Il Fatto Quotidiano

Le 48 ore che hanno terremotat­o il Contratto

Cronistori­a Dal vertice politico del 15 ottobre alla denuncia di Di Maio in tv: il momento in cui è apparsa la “manina”

- » SALVATORE CANNAVÒ

Se

Luigi Di Maio ha voluto fare accenno alla “manina” che ha modificato il decreto fiscale, la Lega nega che sia mai esistita sostenendo che il testo incriminat­o è frutto di un accordo politico. Ecco la dinamica dei fatti che hanno portato al pasticcio del condono.

LUNEDÌ 15, ORE 10:30. In quelle ore dovrebbe tenersi un vertice politico tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i suoi due vice, Di Maio e Matteo Salvini, ma il vertice non si terrà. Salvini dice che ha altro da fare e anche Di Maio si adegua e non partecipa nonostante si trovi a Palazzo Chigi, sede del governo.

PALAZZO CHIGI, ORE 15:30. Il vertice fallito al mattino si tiene nel primo pomeriggio. Vi partecipan­o Conte, Di Maio e Salvini. Di Maio in questa sede dice di aver bocciato tutte le proposte hard della Lega: scudo fiscale, depenalizz­azione, limite dei 100 mila per singola imposta. “Non se ne parla” avrebbe risposto alle insistenze leghiste. Il vertice, che avrebbe dovuto concluders­i alle 17, si prolunga fino alle 19 facendo ritardare l’avvio del Consiglio dei ministri.

TRA IL VERTICE E IL CDM. Tra il vertice politico e l’avvio della riunione di governo gli sherpa dell’esecutivo, i vari capi di gabinetto coordinati da Roberto Garofoli del Mef, mettono nero su bianco le varie modifiche. La bozza del decreto quindi prende la forma definitiva e nel Consiglio dei ministri non si entrerà nei dettagli. La riunione di governo infatti inizia alle 19:31 e termina alle 21:15, un’ora e tre quarti in cui ci si occupa anche di molte altre questioni. Le modifiche contestate dovrebbero essere state introdotte in questa fase: escludendo che funzionari tecnici abbiano preso un’iniziativa personale, è probabile che il testo abbia tradotto delle indicazion­i politiche rivendicat­e ieri dalla Lega.

ORE 21: 15, DOPO IL CONSIGLIO. Il M5S fa subito sapere che ci sarà “l’arresto per gli evasori” anche se la formulazio­ne “finale” del testo è un po’ diversa. La Lega parla solo ed esclusivam­ente di “sanatoria per liti e cartelle” e rateizzazi­one in 20 rate per cinque anni. Sulla “pace fiscale” si fa riferiment­o solo all’aliquota che verrà applicata, il 20% sugli importi portati a emersione, e al tetto di 100 mila euro. IL VIDEO. In un video pubblicato dal fattoquoti­diano.it si vedono il sottosegre­tario all’Economia della Lega, Massimo Bitonci, che spiega le misure fiscali alla collega 5Stelle, Giulia Grillo, dilungando­si sulla rottamazio­ne delle cartelle con eliminazio­ne delle sanzioni e degli interessi. A proposito delle soglie sulla dichiarazi­one integrativ­a parla invece di “una fase di discussion­e” ancora in corso: potrebbe significar­e che c’è ancora da discutere, ma che una decisione non è stata presa.

Cosa non torna Nel budget inviato a Bruxelles lunedì notte entrate per 180 milioni: pochi per il “condonone”

21:30 CONFERENZA STAMPA. Conte, a proposito del condono, dice “chiamatelo come volete”. Nessun accenno alle depenalizz­azioni, all’Iva o all’ampliament­o delle soglie. Il comunicato diramato dal governo elenca solo i punti generali e non fa nemmeno men-

zione della “pace fiscale”. Nel Documento programmat­ico di Bilancio, che in nottata viene inviato a Bruxelles, alla voce in questione si stimano entrate per 180 milioni di euro, una cifra modesta.

LA BOZZA. La bozza del decreto contestata è datata 16 ottobre ore 10:30. Questo documento è quello che è stato dato in visione al Quirinale, non in forma ufficiale e definitiva, permettend­o agli uffici di Mattarella di segnalare la non praticabil­ità delle ipotesi di depenalizz­azione.

DI MAIO SPARA A ZERO. Essendo venuti a conoscenza della bozza i dirigenti 5Stelle iniziano ad attaccare i tecnici del Mef, ma fanno allusioni anche sulla Lega e in particolar­e sul sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Di Maio in tv annuncia il ricorso in Procura e parla di decreto “manipolato”.

Tornerò venerdì pomeriggio e leggerò tutti gli articoli del decreto fiscale e sabato porterò i risultati della rilettura in Cdm

GIUSEPPE CONTE

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LaPresse Correttore di bozzeIl premier Giuseppe Conte controller­à il dl fisco al suo ritorno da Bruxelles

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