Il Fatto Quotidiano

Spese folli e bastone: Edoardo Rixi, la faccia “mite” del salvinismo

Il viceminist­ro genovese (fedele del vicepremie­r) e le accuse in Regione Liguria

- » FERRUCCIO SANSA

“Per me è come un fratello”, parola di Matteo Salvini. Molto più, quindi, di un vice-ministro. Per questo la sorte giudiziari­a di Edoardo Rixi sta così a cuore alla Lega che ieri ha tremato di fronte alla richiesta di condanna avanzata dal pm genovese Francesco Pinto: 3 anni e 4 mesi per le spese pazze della Regione Liguria.

Certo, difficile all’apparenza trovare somiglianz­e. Tanto è incontenib­ile, sprezzante con i migranti, aggressivo Salvini, quanto il genovese Rixi con i suoi occhi azzurri e il viso da ragazzino evita le sparate. Uno posta selfie dalle spiagge, l’altro scala gli ottomila ( mancò per cento metri la vetta del Manaslu). Il volto moderato del leghismo manganella­tore, a parte qualche uscita sulle violenze del G8: “È stato usato per depotenzia­re le forze dell’ordine... se a volte un agente deve intervenir­e in maniera tempestiva per evitare una strage non può stare attento se prende il braccio di uno perché se no finisce sotto tortura”. Ma bisogna vederli insieme, magari nelle scorriband­e che da anni il segretario compie in Riviera. “Sembrano due compagni di scuola”, dice chi li frequenta. Salvini è quello che tira il sasso contro le vetrate (vedi le dichiarazi­oni al curaro sui migranti). Rixi il compagno che gli sta accanto e sorride, non sai bene se per disagio o ammirazion­e. Difficile oggi dire se Rixi sia così importante per Salvini in nome di un’a mi c i zi a nata a sedici anni tra i giovani leghisti oppure perché è la cerniera tra la Lega e la destra di Giovanni Toti, quel potere che sta mettendo radici ovunque in Liguria. Defilato, ma essenziale. Rixi è accusato di peculato e falso ideologico. Tra le 19 richieste di condanna trovi altri ex capigruppo: Marco Limoncini (3 anni e sei mesi, Udc), Matteo Rosso (3 anni e 6 mesi, FdI), Antonino Miceli (3 anni, Pd). Tra i consiglier­i c’è Francesco Bruzzone (chiesti 2 anni e 3 mesi), lui pure promosso in Parlamento dalla Lega nonostante il rinvio a giudizio. I vari filoni hanno toccato oltre metà dei consiglier­i liguri tra 2010 e 2015. La richiesta di rinvio a giudizio per Rixi parlava di rimborsi per 108.237 euro. Di questi 19.855 sono riferibili direttamen­te a spese di Rixi. Il grosso riguarda spese sostenute dal suo collega di partito Maurizio Torterolo e rimborsi indistinti del gruppo Lega. Ecco il punto: Rixi era il capogruppo. Quindi, secondo i pm, a lui spettava la vigilanza. È il nodo dell’a ccusa che ha portato in aula centinaia di scontrini. Ci sono quelli ormai famosi di un ristorante de ll’en tro ter ra ligure, decine e decine. Per Finanza e pm non si riferivano nemmeno a pranzi consumati davvero dai consiglier­i. A far drizzare le antenne agli inquirenti sono stati anche i periodi di emissione degli scontrini e le destinazio­ni: come le spese per rifugi di montagna sulle Dolomiti nei giorni di Ferragosto. Ma che cosa spingeva i rappresent­ati della Regione sulle vette nel cuore dell’estate? “Non sono viaggi dei consiglier­i, ma di nostri collaborat­ori. Erano andati per stu- diare l’ordinament­o a statuto speciale del Friuli” è stata la difesa. Poi, tanto per dire, acquisti in negozi di cioccolata e di fiori. Come quello che si chiamava “Un mazzo così”, nome che oggi suona di cattivo augurio. Quindi viaggi a Pontida nei giorni del raduno leghista. Un altro punto dell’accusa: le attività di partito non sono rimborsabi­li. Ancora: si contestano al gruppo della Lega, e quindi a Rixi, i rimborsi per i viaggi dei collaborat­ori che hanno diritto a un rimborso a parte.

Rixi ha deciso di non commentare la richiesta dei pm. La sua versione dei fatti è sempre stata questa: nessun falso, i capigruppo non avevano i mezzi per vigilare sulle richieste dei consiglier­i. Anzi, ha sostenuto, avrebbe scritto ai colleghi chiedendo di specificar­e in dettaglio le ragioni delle singole spese. Riguardo alle proprie spese Rixi ha ricordato che sono quasi tutti rimborsi chilometri­ci. E le trasferte a Pontida a spese della Regione? In concomitan­za con il raduno del Carroccio c’erano incontri tra consiglier­i comunali e regionali su temi istituzion­ali. Né rileva dal punto di vista penale che i leghisti abbiano rimborsato alla Regione 80mila euro. Ora bisogna aspettare la sentenza. Ma c’è un ‘ d et taglio’ che impensieri­sce la Lega: l’ex consiglier­e Torterolo, accusato di rimborsi certificat­i da Rixi, ha patteggiat­o due anni. Se condannato, il viceminist­ro rischia l’applicazio­ne della legge Severino.

Una cosa è certa: Salvini non lo mollerà. Per difendere Rixi si è già cacciato nei guai: “Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori” - disse Salvini dopo il rinvio a giudizio - “Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratu­ra italiana. Si preoccupi piuttosto della mafia”. Una sparata che ha indotto la Procura di Torino ad aprire un fascicolo per vilipendio della magistratu­ra.

Scuola Diaz Il “fratello” del ministro sul G8 disse: “È stato usato per depotenzia­re le forze dell'ordine”

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Ansa Tutti al mare Il ministro dell’Interno Matteo Salvini con il viceminist­ro Edoardo Rixi

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