Il governo è in cerca di risorse e azzera il fondo delle tv locali: addio a 100 milioni
L’esecutivo terrà parte dell’extra-gettito del canone Rai
▶NEL 2019
il governo non darà più soldi alle tv locali, mentre le risorse per la Rai nel prossimo biennio ammonteranno a 1,75 miliardi. Parola del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sentito ieri in commissione di Vigilanza Rai. Discutendo dei conti della tv pubblica - notevolmente migliorati dopo l’introduzione nel
2016 del canone in bolletta (che resterà) - si è toccato il capitolo extra-gettito, ovvero la somma incassata in più con il nuovo sistema. Un tesoretto di circa 380 milioni nel 2016 e di circa 180 milioni nel 2017 e, presumibilmente, per il 2018. Finora quei soldi sono stati divisi così: il 50% alla Rai e l’altro 50% per aumentare le esenzioni e, soprattutto, per finanziare il fondo alle piccole tv. Parliamo di circa 100 milioni annui. Ora, secondo Tria, quei soldi non saranno più destinati alle emittenti minori ma finiranno nel bilancio generale dello Stato. “Nel 2019 i fondi tor- neranno allo Stato, poi si vedrà…”, ha detto il ministro in Vigilanza. Insomma, serviranno a sostenere in parte i costi della manovra gialloverde. Il problema, però, sarà la sopravvivenza di tante tv locali, che già prima stavano in piedi tra mille difficoltà: circa 600 canali televisivi che nel 2017 hanno visto la riforma della disciplina dei fondi, assegnati in base al numero di dipendenti e telespettatori, non senza polemiche da parte delle emittenti delle regioni meno popolose. Una riforma che però ha cercato di garantire il pluralismo dell’informazione e la libertà degli editori puri. Ora, però, tutto questo rischia di non esserci più: la decisione è destinata a scatenare proteste, non solo perché arriva dopo i tagli all’editoria. Anche la Lega, adesso, dovrà spiegarla alle tante tv del territorio che ha sempre difeso.