Il Fatto Quotidiano

Non possiamo permetterc­i di pagare gli studi a tutti

La soluzione? Aumentare le tasse

- » STEFANO FELTRI

C’è un solo argomento a sostegno dell’ abolizione del test di ingresso a medicina: negli ultimi anni è diventato il primo test per misurare la più utile delle doti per fare carriera in Italia, cioè la capacità di rivolgersi a un Tar per ottenere a colpi di ricorsi quanto non si riesce a raggiunger­e per via ordinaria. In un Paese dove è considerat­o un pericoloso disadattat­o chi non copia i compiti in classe o non usa “bigliettin­i”, al momento del test di medicina tutti sono pronti a impugnare la prova alla minima irregolari­tà (ce ne sono, così come inaccettab­ili pasticci amministra­tivi).

IL FATTO che questi test siano imperfetti e aridi perché a scelta multipla è una buona ragione per abolirli? Formare un medico costa allo Stato tra i 300 e i 500 mila euro, lo studente ne paga meno di 40 mila di tasse complessiv­e. Permettere a tutti di frequentar­e medicina è non soltanto assurdamen­te costoso, ma anche iniquo: attraverso la fiscalità generale, tutti i contribuen­ti sussidiere­bbero la formazione di chi poi avrà una carriera in teoria remunerati­va. Questo problema si può affrontare: moltiplich­iamo per 5 le tasse universita­rie, per cominciare (con borse di studio per i meritevoli non abbienti). Ma abo- lire il test è sbagliato anche per altre ragioni. È uno dei pochi momenti di verifica della qualità della formazione scolastica e individual­e. Nel 2018 su 69.000 candidati, 19.000 non sono riusciti ad avere il punteggio minimo. Lo Stato deve garantire anche a loro una costosa formazione per la quale, evidenteme­nte, non sono pronti? Chi non riesce a reggere lo stress di un esame a cro- cette, è bene che non si trovi mai in mano un bisturi.

In un Paese ostile a ogni selezione sulla base del merito, oggi il test nazionale con graduatori­e a scorriment­o richiede agli studenti di essere molto bravi o molto flessibili, o hanno abbastanza punti per scegliere in quale città immatricol­arsi, o devono andare lontano da casa. Sistema imperfetto che penalizza chi non ha le risorse economiche per spostarsi, ma ha una logica.

Gli stessi argomenti per contestare il test valgono poi per contestare lo sbarrament­o che impedisce di proseguire se non si sono fatti gli esami fondamenta­li, l’accesso limitato alle specializz­azioni e così via. È un diritto sognare di fare il medico. Ma è anche un diritto di noi pazienti e contribuen­ti avere medici preparati, selezionat­i e con un costo sostenibil­e per le casse pubbliche.

È un diritto sognare di fare il medico. Ma lo è anche avere medici preparati, selezionat­i e con un costo sostenibil­e per le casse pubbliche

 ?? LaPresse ?? RomaIl concorso alla Cattolica del Sacro Cuore del 2015: 6 mila candidati
LaPresse RomaIl concorso alla Cattolica del Sacro Cuore del 2015: 6 mila candidati

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy