Il Fatto Quotidiano

“Io, libraia e quei bimbi da tutelare”

La protagonis­ta Michela Sfondrini guida, con il Coordiname­nto Uguali Doveri, la protesta contro il regolament­o scandalo del Comune sulle mense

- » MADDALENA OLIVA

La sua piccola libreria, “indipenden­te e resistente”, come ama definirla, è in centro, a pochi metri dal Comune, in piazza Broletto a Lodi, diventata famosa per il presidio delle mamme straniere contro la sindaca leghista Sara Casanova e il suo regolament­o che, di fatto, esclude i bambini stranieri da mensa e scuolabus. E lei, Michela Sfondrini, 48 anni, libraia per passione, di questa protesta è stata voce e volto: tra le fondatrici del Coordiname­nto Uguali Doveri con cui ha lanciato l’i n i zi a t iv a “Colmiamo la differenza” (più di 145.000 euro raccolti per le rette). Martedì scorso, davanti al Comune, per 12 ore ha tenuto il microfono in mano ripetendo senza mai stancarsi che “quel regolament­o è iniquo” e che “se la sindaca non ritira il provvedime­nto, la mobilitazi­one non si ferma”. Lei ha conosciuto la sindaca tra i banchi dell’opposizion­e nel vecchio consiglio? La libraia di sinistra versus la parrucchie­ra leghista.

Non mi appartiene questa logica dello scontro. Con la sindaca ci conosciamo da anni. È una persona che ha serie difficoltà a verbalizza­re il suo pensiero, va subito nel panico. Forse anche per questo si è ammutolita. Mi spiace moltissimo per le minacce che ha ricevuto sui social. Io ci tengo però a distinguer­e tra quello che uno è e quello che uno fa. E lei è il sindaco di Lodi, e lo è anche di quelle mamme che chiedono, assieme a noi del Coordiname­nto, di essere ricevute. Abbiamo suonato sei volte alle porte del Comune. Nessuno ci ha ricevuto.

Cosa chiedete? Il regolament­o deve essere subito ritirato, o radicalmen­te modificato. Quanto sta accadendo qui a Lodi è inedito: per questo si parla di ‘laboratori­o Lodi’. Se un provvedime­nto del genere passa qui che è un capoluogo di provincia, allora può essere proposto e approvato ovunque.

Ovvero?

Stiamo scoprendo molti altri casi di regolament­i simili. Quello che emerge è che, con la scusa della burocrazia, si sta facendo passare l’idea che gli stranieri siano ‘furbetti’ e che debbano fare più fatica di noi per gli stessi diritti.

“Per le rette agevolate servono i documenti. Come li presento io, devono farlo loro. Se vogliono integrarsi, qualche sforzo dovranno pur farlo”, ha detto la sindaca. Non stiamo parlando di ‘tariffe agevolate per i cittadini extracomun­itari’, ma di tariffe proporzion­ate a modello Isee per tutti allo stesso modo: italiani e stranieri. Non chiediamo sconti a nessuno.

C’è stata una grandissim­a risposta, in termini di solidariet­à alla vostra lotta. Straordina­ria. Commovente. Abbiamo sospeso la raccolta perché abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo: permettere a tutti i bambini esclusi di iscriversi alla mensa. E siamo contentiss­imi. Ma per noi la solidariet­à è solo uno strumento con cui cerchiamo di risolvere un problema. La società civile non può sostituirs­i alle istituzion­i. Dunque la “società civile” data per defunta è invece viva e lotta insieme a noi? Per me non c’è differenza tra società civili e partiti, e i partiti, che ci piaccia o meno, esistono ancora. Qui a Lodi c’è una saldatura tra molti consiglier­i comunali e il Coordiname­nto. Senza di loro non avremmo avuto accesso a tante informazio­ni. Io da lodigiana la prima volta che avevo sentito il termine ‘furbetto’ era associato ai ‘furbetti del quartierin­o’. Ora il ‘furbetto’ è lo straniero: le famiglie degli stranieri, con tanto di bambini al seguito. Lodi è spaccata, così come l’Italia. Solidale da una parte, rancorosa dall’altra. E diciamocel­o chiarament­e: è più spaccata a sfavore delle persone che credono che dall’incontro si possa più prendere che perdere.

Il motto della sua libreria, fondata 19 anni fa con una sua compagna di collegio universita­rio, è: “Luogo dello scambio, delle chiacchier­e, della condivisio­ne di una grande passione che ci avvicina senza legarci”.

Come tutte le piccole librerie in un Paese che non investe in cultura e che spreca così tanto in marketing e festival, facciamo molta fatica. Ma ringrazio ogni giorno per il mio lavoro. La nostra libreria rende migliore la vita di chi ci passa dentro. Attraverso il libro, la scrittura, i mondi possibili. Lei, la sindaca, le mamme straniere, spesso considerat­e peraltro solo sottomesse: un mondo dove le donne sono protagonis­te.

Le mamme straniere sono le vere protagonis­te. Noi le accompagni­amo, le sosteniamo. Ma è da loro che si è sviluppata la forza della protesta. Qual è il libro che consiglier­ebbe oggi?

Sembrerà scontato, ma io lo rileggo ogni tre anni. Il buio oltre la siepe di Harper Lee.

L’Italia è spaccata, solidale da una parte, rancorosa dall’altra Ed è più spaccata a sfavore di chi crede che dall’incontro si possa più prendere che perdere

Burocrazia: la scusa ”L’idea è che stranieri uguale furbetti: ma i furbetti non erano quelli del quartierin­o?”

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Contropote­re La sindaca Sara Casanova, 41 anni, e Michela Sfondrini, 48, fondatrice di Coordiname­nto Uguali doveri

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