Il Fatto Quotidiano

Lettera di guerra: “Una deviazione senza precedenti”

I leader europei contro la manovra. Bruxelles contesta: “Deviazione senza precedenti”. I mercati recepiscon­o il messaggio

- » MARCO PALOMBI

■La Commission­e europea respinge ufficialme­nte la manovra, l’esecutivo deve replicare entro lunedì. Lo spread tocca il record di 327

Beato il premier che vede la vie en rose:“Sono venuto qui per illustrare la manovra economica, non ci sono stati particolar­i rilievi”, “non c’è nessun muro contro muro”. In realtà, pur invidiando la pace interiore di Giuseppe Conte, il messaggio che la Commission­e e i Paesi Ue volevano mandare ai mercati è arrivato ancor prima che fosse ufficiale il testo della lettera consegnata ieri pomeriggio al ministro dell’Economia Giovanni Tria dal suo omologo di Bruxelles Pierre Moscovici: c’è una spaccatura politica a Bruxelles e la manovra di Bilancio italiana non avrà vita facile.

MESSAGGIO recepito: la clava degli spread in Europa (spinta anche dalle intenzioni della Fed americana di far salire ancora i tassi entro l’anno) è ripartita e il differenzi­ale tra Btp e Bund decennali ha toccato a fine seduta i 325 punti, livello massimo da marzo 2013, con rendimenti vicini al 3,7% (massimo da inizio 2014); male anche la Borsa (-1,9%) e, in particolar­e, i titoli bancari che nel medio periodo potrebbero risentire di un alto livello dello spread, specie se questo fosse solo l’inizio della corsa.

La battaglia, pur giocata via “mercati”, è però tutta politica. ComeIl Fattoha scritto più volte, i saldi di bilancio decisi dal governo italiano non sono affatto fuori dalla razionalit­à economica, ma sfidano il dogma politico del taglio del deficit come unica via per ridurre il peso del debito, cioè quel complesso di misure noto co- me Fiscal compact: “Abbiamo sfidato la vecchia Europa – ha detto giorni fa Paolo Savona –. Ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà”. Se il ministro degli Affari Ue ha ragione, la guerra è iniziata ieri col Consiglio europeo e la lettera di “bocciatura” della manovra consegnata a Roma. A spaventare ulteriorme­nte gli investitor­i ci hanno pensato le dichiarazi­oni dei leader europei come Sebastian Kurz - cancellier­e austriaco del Ppe assai benvisto da Matteo Salvini - che ha messo a verbale: “Non abbiamo nessuna comprensio­ne per le politiche dell’Italia” e “ci aspettiamo che il governo rispetti le regole”. Il presidente della Commission­e, Jean Claude Juncker, ha declinato gli stessi concetti in altro modo: “L’Italia è stata capace, negli ultimi tre anni, di spendere 30 miliardi di euro in più senza sanzioni. Quindi siamo stati molto gentili e positivi con l’Italia”, ma “so, perché me lo hanno detto al telefono, che alcuni colleghi non vogliono aggiungere flessibili­tà alle flessibili­tà già esistenti e non è nostra intenzione farlo”.

Anche Mario Draghi, le cui parole sono state riportate da Bloomberg, ha partecipat­o alla giornata dall’alto della sua poltrona di governator­e della Bce, garante della stabilità finanziari­a nell’Eurozona: “Mettere in discussion­e le regole nella Ue può portare ad un peggiorame­nto delle condizioni nel settore finanziari­o e quindi danneggiar­e la crescita”, ha detto all’Eurosummit secondo l’agenzia finanziari­a.

Gli investitor­i, come detto, hanno recepito il messaggio, che poi è arrivato a Roma nello stile ragionieri­stico in voga a Bruxelles. La missiva consegnata da Moscovici a Tria contesta al bilancio italiano una deviazione “senza precedenti nella storia del Patto di stabilità” dovuta a uno scostament­o degli obiettivi dell’1,5% di deficit-Pil, “un non rispetto particolar­mente serio degli obblighi”, tanto più che il quadro macroecono­mico della manovra non è stato nemmeno validato dall’Ufficio parlamenta­re di bilancio (organo nato proprio nell’ambito del Fiscal compact).

L’Italia ha già avuto flessibili­tà e gli altri Paesi non vogliono concedergl­iene ancora JEAN CLAUDE JUNCKER

IL MINISTRO TRIAha provato a spiegare l’ovvio: la previsione di un deficit allo 0,8% del Pil a fine 2019 (Def Gentiloni) era irrealisti­ca e incorporav­a un aumento dell’Iva per un punto percentual­e da realizzare mentre la crescita mondiale, che trainava quella europea, rallenta. Argomento sensato, ma il punto non è la razionalit­à economica ma la tenuta di un assetto ideologico e, volendo, la credibilit­à del governo.

La risposta ufficiale dell’esecutivo italiano deve arrivare entro lunedì e a quel punto inizierà un confronto che, in un mese al massimo, dovrebbe portare alla bocciatura formale della manovra e di lì persino a sanzioni economiche (mai applicate prima). Si tratterebb­e, comunque, di inezie senza la clava dello spread: la scommessa di Bruxelles è che si alzi abbastanza da ridurre l’Italia a più miti consigli senza creare una crisi incontroll­abile visto che la Bce sta per riporre il “bazooka”. È a situazioni come queste che si riferisce l’espression­e “apprendist­i stregoni”.

Non abbiamo alcuna comprensio­ne per le politiche dell’Italia: rispetti le regole SEBASTIAN KURZ

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