Fine vitalizi anche al Senato Il Pd si suicida e fugge con FI
Tre mesi dopo la Camera (e la melina della Casellati), si unisce Palazzo Madama
■La delibera è la stessa votata a Montecitorio dall’ufficio di presidenza Fico. I 5S festeggiano in piazza con monetine di cioccolata. Il vicepremier: “Niente fondi alle Regioni che non tagliano” I Dem escono dall’aula (con Forza Italia), Cerno: “Dovevamo votare a favore”
Di nuovo i palloncini gialli della festa, le bandiere bianche, gli striscioni, i sorrisi a 64 denti del grande officiante Rocco Casalino e dei senatori a 5Stelle; ci sono pure manciate di monetine di cioccolata, decisamente più morbide di quelle lanciate a Bettino Craxi all’hotel Rafael 25 anni fa, a cento passi dall’entrata di Palazzo Madama. Per il Movimento è “la fine della Seconda Repubblica”.
Per ora è un’altra celebrazione grillina, un altro “Bye bye vitalizi”: ieri sono stati cancellati – o meglio ricalcolati – anche quelli degli ex senatori, a tre mesi dalla delibera Fico che era intervenuta sugli assegni degli ex deputati. Il consiglio di presidenza ha adottato un testo identico a quello già approvato nell’altro ramo del Parlamento: 10 favorevoli e un astenuto, mentre gli eletti di Pd, Leu e Forza Italia hanno lascito l’aula al momento del voto (con polemica del dem Tommaso Cerno: “Non capisco perché non abbiamo partecipato, è una cosa sacrosanta”). Così uno dei primi storici impegni del M5S (ora appoggiato anche dalla Lega) è diventato un risultato acquisito. Ed è ancora festa. Prima nel cortile di Palazzo Madama, poi – dopo i rimproveri di un funzionario – in piazza.
FUORI, le monetine di cioccolata finiscono in un salvadanaio: l’orgoglio dei grillini sono i risparmi. Ai 40 milioni del ricalcolo contributivo per gli ex deputati se ne aggiungono altri
16: in tutto il taglio dei vitalizi vale circa 56 milioni l’anno, oltre 300 in una legislatura.
Al Senato l’iter è stato più complesso: il voto arriva dopo lunghi tira e molla con la presidente Maria Elisabetta Casellati, accusata di allunga- re il brodo, tra audizioni e richieste di pareri costituzionali. Alla fine si è arresa. L’ultimo passaggio sono i ricorsi: gli ex deputati ne hanno presentati oltre 700, se ne dovrebbero aggiungere quasi altrettanti.
Luigi Di Maio non se ne cruccia più di tanto, anzi rilancia: “Nella manovra imporremo anche alle Regioni di tagliare i vitalizi”. E i 5Stelle di Bruxelles vogliono portare la campagna al Parlamento europeo, “dove la casta resiste ancora”. Anche il premier Giuseppe Conte si presta all’hashtag (come aveva fatto per il “Decreto Salvini”): “#ByeByeVitalizi, la riduzione di sprechi e costi della politica è una misura di equità sociale”.
Di Maio rilancia “Nella manovra ci sarà una norma per cancellare anche quelli delle Regioni”