Il Fatto Quotidiano

Ilaria: “Il generale vuole punire chi ha parlato”

Cucchi La sorella di Stefano contro il vertice dell’Arma: “All’incontro 45 minuti di sproloquio contro Tedesco, Rosati e Casamassim­a”

- » ANTONELLA MASCALI

Èprovata e anche “molto arrabbiata”, per queste ragioni Ilaria Cucchi, ieri, ha cominciato una conferenza stampa leggendo le proprie riflession­i scaturite dall’incontro che ha avuto mercoledì sera con la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, e con il comandante generale dei carabinier­i, Giovanni Nistri.

CON TRENTA tutto bene, “mi sento protetta”, il problema che non l’ha fatta dormire la notte, invece, ha il nome del generale Nistri: “Mi sarei aspettata non dico delle scuse, perché avrebbe potuto essere per lui troppo imbarazzan­te, ma certo non 45 minuti di sproloquio contro Casamassim­a, Rosati e Tedesco, gli unici tre pubblici ufficiali che hanno deciso di rompere il muro di omertà nel mio processo”, ha detto la sorella di Stefano Cucchi, morto per le botte di alcuni carabinier­i 9 anni fa il prossimo 22 ottobre. “Come a dire, ho pensato che gli unici tre pubblici ufficiali che hanno deciso di rompere il muro di omertà nel mio processo non sono degni di continuare a indossare la divisa. Io amo e rispetto i carabinier­i, ma dei carabinier­i hanno pestato a morte mio fratello e degli altri carabinier­i li hanno protetti. Questo processo – ha prosegui- to – io, Fabio (l’avvocato Anselmo, ndr) e la mia famiglia lo abbiamo fortissima­mente voluto, e ora il generale vuole colpire tutti coloro che hanno parlato. Danno peso ai post di Casamassim­a, ma non ci difendono da quelli infamanti e violenti partoriti da pagine di Facebook e troll in gran parte gestiti da appartenen­ti a polizia e carabinier­i. Non voglio odio, voglio giustizia, per questo ho chiesto aiuto alla ministra Trenta, che si è rivelata molto sensibile. Basta con gli insulti e le violenze verbali, possono essere molto pericolosi”.

SI CHIEDE come sia possibile che la priorità dei vertici dell’Arma sia quella di sanzionare chi ha parlato: “Siamo sicuri che vi sia proprio adesso una insopprimi­bile esigenza di punire proprio coloro che hanno parlato?”.

Ilaria Cucchi racconta anche gli interrogat­ivi che le sono scaturiti dopo aver incontrato il generale Nistri: “Avrebbe potuto dirmi tante altre cose, ma ha ritenuto che quella fosse la cosa da dire, poteva davvero rappresent­are un momento di svolta ma non ho compreso per quale motivo il comandante generale ha ritenuto di informare la sorella di Stefano Cucchi dei provvedime­nti che l’Arma sta prendendo e prenderà nei confronti di tre persone, e cioè i carabinier­i che hanno parlato nel corso del processo per mio fratello”.

Nella sala stampa estera, Ilaria risponde anche a chi le ha chiesto i costi di questa battaglia per la verità: “Costi emotivi enormi, la mia famiglia è devastata. I miei genitori non hanno più quella luce negli occhi che avevano prima, sopravvivo­no per questa battaglia e temo il loro crollo quando finirà il processo. Dopo 9 anni mio fratello non l’ho ancora lasciato andare. Tante volte ho chiesto scusa a Stefano quando sentivo al processo parlare di nostri contrasti, della sua fragilità. I miei figli, Valerio e Giulia, crescerann­o senza lo zio, qualcuno li ha privati di questo. E poi ci sono i costi economici, i processi non sono per tutti. Ma finalmente si parla di quello che noi sapevamo da sempre e voglio ringraziar­e Fabio perché ha sempre creduto in questo processo”.

Ringraziam­ento “Non voglio odio ma giustizia, per questo ho chiesto aiuto alla ministra Trenta che è stata molto sensibile” Non capisco perché il generale ha ritenuto di dovermi informare dei provvedime­nti che l’Arma sta prendendo contro Tedesco, Casamassim­a e Rosati

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