“Solo 1,5 milioni di ludopatici? La ricerca è fatta male”
Nonostante sia una pratica vietata ai minorenni, nell'ultimo anno in Italia quasi 700 mila studenti under 18 hanno giocato d ' azzardo almeno una volta. A questi si aggiungono 18 milioni di adulti che – almeno in un'occasione negli ultimi dodici mesi - hanno scommesso, tentato la sorte con una lotteria o puntato una somma di denaro in una sala bingo. Solo 1,5 milioni di adulti e 70 mila minori sono però considerati “giocatori problematici”, cioè quelli che rischiano di perdere il controllo del proprio comportamento e causare conseguenze negative alle persone vicine. Questi dati, tuttavia, rischiano di essere falsati secondo Maurizio Fiasco, sociologo e presidente dell'associazione per lo studio del gioco d'azzardo e dei comportamenti a rischio (Alea).
Il docente si è detto perplesso dal modo in cui è stata condotta l'indagine epidemiologica commissionata dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli all'Istituto superiore di Sanità, che l'ha realizzata in collaborazione con la società Explora. “Innanzitutto – spiega – solo il 51% degli adulti interpellati ha risposto al questionario, nonostante abbiano dato buoni spesa da 10 euro ai partecipanti. Per me uno studio epidemiologico serio deve avere un tasso di adesione di almeno il 7 0% ”. Inoltre, Fiasco non è d'accordo con l'idea di considerare a rischio solo i giocatori problematici: “Così sembra che la dipendenza derivi solo la vulnerabilità delle persone e non anche dalla pericolosità che è propria del gioco d'azzardo”. Per concludere, anche una serie di domande del questionario non hanno convinto il sociologo: “Veniva chiesto agli intervistati di indicare per esempio il marchio del centro scommesse frequentato. Mi sembrano informazioni più utili a un'indagine di mercato che a uno studio epidemiologico”.