Per i sovranisti Salvini può guidare l’Europa
Strategie Il leader della Lega ha intenzione di presentarsi come “Spitzenkandidat” alle Europee: i primi appoggi dei populisti
La Commissione rappresenta oggi l’Unione europea burocratica e anti-democratica nella quale i popoli non contano. Ma Matteo Salvini incarna la speranza di un’altra Europa, delle nazioni e delle protezioni. La sua candidatura potrebbe essere un segnale forte su scala continentale”. Nicholas Bay, capo delegazione del Rassemblement National nel gruppo Europa delle nazioni e delle Libertà del Parlamento europeo, la mette così. D’altra parte, Marine Le Pen è venuta appena 10 giorni fa in Italia per partecipare a un evento con l’amico Matteo. E il sodalizio tra i due è solido.
IERI IL LEADER del Carroccio in un’intervista a Repubblica ha fatto un (mezzo) annuncio, sulla propria discesa in campo alle Europee come Spitzenkandidat (ovvero, candidato alla guida della Commissione europea): “Amici di vari Paesi europei me lo stanno chiedendo. Vediamo, ci penso”. Non c’è niente di ufficiale e neanche niente ancora di definitivo, ma il lavorio del Carroccio per intestarsi la guida dei sovranisti va avanti da mesi. Grazie al fatto di potersi vendere, in base all’esperienza italiana, come una sorta di avamposto dell’Europa che verrà. Una cosa, però, è già decisa: Salvini si candiderà alle Europee, come capolista, pronto a rinunciare al seggio una volta eletto. Un modo per prendere voti. È quasi impossibile che diventi presi- dente della Commissione europea, ma il ruolo di Spitzenkandidat gli permetterebbe di girare in campagna elettorale tutto il Vecchio Continente da protagonista. E intestarsi la guida dell’eventuale Europa sovranista.
L’embrione di quell’operazione esiste già: si tratta proprio dell’Enf. Azionisti di maggioranza, oltre alla Lega, il Rassemblement National e poi il Pvv (Partito della Libertà) olandese di Gert Wilders. Ne fanno parte l’Fpo austriaco di He inz- Chr isti an Strache, l’Interesse fiammingo belga, il tedesco Alternative für Deutschland, il congresso della Nuova destra polacco. Si tratta dell’Alternative right, l’estrema destra che avanza, nazionalista, identitaria. Con diverse sfumature, le parole d’ordine sono: no all’immigrazione, no agli omosessuali.
“È UNA DECISIONEche spetta alla Lega e dobbiamo capire come si sviluppano le cose. Ma noi siamo pronti a sostenere Salvini come il nuovo volto del nostro movimento. Anche se siamo scettici sul concetto di Spitzenkandidat, lui, come ministro di successo e capo di un partito di successo, sarebbe una buona scelta”, commenta Harald Vilimsky (Fpo), vicepresidente del gruppo.
“Matteo Salvini è il re della nuova Europa, il salvatore”, dice Janice Atkinson, europarlamentare fuoriuscita dall’Ukip (il partito per l’indipendenza del Regno Unito, che a Strasburgo è nel gruppo con i Cinque Stelle), oggi nell’Enf. Lei non si potrà ricandidare, dopo la Brexit, ma assicura che lavorerà “per costruire la nuova destra”.
Viceversa, i Cinque stelle tradiscono una certa difficoltà, in un contesto già difficile: la situazione a Roma sta diventando più esplosiva ogni minuto che passa, la diversa collocazione europea e l’idea di fare una campagna elettorale su fronti diversi non promettono niente di buono. Ambienti M5S in Europa sottolineano intanto che si tratta di un’ipotesi allo stadio ancora iniziale e precisano anche che non ci sarebbero ripercussioni sul governo, la cui agenda è regolata dal contratto.
LA LEGA, comunque, ha ben chiaro che è importante allargare la propria rete. C’è una cabina di regia che sta lavorando per questo. Prima di tutto, il ministro Lorenzo Fontana, che tiene i contatti non solo con i sovranisti, ma pure con i popolari “amici” (come Viktor Orban) e il gruppo dei Conservatori e riformisti a Strasburgo. L’idea è di fare una convention tra febbraio e marzo. E poi, Paolo Borchia, coordinatore di Lega nel mondo, è in contatto con una serie di partiti ancora non rappresentati a Strasburgo, dal Belgio alla Grecia, dall’Estonia a Cipro. “Sono in molti a chiedere a Salvini di presentarsi”.
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