Il Fatto Quotidiano

Scuola Più che i medici, servirebbe­ro laureati in Scienze motorie

- ENRICO COSTANTINI DOTT. PROF. FILIPPO MASSARONI MARIA BLASETTI DANIELA RANIERI MASSIMO MINIERO

Ho sempre pensato di scrivere bene ed efficaceme­nte, alle medie 40 anni fa avevo 10 in italiano, altri tempi; ma la lettera del vostro Giuseppe Cesaro del 16 ottobre, sui giovani che dovrebbero lasciare l’Ingrato Paese che è l’Italia e che non li merita, per cercare di essere valorizzat­i altrove, mi ha fatto capire che devo ancora migliorare. È quello di Cesaro un “J’accuse” potente, che scoperchia impietosam­ente le mille storture del Paese e della società italiana, e che non ha nulla da invidiare al suo antenato di Zola per il caso Dreyfus. Un appello dolente, mesto, desolato, eppure di una forza dirompente, una coltellata, un lampo accecante nell’aria immota, un macigno lanciato nella morta gora irriformab­ile che è divenuto questo Paese, che pure avrebbe in se stesso, nella sua storia e nelle sue realtà 1000 possibilit­à di ripresa. Possibilit­à che però si sprecano e si perdono sotto i colpi devastanti trentennal­i di una classe dirigente che definire immonda è un compliment­o per l’i mmondizia. Grazie a Cesaro per averlo scritto e a voi per averlo pubblicato. Resterà sul mio desktop, e spero non solo nel mio, e nella mia memoria.

Strano, in tv non abbiamo mai colpa per le leggi razzali

Provo un certo disagio a leggere articoli o ad ascoltare telegiorna­li che, rievocando le nostre leggi razziali, concludono sempre con Auschwitz. Così se ne deduce che comunque i cattivi sono i tedeschi, dei quali per un periodo siamo stati succubi. È ora di dire che NOI siamo stati quei cattivi che hanno cacciato bambini e insegnanti italiani da scuola, che hanno impedito ad altri italiani di esercitare le loro oneste profession­i, che hanno costretto molti italiani ad espatriare. Tutto questo con l’assenso del nostro re e il silenzio di tutta l’Italia!

Facciamo leggere anche storie e HO LETTO LAPROPOSTA M5S, “Medicina al Liceo” (Daniela Ranieri 9-10-2018). Vorrei far notare che la medicina è nata sulla patologia e la sua soluzione è sempre un farmaco. Siamo pervasi da messaggi proponenti soluzioni sempre farmacolog­iche. Più sani si cresce con la prevenzion­e e prendendo come campodi discussion­e il periodo scolastico, la formazione nel senso stretto del termine. Non c'è bisogno di altri medici già scarseggia­nti. Ci sono i laureati in Scienze Motorie. Dovrebbero sempliceme­nte essere formati per questo con un corso nella Specialist­ica seguente la Triennale. Si potrebbe progettare una filiera che colleghi il docente di Scienze Motorie del primo ciclo con quelli del secondo. Una analisi iniziale completa del ragazzo dovrebbe far parte primaria di una “pagella” con la stessa analisi che si ripete ad ogni livello di scuola. Dove recuperare eventuali ritardi o correzioni nella formazione del ragazzo? Sempre da laureati e specialist­i specifici in Scienze Motorie in ore pomeridian­e nella palestra della scuola. Si può ipotizzare anche l’utilizzo di “palestre” private, purché ci sia un laureato qualificat­o come sopra in filiera con il docente della scuola. Quanti posti di lavoro qualificat­i, socialment­e utili, di grande risparmio per la Sanità. “Scuola il Miur si riprende la cattedra” (Lorenzo Vendemiale 12-10-2018). S’è visto subito. Difatti s’è ricomincia­to a parlare di “Educazione Fisica”. I termini dei diplomati in Istituto Superiore di Educazione Fisica. Il vecchio ordinament­o. Ma il termine “fisico” così caro al periodo triste, ha da tempo lasciato il posto al termine “corpo” un poco più adeguato alla persona. Non è solo questione anatomica. Con questo si pagherebbe un debito con i ragazzi laureati in Scienze Motorie la cui laurea ancora non sanno a cosa li abbia qualificat­i. Ed un servizio al paese reale. CARO MASSARONI , la sua proposta e quella della deputata 5Stelle Vittoria Casa sull’insegnamen­to della medicina alle superiori non sono affatto auto-escludente­si. Nell’articolo che cita ho definito buona l’idea di formare gli studenti sui principi generali della Medicina dalle racconti che cominciano e finiscono qui in Italia, per dire ai nostri ragazzi che cosa è stato il fascismo, senza ricorrere all’assist nazista, che alla fine sembra scagionarc­i e assolverci. scuole primarie fino alla scelta della facoltà, non certo al fine di creare medici disoccupat­i, ma al contrario di educare cittadini consapevol­i. L’obbligo vaccinale a cui si è arrivati per legge, ad esempio, sembra una buona applicazio­ne di ciò che non dovrebbe accadere e non sarebbe accaduto in una società in cui tutti fossero messi nelle stesse condizioni di partenza circa una educazione medica di base. Oggi invece succede che cittadini disinforma­ti siano discrimina­ti nell’esercizio di un loro diritto costituzio­nale (il diritto allo studio), o pendono dalle bocche di medici di base sempre più irreperibi­li o di costosi specialist­i trasformat­i in sciamani contempora­nei, oppure, peggio ancora, si affidano per la cura di malattie anche gravi ai ciarlatani o alle diagnosi su Google. Sono d’accordo con lei che le figure in grado di svolgere questo ruolo possano essere i docenti di Scienze Motorie insieme a quelli di Scienze, così che il risparmio riguardi anche la Scuola oltre che la Sanità (purché, ripeto, non diventi un alibi per tagliare altri servizi essenziali). Intanto accogliamo con favore l’intenzione di eliminare il numero chiuso a Medicina. La legge è uguale per tutti, recita la nostra Costituzio­ne, ma a volte la legge non è giusta. Ci sono alla ribalta due casi eclatanti che vengono affrontati secondo la legge ma con metodi assurdi per non dire razzisti.

Il sindaco di Lodi ha inibito la mensa scolastica a bambini figli di immigrati che lavorano in Italia e pagano le tasse. L’assessora alla scuola del Veneto Nel suo ultimo reportage sabato 13 ottobre, Alessandro Di Battista dopo aver espresso il proprio pensiero si preoccupa che qualcuno possa ritenerlo di sinistra.

Si affretta a dire che si tratta di semplice buonsenso dopo aver ribadito il solito ritornello dei 5 Stelle: non esiste più né destra né sinistra. Un grande scrittore, mi pare trattarsi del portoghese Premio Nobel Saramago, scrisse (non ricordo le esatte parole) che se “il vascello del comunismo era naufragato era rimasto intatto quello che trasportav­a ovvero i valori della sinistra: eguaglianz­a, giustizia sociale etc”.

Anche io credo che parlare di sinistra e di destra è, oggi, un nonsenso. La sinistra politica è scomparsa ma i valori che sono sempre appartenut­i al pensiero di sinistra restano anche se talvolta la destra se ne impossessa.

Concludo: sono un comunista non pentito che ha votato i 5S.

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A lezione Medicina come materia delle superiori

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