Parlamento europeo dove, giovanissimo era stato eletto membro di lingua tedesca dalla città do Bolzano, (verde, ambientalista ) è diventato il leader carismatico, intelligente e instancabile di un mondo senza confini, senza esclusioni, senza rigetti e discriminazioni, proprio mentre la ex Jugoslavia si stava rompendo in tante etnie, ciascuna impegnata nella distruzione dell’altra. Era un profeta il giovane e instancabile “costruttore di ponti” e costruttore di pace, uno che non ha mai smesso di curare ferite di follia etnica e di tentare di far tornare a vivere insieme di chi si era abbandonato ai massacri reciproci. È suo lo slogan di ciò che accade oggi mentre, cerchiamo una ragione per rabbia e divisioni: “L’Europa muore e nasce a Sarajevo”. Come so queste cose? Da un libro appena pubblicato dalla Camera dei deputati, in italiano e in inglese Il premio internazionale Alexander Langer alla Camera dei Deputati, 1997-2017 a cura di Grazia Barbiero, che fa parte della Fondazione Alexander Langer, e che ha curato tutte le edizioni dei libri dedicati al Premio Langer negli ultimi vent’anni. E che in questa edizione ha aggiunto un suo testo bello e importante. E qui occorre riconoscere allo straordinario giovane e profetico leader Langer la meritata fortuna di essere ricordato da una Fondazione che crea (come creava Langer) simboli e personaggi di pace di ciascun diverso momento della storia, invece di tornare sempre e solo al generoso inizio. Se l’Europa (che pure non è guarita) non si dilania più nell’orrore di Srbrenica, è entrata però nella fase crudele del rigetto di chi, nella migrazione, cerca soccorso. Il Premio 2017, ampiamente narrato dal volume curato dalla Barbiero, questa volta è dedicata a una associazione di accoglienza e solidarietà dell’isola greca di Lesbo, e al gruppo di studio italiano Asgi che raccoglie ciò che manca in politica per affrontare il problema immigrazione (conoscenza, competenza, solidarietà) e ne fa modelli di una vita attesa e desiderata dove la soluzione non è indifferenza e sofferenza, ma umanissimo, antico sentimento dell’accoglienza. Il Premio Langer, i suoi libri, l’attività della casa editrice del parlamento (contro ciò che il Parlamento a volte legifera) il modo in cui viene guidato da persone che erano con Langer fin dall’inizio, sono un segnale, almeno un segnale di speranza.